Ferruzzi, all'asta anche le posate
Ferruzzi, all'asta anche le posate Ferruzzi, all'asta anche le posate Sotheby's vende le ultime vestigia dell'impero A sinistra, lampade disegnate da Raul Gardini Sotto, un dipinto all'asta cevano le copertine, i titoli in prima pagina, per il Contadino che voleva conquistare il mondo. Adesso vengono ad assistere all'ultimo, ennesimo atto di una sconfitta. Bisogna prenotarsi per avere un posto. Per guardare i simboli rimasti di una dinastia affondata nel cuore di Tangentopoli. E può essere normale che ogni pezzo evochi un momento, un periodo di quella storia, una scena. Le lampade da terra, le aveva disegnate lui, Raul, a forma di barca, a foggia della chiglia del Moro di Venezia, la vela della grande rivincita, del suo sogno da marinaio. Dodici milioni per cominciare l'asta. Erano i giorni in cui la prima sconfitta s'era già consumata, e il Contadino era stato messo da parte dalla famiglia. In quei tempi, quando la divisione aveva spezzato affari e sentimenti, Raul Gardini s'era ritirato fra i suoi amori. E aveva posto un'opzione sulla tenuta di Barbialla, in Toscana, sul limitare del Chianti, tra Firenze e Pisa. Tenuta di caccia, che lui amava con passione particolare. Un tempo, per essere invitati a una battuta dal Contadino, si faceva la fila. Ma la villa di Barbialla l'hanno svuotata. I quadri con le scene di caccia di Angelo Maria Crivelli detto il Crivellone, o di Felice Boselli, i mobili, le scrivanie. Giorni di sfarzo, di festa. L'ultima, poco prima della fine. Il 3 luglio del '93, in questa tenuta dominata dallo splendido casale del Duecento, venne celebrato D matrimonio fra Allegra Giuliani Ricci, figlia di Franca Ferruzzi, e A sinistra, Raul Gardini Sopra, un dipinto di Ottone Rosai Alfio Marchini. Venti giorni dopo, una mattina, il maggiordomo trovava il corpo senza vita di Raul Gardini, steso sul letto, un colpo di pistola alla tempia. I tempi e le cose. La roba. La memoria raccoglie tutto, i segni delle feste, dei giorni peggiori, anche. Dal Palazzo Aracoeli, sede di lavoro e di mondanità, arrivano dipinti e arazzi. Altri quadri e mobili dalla villa sull'Appia Antica, che avevano comprato da Marcos. Era il posto prediletto da Carlo Sama e Alessandra Ferruzzi, e pure qui qualcuno dei politici è passato a render visita ai potenti della finanza. Poi la Veduta di Roma di van Bloemen (350 milioni), gli Scavi di Pompei di Filippo Palizzi (250 milioni). E altre opere dalla casa di via Cattaneo, a Ravenna. Ci sono le stoviglie, con le sigle di Raul Gardini. E piatti antichi. Magari, hanno mangiato con quelle e su quelli, Sama e Martelli quando si incontrarono l'ultima volta. «Mangiammo una fetta di grana e bevemmo un bicchiere di vino bianco ghiacciato. Ti ricordi?» Martelli disse così, a Sama, nell'aula del Palazzo di Giustizia, davanti a Di Pietro. Tremila oggetti, seicentocinquanta lotti. Non c'è la Ferrari F40 colore rosso, non c'è U Moro di Venezia, non ci sono le grandi barche che quelli della famiglia usavano per le vacanze, non c'è il palazzo Prandi di Ravenna, non c'è niente della «topaia», il grande studio dove si ritirava ogni tanto Raul. Il fatto è che l'asta non è stata voluta dai Ferruzzi. E' stata decisa dagli amministratori del Gruppo, e le proprietà messe in vendita sono intestate alla società. Sarà solo un caso, l'ennesimo, ma l'asta della memoria avrà sede proprio qui, nel Palazzo Broggi, poco distante dal palazzo della Borsa, che ha visto l'ascesa e la caduta dei Ferruzzi, a dieci minuti dal palazzo di Giustizia, dove hanno condannato Cusani e processato un'epoca, e non troppo lontano da piazza Belgioioso, dove il 23 luglio dell'anno scorso Raul Gardini ha finito la sua partita. Dev'essere il destino che si accanisce. Pierangelo Sa pegno
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