Miglio: bocciato da Scalfaro di Zeni

Miglio: boccialo da Scalf aro Miglio: boccialo da Scalf aro E l'ideologo va in visita ad Arcore STAGLIENO sapevo, avevo avuto un'informazione riservata. Il segretario generale della presidenza Gifuni disse a un giornalista che è amico di Stagliene il che crea un canale diretto con me, che Scalfaro si sarebbe opposto con tutte le forze a una mia nomina». E il perché di tanto veto Miglio lo spiega papale papale: «Perché io ho più volte detto che la vicenda Sisde mette Scalfaro in una situazione tale da rendere fatale prima del settennato la sua uscita di carica». Affermazioni smentite in serata da una nota secca del Quirinale: «Ogni notizia di presunti veti da parte di Scalfaro è totalmente inventata». Ma ormai il caso è scoppiato. E si annuncia una grana in curamente la preferenza ad abitanti di campagne e province ancora passabilmente pulite. In certi luoghi si può avere la disgrazia di nascerci, ma quella di esserci adottati è schivatale. In prossimità di aeroporti e dove c'è forte inquinamento acustico non bisogna dare bambini in adozione. A chi non sia provatamente amico degli alberi, dai sequoia al filo d'erba di una chiavica, e degli animali, dal ragnetto casalingo all'ippopotamo, non bisogna dare bambini in adozione. Dove ci siano bande di teste rapate è pericoloso adottare bambini asiatici e africani. Bisogna porre per condizione agli adottanti di trasferirsi in luoghi più sicuri. Chi adotti bambini malati di AIDS o figli di tossicodipendenti dovrebbe essere compensato con fortissime esenzioni fiscali. Una cosa è certa: se la legislazione seguita ad essere quella che è, molta disperazione infantile non avrà sbocco che nell'asocialità e nella malattia. La famiglia si trasforma, i legami di sangue avranno voce sempre più debole: può subentrargli qualcosa che vale di più. Gu L'ex «ideologo» della Lega Nord Gianfranco Miglio ido Ceronetti sconiane per scardinare il monolitismo leghista e per attrarre a sé quei militanti del Carroccio che si dicono stufi dell'ambiguità del leader massimo. E' talmente sicuro, Bossi, che sia questo lo scenario cui lavorano le teste pensanti di Forza Italia da aver lanciato l'allarme rosso. Dopo l'altolà del fido Alessandro Patelli («Miglio? Dietro di lui c'è Berlusconi»), la nuova messa in guardia Bossi l'ha affidata ieri alla lettera settimanale ai militanti: «Attenzione ai fenomeni di riciclaggio politico che purtroppo non affiorano solo come eccezionali, ma stanno riprendendo forza e vigore in particolare nell'ambito della maggiore frazione della maggioranza: Forza Italia». Bossi usa lo spadone? E Miglio non si ti ra indietro. Silente dopo l'incon tro con Berlusconi ma tagliente, prima, davanti alle telecamere, le stesse usate per la sparata contro Scalfaro: «L'unica possibilità di rilancio per la Lega?», si chiede, Ma è chiaro, risponde, «l'uscita di scena di Bossi». Armando Zeni a lavorare per Ciarrapico

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