Tutte le guerre in 400 scontri di Bruno Ventavoli
Tutte le guerre in 400 scontri Tutte le guerre in 400 scontri Dai misteriosi Hyksos al martirio della Bosnia di Terenzio Vairone e Paolo Emilio, con una manovra di cavalleria che rimase a lungo nei trattati militari, geniale come una «Gioconda». Ma poi, invece di vibrare il colpo decisivo sugli odiati romani, aspettò e perse tutto. Spesso la guerra è occasione di imprese titaniche, sproporzionate, sprecone. Nel lontano Oriente gli imperatori cinesi spesero anni, risorse e sogni per costruire una gigantesca Muraglia che poi non riuscì a fermare gli invasori del Nord. La Linea Maginot fu elusa come un'aiuola dalle armate tedesche. I romani per battere un pugno di zeloti a Masada (nel 73) sul Mar Morto costruirono gigantesche rampe d'assedio; quando entrarono nella fortezza scoprirono che i ribelli si erano suicidati tutti. Sulla Somme gli anglo-francesi combatterono per otto giorni contro i tedeschi, le due parti si vomitarono addosso un inferno di fuoco, bruciarono migliaia di vite, ma il fronte si spostò di dodici metri. Dietro le vittorie, dietro le resistenze, c'è l'opera silenziosa di scienziati, alchimisti, maghi, cartomanti. Leone HI tenne a bada la sterminata flotta del califfo Sulayman nell'assedio di Costantinopoli grazie al misterioso «fuoco greco», una miscela di nafta, zolfo, calce A- RRIVAVANO da Oriente, usavano il cavallo e il carro da guerra, adoravano un dio strano e sapevano for giare il bronzo. Gli Hyksos sbaragliarono l'esercito egiziano e dominarono per alcuni secoli e una manciata di giorni, finché i legittimi faraoni non insorsero e cacciarono gli stranieri. Su questa pulizia etnica molti cronisti antisemiti sono poi intervenuti, cavillando, falsificando un passo di Manetone per trovare conferma dell'esodo ebraico nella fuga dei «pastori semiti». Con l'invasione degli Hyksos (16741567, a. Cr.) si apre il Dizionario delle battaglie (pubblicato da Vallardi, a cura di Renzo Rossi) che raccoglie luoghi, date, curiosità, strategie di oltre 400 scontri dell'umanità. Stanno tutti nel palmo di una mano, e catalogano quattro millenni di sogni di gloria. Nell'enciclopedia tascabile crollano imperi, nascono nuove nazioni, si scontrano dèi, ideologie, ma anche umane intelligenze. Non sempre vincere serve per trionfare. Un genio della strategia come Pirro, per esempio, piegò i consoli romani Publio Sulpicio e Decio Mure ad Ascoli Satinano (279 a. Cr.), ma pagò così caro che tutti gli sforzi furono inutili. Annibale sbaragliò a Canne (216 a. Cr.) le truppe romane viva che esplodeva a contatto con l'acqua e non si spegneva. Altro fuoco marino nella Manica. L'Invincibile armata spagnola che fece rotta verso l'Inghilterra, oltre alle tempeste e ai bombardamenti, incappò nel «brulotti» di Lord Charles Howard, battelli carichi di esplosivo. Dall'acqua all'aria. Nel 1794, nella battaglia di Fleurus, tra i rivoluzionari francesi e le truppe della coalizione, fu usato per la prima volta il «pallone frenato» per sorvegliare i tiri dell'artiglieria. Nel 1849, i palloni di Radetzky bombardarono dalle nuvole l'insorta Venezia. Passano quasi cent'anni, siamo a Creta, nel 1943: avviene il primo lancio di paracadutisti (tedeschi). Nell'epoca moderna la guerra diventa un trionfo di tecnica, industria, acciaio. Si comincia dalla secessione americana (2400 scontri in quattro anni), si arriva ai conflitti mondiali (nella prima debuttano il fucile a serbatoio di Maxim, padre di tutte le mitragliatrici, il lanciafiamme, i gas asfissianti, i tank). Le battaglie sono rumorose, puzzolenti, fangose. Ma nelle miniature antiche, sui visi ieratici dei combattenti c'è solo una vena di stupore. Gli scontri sembrano giostre asettiche di un luna park. Bisogna aspettare il cinema per riempire d'orrore e paura il morire in batta¬ In alto da sinistra, militali nella Prima Guerra Mondiale A destra, un galeone della Invencible Armada. Qui accanto, Castro e Guevara glia. In questa enciclopedia sfilano soldati multicolori, eroici, fifoni, traditori, immortali. Militari che invecchiano sui campi di battaglie ma anche contadini veloci come fast food. I coloni di Concord, in America, venivano chiamati «minutesmen» perché erano pronti a combattere con un minuto di preavviso. A Lexington, questi rudi pionieri respinsero nel 1775 i soldati inglesi e accesero le polveri per la guerra di indipendenza americana. La modernità è costellata di guerre che fanno parte del nostro patrimonio visivo. Ottantun barbuti che masticano sigari e agli ordini di Fidel Castro si prendono Cuba; nello stesso anno (1956) i cittadini ungheresi disarmati cercano di bloccare 200 mila russi su 2500 carri armati; poi l'inferno del Vietnam, la rivoluzione sandinista, la «guerra delle pietre» (l'intifada in Israele), gli scud di Saddam. Si finisce con la Somalia e l'ex Jugoslavia, dove sotto gli occhi di tutti è lo spirito unificante dell'umano battagliare: «Nessuna delle parti in campo ha mai rispettato i ripetuti cessate il fuoco e i tentativi delle varie diplomazie di giungere a un accordo, o comunque a un colloquio costruttivo, non hanno avuto esito». Bruno Ventavoli
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