«Dioniso oggi è africano»

Incontro con Ben Okri, nigeriano, uno dei maggiori scrittori di lingua inglese Incontro con Ben Okri, nigeriano, uno dei maggiori scrittori di lingua inglese «Dioniso oggi è africano» Così capirete le nostre tragedie inspiegabili e ai vostri occhi contraddittoria, inspiegabile». Probabilmente ci sfuggono le motivazioni profonde, eppure la tragedia africana ci sconvolge. «Io non nego la realtà della tragedia: è terribile. Ma vorrei precisare due cose. La prima, che viene dilatata, amplificata, dai titoli dei giornali, dalle immagini della televisione. La seconda, che si tratta della fase estrema di una lunga storia, spesso ignorata e addirittura non scritta. Una storia di lotte secolari, certo più limitate, quasi rituali. Non si può ignorare inoltre il fallimento, la mediocrità della classe politica africana. Ma vorrei rovesciare la domanda». D'accordo. «Quando pensiamo a grandi momenti non soltanto della storia, ma della cultura, dell'Occidente professiamo una reverente ammirazione. Che so, per il Rinascimento. Ma da quali travagli, da quali lotte spietate, da quali tragedie, sono usciti, o sono stati percorsi? Ad esempio le guerre civili dell'età elisabettiana». GU Stati Uniti sono usciti nell'Ottocento da una sanguinosa guerra civile. In tempi recenti, così è stato per la Nigeria e lei, in quanto Ibo, l'etnia del Biafra, lo sa bene. «Certamente. E vuol sapere una cosa? Pure in una situazione di tensione e di autoritarismo, nes¬ IL PROGRAMMA DI O sun nigeriano pensa oggi alla possibilità che esploda un'altra guerra civile. Tutti provano orrore di fronte a una simile prospettiva». Detto un po' semplicisticamente, qual è il ruolo dell'intellettuale, dello scrittore? «Io dico fermamente che è un ruolo decisivo nella formazione di una coscienza, che scaturisce proprio dalla riflessione intellettuale, vorrei dire dalla creatività. Non dal ripiegamento su se stessi, nel nome di un nazionalismo sterile. Non dal trionfo dell'ideologia, di qualsiasi ideologia, ma da un'esplorazione della nostra cultura, capace di confrontarsi con le altre culture senza perdere la propria specificità. Un immenso incontro di culture e di civiltà diverse capaci di intendersi. Se non la stupisce troppo, penso al progetto universalistico di Alessandro Magno. Nasceva nella prospettiva di un conquistatore, beninteso, ma era un progetto memorabile». Nei suoi libri, in particolare in «La via della fame», un'aspra dimensione realistica si fonde con una visione magica, surreale. Penso al protagonista, lo spirito che s'incarna in un fanciullo e che dovrebbe, in apparenza morendo, ritornare tra i suoi ma che rifiuta e decide di vivere soprattutto perché ama la madre. «Sì, questa situazione deriva dal OGGI mito africano ma s'incarna nella realtà. La magia ci sembra illogica, ma è parte della nostra cultura. E chi dice che non sia, forse, super-logica?». Come il rapporto tra fisicità, sensualità e spiritualità, «Precisamente. La nostra cultura, la nostra condizione esistenziale comportano una forte prevalenza della categoria dionisiaca rispetto a quella apollinea. A ben vedere, però, entrambe si incontrano». Penso che sia sciocco tentare delle previsioni, di ipotizzare un futuro. Vogliamo comunque provarci? «Dovrei essere pessimista, e forse lo sono, ma rifiuto un giudizio liquidatorio come è il caso, poniamo, di V. S. Naipaul. Dobbiamo ricavare da noi stessi le premesse per il futuro e uscire dalla disperazione». Una terribile bellezza sta nascendo, scrisse Yeats nel momento più cupo della lotta per l'indipendenza irlandese. «Sì. Ci vorranno forse delle generazioni per arrivarci. Pure, io credo che queste siano le ore più buie che precedono l'alba». Claudio Gorlier Ore 20. Vincenzo Prunelli, «Calcio, formazione dell'atleta» (Centro scientifico torinese) con E. Cortis, L. Nizzola, G. Venturin e S. Vatta. Ore 21. Alberto Papuzzi, Nicola Tranfaglia, Gustavo Zagrebelsky presentano Marco Marturano e Ugo Pecchioli autori di Mafia e corruzione (Franco Angeli). In libreria Ore 18: Campus Libri Incontro con Bruna Peyrot, autrice di Oltre le nuvole. Storia di una guaritrice d'anime (Astrea-Giunti). Ore 18: Fontana Edoardo Ballone e Ugo Massaglia presentano La cuciniera piemontese (Arnoldo Forni Editore) e Delfina Sissoldo Fiorini, autrice di A tavola con il re (Piemonte in Bancarella). Ore 21.30. «Caffé corretto Jerez», viaggio-spettacolo attraverso canzoni e musiche dall'area partenopea fino al Guadalquivir, in omaggio a Mediterraneo di Predrag Matvejévic. Regia di Francesco Contursi e Letizia Gariglio. Ore 21: Libreria Luxemburg Gilberto Bosco, Susanna Franchi ed Alberto Jona presentano Storia della Musica Ebraica di Abraham Zvi Idelsohn (La Giuntina). rubriche degli altri giorni della settimana, ospita lettere a cui sono tenuto a rispondere, in quanto a me indirizzate. Se lei vuole esprimere il suo parere, senza rischio di repliche o commenti, c'è a disposizione la rubrica «Lettere al giornale». Le mie risposte sono più concise, ma non elusive al lunedì, per lasciare più spazio alle lettere più lunghe. Uno degli scriventi mi aveva augurato di non essere ebreo, e così gli ho risposto. Ma l'indignazione era tutt'altro che vaga e le motivazioni le ha capite anche lei. [o.d.b.] Due millenni Egregio signor Del Buono, la lettera firmata I. e, Torino, e la lettera firmata Luigi Martino, Torino, pubblicate da La Stampa del 9 maggio, richiedono una risposta immediata, almeno da parte mia. All'autore della prima, che ricorda che gli ebrei nel mondo sono meno di 15 milioni, si può ribattere, invitandolo ad informazioni storiche adeguate. Cominciò quasi duemila anni fa l'imperatore Tito, conquistatore di Gerusalemme, distrut- Ben Okry Lo scrittore nigeriano ha vinto il prestigioso «Booker Prize» ed era finalista a Torino per il Grinzane Cavour

Luoghi citati: Gerusalemme, Grinzane Cavour, Nigeria, Piemonte, Stati Uniti, Torino