Abbracciati sul letto per morire: salvati

Abbracciati sul letto per morire; salvati Tentato suicidio di due tossicodipendenti. Lui: «Qualcuno crede che abbia l'Aids, non è vero» Abbracciati sul letto per morire; salvati «Siamo soli, nessuno ci aiuta» e aprono il rubinetto del gas Hanno aperto il rubinetto del gas, si sono stesi sul letto e si sono abbracciati. Volevano morire. Li ha salvati la polizia: gli agenti hanno abbattuto la porta, li hanno soccorsi, accompagnati in ospedale. Avevano lasciato un biglietto: «Non ce la facciamo più, togliamo il disturbo, dimenticateci in fretta». Parole drammatiche. Dietro al gesto c'è la storia di due tossicodipendenti, Antonia Salato 32 anni e Massimo Zuccheri, 34: «Siamo soli, nessuno ci aiuta». Lui: «Qualcuno adesso crede che io sia sieropositivo, ma non è vero, le analisi lo hanno escluso». Antonia e Massimo abitano in via Carlo Alberto 41. Un piccolo alloggio al secondo piano: ingresso, angolo cucina, stanza da letto. Raccontano: «Ci siamo conosciuti una decina di anni fa, eravamo in una comunità di Moncalieri, ci volevamo bene». Massimo lavorava per una ditta che ripara ascensori: «Mi hanno licenziato tre mesi fa. Allora siamo andati in Jugoslavia, i miei genitori sono dell'I- stria, volevamo portare aiuto a quelle genti. Laggiù mi sono sentito male, mi hanno detto che ero sieropositivo. Non è vero, esami fatti all'Amedeo di Savoia lo smentiscono, ma qualcuno non mi crede». I vicini parlano sottovoce di quei due giovani: «Ci sono problemi ogni giorno, litigano sempre». Martedì sera uno di loro ha telefonato ai carabinieri: «Non si può più andare avanti». Ennesimo diverbio. I militari hanno calmato Antonia e Massimo. Lui: «Io sto smettendo di bucarmi, lei invece è ancora vittima della droga». Ieri mattina hanno tentato di uccidersi. Lui ha aperto il rubinetto della cucina poi, con una serie di tubi di gomma raccordati tra loro, ha incanalato il gas alla camera da letto. E, con nastro da imballo, ha chiuso le fessure di porte e finestre. Ha scritto un biglietto: «Babbo, mamma, Nella, Paolo, non ce la facevamo più a non essere creduti, vorremmo essere sepolti assieme, dimenticateci in fretta». Sotto, la sola firma di Massimo. Antonia dice che lei non voleva morire: «Ha finto di assecondare Massimo per evitare guai peggiori. Mi sono stesa accanto a lui, ho finto di addormentarmi, poi ho telefonato alla questura per chiedere aiuto». Erano le 8. Gli agenti Silvio Pesce e Nicola Panella sono saliti al secondo piano. Hanno bussato: «C'era un forte odore di gas, si sentivano dei rumori, la voce di una ragazza; abbiamo abbattuto a spallate la porta». Antonia era a terra, lui sul letto: sono stati soccorsi, rianimati, portati al Mauriziano. Le loro condizioni non erano gravi, ma i medici volevano tenerli in osservazione: loro hanno voluto essere dimessi, e sono tornati a casa. [e. mas.] Antonia Salato e Massimo Zuccheri sono stati salvati dalla polizia

Persone citate: Amedeo Di Savoia, Antonia Salato, Nicola Panella, Silvio Pesce

Luoghi citati: Jugoslavia, Moncalieri