Saja: l'Antitrust farà la sua parte
Saja: l'Antitrust farà la sua parte Confalonieri: relazione ok Saja: l'Antitrust farà la sua parte ROMA. «Non guarderemo in faccia nessuno»: se per caso Silvio Berlusconi usasse il potere politico per garantire ingiusti vantaggi sul mercato alle sue aziende, l'Autorità garante della concorrenza e del mercato interverrebbe. Francesco Saja, presidente di quest'organo che per brevità tutti chiamano Antitrust, tiene molto ad accreditarsi come arbitro al di sopra delle parti, in un Paese che stenta a capire questo ruolo autonomo, indipendente dal governo; ma non dà l'impressione di vedere pericoli immediati. «Finora spiega - non abbiamo ricevuto contestazioni da parte di imprese concorrenti». L'Antitrust presentava ieri la sua relazione annuale, davanti a Scalfaro e a tutte le altre autorità dello Stato. E' stato inevitabile che gran parte delle domande ruotassero attorno a un unico problema, al grande imprenditore diventato capo del governo: Saja, giurista ed ex presidente della Corte costituzionale, ritiene che «si debbano porre al più presto delle barriere tra potere politico e potere economico». Ma, aggiunge, i meccanismi di garanzia già operanti sono numerosi: dal Capo dello Stato, fino alla magistratura ordinaria, che nel caso di interesse privato in atti di ufficio sarebbe obbligata a intervenire, perché si tratta di un reato penale. Una ipotesi che Saja avanza, a titolo di esempio, è di creare delle norme per valutare il patrimonio che un cittadino ha al suo ingresso in politica, e quello che ha dopo: «Lo hanno fatto negli Stati Uniti, lo potremmo fare anche noi». La competenza dell'Antitrust non si estende tuttavia ai mezzi di comunicazione di massa «perché di stampa e televisione si occupa il Garante dell'editoria, ed è bene che sia così», come ha commentato all'uscita il presidente della Fininvest, Fedele Confalonieri (al quale la relazione di Saja è parsa «molto positiva»). Per l'immediato futuro, la preoccupazione principale di Saja riguarda l'ampio processo di privatizzazioni che il nuovo governo è intenzionato a condurre. Si tratta di una «occasione irripetibile dice il presidente dell'Antitrust per determinare una struttura concorrenziale dei mercati»: non bisogna sostituire a un monopolio pubblico un monopolio privato». In qualche caso invece, sembra che il potere pubblico tenda soltanto a «massimizzare i proventi delle cessioni» senza curarsi di istituire condizioni di vera concorrenza, a tutela dei consumatori e a vantaggio di tutta l'economia. La critica più precisa riguarda la futura privatizzazione dell'Enel. «Ecco - ha spiegato Saja poi ai giornalisti - mi pare che dare a una società privata una concessione di 99 anni non sia la forma più adeguata per trasformare in senso concorrenziale la struttura del settore». L'Antitrust invita il governo a studiare come si possano separare le attività necessariamente monopolistiche da quelle che possono essere aperte alla concorrenza; per esempio si potrebbe introdurre «una netta distinzione tra la gestione della rete e quella del servizio». [s. le.] Francesco Saja presidente dell'Antitrust ed ex presidente della Corte Costituzionale
Luoghi citati: Roma, Stati Uniti
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