Camionista accusato di aver stuprato e ucciso 15 bambine di Fabio Galvano

VjVWLIVI Ilo IVI UVLsUàULU VII UUVt ÒIUJJI UlU V UWIÒU JL J VjVWLIVI Ilo IVI UVLsUàULU VII UUVt ÒIUJJI UlU V UWIÒU JL J LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE E' l'Inghilterra dei «supermostri». Dopo Frederick West, già accusato di avere ucciso undici donne sepolte poi in casa e nel giardino, un'intera nazione inorridisce ora per la vicenda di Robert Black, 47 anni, condannato a dieci ergastoli per una serie di efferati delitti che sono costati la vita a tre bambine. Ora si teme che anche per lui, come per West, il bilancio sia di quelli senza rete. Forse numerose altre bambine - cinque, dieci, quindici, le ipotesi crescono di ora in ora in un'agghiacciante spirale - hanno fatto la stessa fine; e non solo in Inghilterra, ma anche in Francia e in Olanda. La polizia inglese lavora in collaborazione con l'Interpol: si tratta di far luce su tanti casi misteriosi degli ultimi venticinque anni. Il primo dei delitti per il quale è stato condannato - il rapimento di Susan Maxwell, una bambina di 11 anni selvaggiamente violentata e poi uccisa - risale al giugno 1982. Ma già si sospetta che la sua prima vittima sia stata Aprii Fabb, una ragazzina di 13 anni scomparsa nell'aprile 1969. Lo stesso Black, poco dopo l'arresto avvenuto quasi casualmente nel 1990, aveva ammesso durante l'interrogatorio da parte di uno psichiatra di avere violentato «almeno 40 bambine» nella sua sordida esistenza. Per inchiodarlo alle sue re- sponsabilità la polizia ha interrogato, nel corso di 12 armi, 186 mila persone. Gli incartamenti delle indagini pesano 22 tonnellate e occupano due piani di un archivio a Newcastle, dove il «supermostro» è stato processato e condannato. Quelle indagini - le più complesse nella storia della criminalità inglese - sono costate quasi 30 miliardi di lire. Un anno dopo il primo dei delitti per i quali è stato condannato, la stessa sorte era toccata - luglio 1983 - a Caroline Hogg, 5 anni. Ma mentre le prime due vittime erano scomparse in Scozia, la terza - Sarah Harper, 10 anni, uc¬ La villa degli orrori a Gloucester, teatro o di undici delitti cisa nel marzo 1986 - era stata rapita a Leeds. E in Inghilterra c'era stato - Nottingham, 1988 - il tentato rapimento di un'altra bambina, Teresa Thornhill. La spiegazione di quella mobilità sarebbe venuta soltanto in seguito. Black faceva l'autista, con un camioncino distribuiva in tutto il Paese manifesti da affiggere. Quando la polizia lo arrestò nel 1990, in seguito al fallito rapimento di un'altra ragazza, le tessere di quel mosaico senza senso trovarono improvvisamente una precisa collocazione. Black era già stato in carcere una volta per molestie sessuali. VIENNA. Il celebre «cacciatore di nazisti» Simon Wiesenthal ha ribadito e articolato le accuse di decennale inattività in Italia formulate di recente sulla scia del caso dell'ex capitano delle SS Erich Priebke, rintracciato ultimamente in Argentina. Nelle settimane scorse Wiesenthal si era meravigliato dell'interessamento della giustizia italiana per la consegna v Priebke, affermando che ne mi 20 anni nella peniso «>n era stato «mai manifestato interesse» a catturare e processare i responsabili di crimini di guerra nel Paese. Wiesenthal ha mostrato copia di una lista da lui compilata e consegnata all'Italia nel 1967, affermando che in realtà il disinteresse è durato ancor più, quasi 30 anni. La lista contiene i nomi di 66 tirolesi del Nord appartenuti al comando operativo nazista responsabile nel 1944-45 di una serie di crimini nell'Italia settentrionale. Il documento, consegnato il 28 febbraio 1967 all'ambasciata d'Italia, metteva al corrente le autorità italiane che la procura di Innsbruck stava conducendo dal 1963 accertamenti preliminari su quei tirolesi, in parte ancora impiegati dello Stato, e chiedeva eventuali testimonianze e materiali di documentazione sulle attività degli indagati. «La nostra lettera - dice Wiesenthal non ha mai avuto risposta e negli Anni Settanta le ricerche furono sospese». [Ansa) Ero uno spostato, un balordo, ma anche uno sventurato. Scozzese, rimasto orfano giovanissimo, era cresciuto a Londra: un'esistenza solitaria, senza amici e senza famiglia. Nel segreto della sua mente bacata era diventato - parole del giudice Macpherson che l'ha condannato - «un uomo estremamente pericoloso». Con pazienza certosina, la polizia ha ripercorso tutti i suoi viaggi nel furgoncino della morte, dimostrando la sua presenza in occasione di ognuno dei delitti che gli sono stati attribuiti: è andata persino a controllare i suoi pieni di benzina. Non ha avuto scampo. Il mese prossimo, a Edimburgo, ci sarà un vertice di polizia. Si vuole indagare a fondo su altre 19 ragazze scomparse fra il 1969 e il 1988. Ci sono tutti i nomi. Alcuni furono già al centro di tormentati interrogativi, di vane indagini: Gennette Tate, Aprii Fabb, Collette Aram, tutte bambine la cui scomparsa coinciderebbe in modo sconcertante con i movimenti di Black su e giù per l'Inghilterra. Ma ci sono anche nomi non inglesi. Quelli di Penine Vigneron e di Virginie Delmas, per esempio: due bambine barbaramente uccise nei sobborghi di Parigi nell'estate 1988: proprio, guarda caso, mentre Robert Black trascorreva una vacanza in Francia. GLI EREDI DI JACK LO SQUARTATORE Andrej Chikatilo, il cannibale di Rostov, nella Russia meridionale. Uccise e mangiò 54 persone: 21 ragazzi, 14 ragazzine e 19 donne adulte. Un caso unico, conclusosi il 15 febbraio con l'esecuzione capitale, un colpo alla nuca. Chikatilo, 57 anni, insegnante, calvo, occhi spiritati, dal giorno dell'arresto, due anni fa, continuò a ripetere: «Uccidetemi». Le vittime venivano avvicinate nei posti più disparati e per 12 anni il «mostro» fu l'incubo della polizia. Frederic West, 52 anni, il mostro di Gloucester, Inghilterra occidentale. Il più cinico perché tra le 11 vittime ci sono la prima moglie, due figlie e un'amante incinta di lui. Le vittime erano tutte donne, uccise in una ventina d'anni, tra il 1973 e la fine degli Anni 80. E tutte finirono sepolte nelle due case (e nei giardini annessi) occupate da West in quel periodo. Da marzo il mostro è in carcere, assieme alla seconda moglie. L'attende l'ergastolo. Jeffrey Dahmer, gay trentenne di Milwaukee, negli Usa. Sta scontando 999 anni di carcere per aver ucciso 17 giovani omosessuali, attirati a casa sua con la scusa di un incontro d'amore, quindi drogati e decapitati. Con molti Dahmer ebbe rapporti addirittura dopo l'omicidio. E conservava in frigo le teste e i cuori, «per mangiarli più tardi», come disse all'agente che l'arrestava, nel '91. In una recente intervista ha detto: «Erano atti d'amore». Fabio Galvano