L'obiettivo? La sicurezza

Meno camion sulle autostrade: si risparmia tempo, denaro, vite umane e si riduce l'inquinamento Meno camion sulle autostrade: si risparmia tempo, denaro, vite umane e si riduce l'inquinamento L'obiettivo? La sicurezza Cambiano le strategie dell'Europa Riduce gli incidenti con danni corporali di circa il 90%, permette un risparmio di circa un terzo dell'energia destinata al trasporto, comporta una riduzione del 90% delle emissioni tossiche e abbatte l'inquinamento acustico. E' il trasporto combinato, la tecnica che unisce la strada alla rotaia per il trasporto delle merci in tutte le parti del mondo. Una tecnica ed un sistema destinato ad essere l'unica via percorribile per abbattere costi e garantire una rapida consegna delle merci in tutti i punti di destinazione. Finora, infatti, l'industria ha sempre privilegiato il trasporto stradale, ma da quattro anni quello combinato inizia ad ottenere significativi consensi, passando dal 5% al 35% del mercato del trasporto. Gli operatori, cioè, iniziano a comprendere come il combinato abbini i vantaggi della raccolta e distribuzione capillare delle merci affidate ai camion a quelli dei treni che riescono a coprire lunghe distanze ad alta velocità, senza rischi riguardo la sicurezza e, soprattutto, senza inquinare. Ed è la stessa Cemat, la società che gestisce il trasporto combinato nel Paese, di comune accordo con le Ferrovie dello Stato e gli operatori, a evidenziarne i vantaggi concreti. «Innanzi tutto è una modalità di trasporto del tutto innovativa spiegano alla Cemat - che ottimizza, integrandole tra loro, le valenze più interessanti in termini di efficacia ed efficienza del trasporto stradale e di quello su rotaia». Ma siamo solo all'inizio: «Il combinato è la risposta seria al fenomeno della saturazione delle infrastrutture - proseguono i tecnici Cemat - ; è un sistema utile per la salvaguardia dell'ambiente e vantaggioso in termini di utilizzo delle superfici». Gli esperti sottolineano poi come il trasporto combinato «garantisca maggior sicurezza, specialmente per i trasporti più pericolosi, sia vantaggioso per i trasportatori e soprattutto economico per la bilancia dei singoli Stati». Infatti «richiede investimenti in infrastrutture e materiali rotanti relativamente meno consistenti ed è fonte di normalizzazione nel rapporto tra gli Stati per quanto attiene alle problematiche di contingentamento del trasporto merci, favorendo inoltre un maggiore equilibrio nel rapporto con i Paesi terzi». Vi sono poi i problemi ambientali. Oggi chi scommette sul trasporto combinato in Europa sono soprattutto la Germania e l'Italia, ma di recente anche Svizzera a Austria stanno valutando questa tecnica di trasporto come valida per porre fine ai seri problemi ambientali e sociali che derivano dall'affluente traffico di Tir nei loro Stati. Insomma, il trasporto combinato pare la risposta a un ventaglio molto ampio di esigenze. Prima di tutto economiche. Dal «Libro verde su trasporti e ambiente» scritto dal commissario Cee Van Miert, e da un recente studio della Kombiverkekr, la società che gestisce il combinato in Germania, sorella della Cemat, si evince come l'industria del trasporto merci produca nella Comunità Europea il 7% dell'intero prodotto interno lordo, ma i costi sociali del trasporto stradale, tra energia, ingorghi, inquinamento acustico e ambientale, incidenti stradali, incidano per un 4-5% sul Pil della Cee. In pratica, il trasporto delle merci con i «bisonti» che sfrecciano per le strade della Comunità costa tra il 60 e il 70% del prodotto complessivo ottenuto dall'industria dei trasporti. Un costo quindi elevatissimo. Basta guardare i dati dello studioso dello studio Kombiverkekr: nel solo '86 gli incidenti stradali in tutti gli Stati comunitari hanno provocato 9 mila morti e 450 mila feriti. Le responsabilità dei Tir sono note, ma la società tedesca insiste perché è convinta che il 75% dei danni alle persone potrebbero essere eliminati concentrando sul trasporto combinato la maggior parte del traffico delle merci. In teoria si risparmierebbe la vita a 8550 persone e non finirebbero in ospedale 427 mila persone. Infatti per i tedeschi (e anche per la Cemat) «trasferire un milione di trasporti su quello "combinato" consente di evitare incidenti quantificabili in 12 morti e 300 feriti». In più, prevedendo un incremento del «combinato» dell'8%, nel Duemila la riduzione di incidenti potrà essere quantificata in 250 morti e 6500 feriti in meno a fronte di 45 milioni di tonnellate di trasporti. Un mezzo «salvavita» quindi, ed un contributo non indifferente alla salvaguardia dell'ambiente.

Persone citate: Van Miert

Luoghi citati: Austria, Europa, Germania, Italia