«Ferruzzi usati come agnelli sacrificali»

«Ferruzzi usati come agnelli sacrificali» «Ferruzzi usati come agnelli sacrificali» MILANO. La famiglia Ferruzzi è stata usata come «agnello sacrificale», per «dare un esempio» nelle vicende di tangentopoli, in cui i magistrati non potevano «mettere in un angolo la Fiat e l'Olivetti» e le procure «hanno il merito di aver abbattuto centri di potere ma anche la responsabilità di aver consentito che altri centri di potere raccogliessero il frutto delle indagini giudiziarie». Lo afferma Carlo Sama, ex amministratore delegato Montedison, in un'intervista che sarà pubblicata su Panorama. Sama ammette di aver compiuto «tantissimi» errori, ma di aver anche «subito tanti torti. Siamo stati descritti come ra¬ quisiti «eccellenti» dell'inchiesta. E allora ecco il colonnello Marchetti che chiama a raccolta i giornalisti per convincerli che «ci vuole coraggio a far chiarezza e pulizia al proprio interno; e noi non abbiamo esitato». Ecco, sopratutto, Antonio Di Pietro che rompe il suo abituale silenzio. Lui, delle inchieste in corso, non parla mai. Ma stavolta... «C'erano due possibilità dice - stare zitti, e allora tutti avrebbero pensato che volessimo lavare i panni sporchi in famiglia, oppure essere trasparenti. E in questo caso non vogliamo nascondere nulla». «Trasparenza», è la parola d'ordine. E Di Pietro spiega che una mano». I «banali episodi» sono «bustarelle» (si parla di qualche centinaio di milioni in totale), pagate da alcuni imprenditori ai finanzieri affinché «chiudessero un occhio» su irregolarità scoperte durante le verifiche fiscali. Il tutto avvenuto a partire dall'88-'89 e fino al '91, cioè almeno un anno prima di «Mani pulite». Però è proprio questa inchiesta a riverberare l'intera faccenda. Fosse successo da altre parti, forse, il tutto si sarebbe chiuso con una notizia in cronaca locale. Ma qui non si può. Qui siamo a Milano, caserma di via Fabio Filzi dove son passati tanti in¬ pinatori. Invece i Ferruzzi hanno sacrificato tutte le loro risorse economiche e finanziarie per non lasciare catorci nelle casse delle banche». Sama ricorda che tre giorni dopo l'annuncio dei progetti di ricapitalizzazione del gruppo furono congelati i conti per 10.000 miliardi. «Una decisione arbitraria - secondo Sama - presa nel corso di una riunione tra Mediobanca e quattro istituti di credito, Comit, San Paolo, Banca di Roma e Credito Italiano. Eppure, non eravamo usciti dai fidi, né la Banca d'Italia aveva risconirato irregolarità. Gardini e Cragnotti, i nostri futuri partner, vengono definiti fattucchiere». [Ansa] l'inchiesta è stata portata avanti «in modo autonomo» dalla Guardia di Finanza: «Un'inchiesta interna cominciata dalla vicenda di Francesco Nanocchio». E' il caso di quel sottufficiale (lui sì che collaborava con «Mani pulite») scoperto con cinquanta milioni in casa: erano la mazzetta pagata da un imprenditore indagato nell'ambito della compravendita dei palazzi Cariplo. Ma scusate, non avevate detto che quello di Nanocchio era un caso isolato? «Lo avevamo detto sì, allora risponde Di Pietro - ma, come sapete, noi abbiamo l'abitudine di sfrucugliare... La Finanza ha

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