«Parà italiani in Ruanda» di Aldo Rizzo

Previti: pronti a mandare i soldati se scatta missione interna2ionale Previti: pronti a mandare i soldati se scatta missione interna2ionale «Para italiani in Ruanda» Salta la tregua, massacro senza fine COME FERMARE L'ORRORE CHI poteva sperare nella tregua in Ruanda, quando la guerra civile aveva ormai raggiunto abissi di orrore? Tregua è una parola che si addice a conflitti anche sanguinosi, violenti oltre misura, e tuttavia ancova regolabili secondo le norme di una qualche «diplomazia». Ma in Ruanda... Dopo le scene agghiaccianti che sono arrivate fino a noi, e che portano alla mente i peggiori misfatti dell'uomo contro l'uomo, dal genocidio degli armeni durante la prima guerra mondiale ai campi di sterminio nazisti nella seconda. Paradossalmente questo accade quando in un altro angolo del continente africano, che si temeva votato più di ogni altro all'esplosione etnica e razziale, si parla di «miracolo». L'allusione, è chiaro, è al Sud Africa di Mandela e De Klerk. Mentre lì bianchi e neri, divisi da secoli di oppressione e di violenza, hanno trovato (almeno per il momento, facciamo gli scongiuri) uno straordinario accordo democratico, le etnie tutte nere, tutte africane, del Ruanda hanno scatenato l'inferno. Ma il paradosso è solo apparente, o almeno parziale. In un caso e nell'altro, in misura diversa, in modi diversi, più o meno diretti o più o meno in diretti, ha agito la fine della Guerra fredda, della grande rivalità tra Est e Ovest. In Sud Africa ha agito positivamente, eliminando punti di riferimento conflittuali, quali l'America e l'Urss. Altrove ha agito negativamente, nel senso che con i riferimenti conflit tuali esterni sono venuti meno anche fattori di controllo. Non so quanto questa verità si addica davvero a una situazio ne-limite come quella del Aldo Rizzo CONTINUA A PAG. 6 SETTIMA COLONNA Premiati per la regia RIGALI. Il primo tentativo dell'Onu di fermare il massacro che si sta consumando in Ruanda è fallito in poche ore. Iqbal Riza, inviato speciale delle Nazioni Unite, ha interrotto la mediazione appena iniziata tra il quartier generale dei ribelli tutsi, a Mulindi, e la capitale Rigali, dove doveva incontrare i capi dell'esercito governativo. La tregua concordata dall'Onu è stata infatti violata in fretta e ieri la capitale risuonava sinistramente dei colpi di mortaio e delle mitragliatrici. Dopo la conquista dell'aeroporto e della base militare governativa di Kanombe, la milizia del Fronte Patriottico Ruandese ha preso possesso anche del palazzo occupato fino al 6 aprile dal presidente Juvenal Habyarimana, poi ucciso in un attentato che ha scatenato la guerra civile. Da Bruxelles, dove è giunto per prendere parte a una riunione della Nato, il ministro della Difesa Previti ha fatto sapere che l'Italia è pronta ad inviare un contingente di «para» in Ruanda se scatterà una missione internazionale dell'Onu. SERVIZI ALLE PAG. 2 E 3 OGGI CON LA STAMPA

Persone citate: De Klerk, Iqbal Riza, Juvenal Habyarimana, Previti, Rigali, Tregua