Bologna, una strage fascista»

Ergastolo per Fioravanti, la Mambro e Picciafuoco: «Sono gli autori materiali» Ergastolo per Fioravanti, la Mambro e Picciafuoco: «Sono gli autori materiali» Bologna, una strage fascista» Ribaltata la sentenza, Gelli condannato per P2 e Servizi depistarono le indagini calunnia, assolto l'ideologo nero Fachini anche i generali Musumeci e Beimonte. Secondo la prima sezione della corte d'assise, i due ufficiali del Sismi non agirono per soldi (come sostennero invece i giudici del primo appello), ma per depistare le indagini. Il Sismi di Giuseppe Santovito mise in atto l'operazione «teiTore sui treni» per orientare l'inchiesta verso una fantomatica pista internazionale. Il punto più alto dell'azione di depistaggio fu il una sentenza pronunciata nel nome del popolo italiano, ma non confesso. Fioravanti, perché si preoccupa delle reazioni di sua moglie? «Perché la prenderà molto male, me l'aveva detto. Io stanotte prendo una camomilla e mi addormento, e domattina correrò come tutti i giorni. Lei no. Per le donne è più difficile subire questi colpi... E poi è assurdo che proprio Francesca, quella che tra di noi ha sempre combattuto e criticato ogni minimo dialogo con la destra dei Signorelli e dei Delle Chiaie, si ritrovi con questa condanna». Stefania Dorigo Martinotti partecipa commossa al dolore della famiglia per la perdita del prof. Mario Einaudi Torino, 16 maggio 1994. Gianna Morosini è vicina con alletto alla famiglia. I Dirigenti, i Collaboratori e tutti gli Amici della Casa Editrice Einaudi sono vicini a Giulio Einaudi e alla famiglia per la scomparsa del fratello MARIO. Torino. 16 maggio 1994. Giorgio Fantoni e Massimo Vitta Zel- man partecipano alfettuosamente al dolore di Giulio Einaudi per la scomparsa del fratello MARIO. — Milano, 16 maggio 1994. Delfina e Livio Ramello ricordano con rimpianto. Enrico Filippi e Terenzio Cozzi, unitamente ai colleghi tutti del consiglio di amministrazione, dei comitato scientifico e del collegio del revisori, prendono viva commossa parte al lutto della famiglia Einaudi nel ricordo incancellabile del MAESTRO e AMICO Torino. 16 maggio 1994. Partecipano al lutto Carmela e Luigi Pasinetti. Il Personale e gli Studiosi tutti della Fondazione sono vicini, con viva partecipazione, alla famiglia. Torino, 16 maggio 1994 Manuela Albertone e Alberto Masoero ricordano commossi il prof. EINAUDI. L'Accademia Nazionale dei Lincei ha il dolore di annunciare la scomparsa del Socio Straniero della Classe di Scienze Morali. Storiche e Filologiche prof. Mario Einaudi avvenuta in Dogliani (Cn) il 15 maggio 1994. L'Accademia delle Scienze di Torino partecipa con profondo cordoglio la scomparsa del Socio nazionale prof. Mario Einaudi — Torino, 16 maggio 1994. La Presidenza, il Consiglio direttivo, il Collegio dei Revisori, il Segretario, il Direttore e il Comitato Scientifico Luigi Einaudi si uniscono al generale cordoglio per la scomparsa del Consigliere L Mario Einaudi f. Lprof. e ricordano con gratitudine il contributo scientifico assicurato all'Ente sin dalla sua fondazione nonché la saggezza e l'enlusiasmo profusi nell'impegno per la formazione culturale dei giovani. - - Roma, 17 maggio 1994 Il Presidente, la Giunta, il Consiglio ed i Funzionari tutti della Provincia di Torino si uniscono al dolore della famiglia per la scomparsa del professor Mario Einaudi L'annunciano con rimpianto la moglie Clccl, la figlia Elisabetta con Gino, fratelli, sorelle e parenti tutti. Funerali mercoledì 18 oro 15 nel Duomo di Fossano. Torino, 16 maggio 1994 Gabriella Rustlchelll Peragine Lidia Patrizia partecipano commosse al dolore della famiglia per la perdita del caro amico Di fianco Licio Gelli, sotto un'immagine della strage di Bologna avvenuta il 2 agosto del 1980 talmente assurda che non riesco a prenderla nemmeno come una vera e propria tragedia. In questo momento non me la sento di lanciare accuse precise, ma so per certo che più di un partito, di maggioranza e di opposizione, non s'è occupato di capire qualcosa della strategia della tensione, ma di guadagnarci il più possibile. Sanno che non arriveranno alla verità, ma gli fa comodo così. Hanno assolto tutti i mandanti, non siamo più il braccio armato della P2, sono rimasti solo Mambro e Fioravanti che, un po' annoiati, hanno fatto saltare per aria 85 persone. Se non è assurdo questo...». Ma con questo risultato non sente ancora più inutili tutti i morti che avete provocato? «Non lo so. Certo che di fronte a questi giochi di potere penso pure che i motivi per ribellarsi c'erano eccome. Non si tratta di rilegittimare la lotta annata, perché è chiaro che non bisognava ammazzare quelle persone. Ma è anche chiaro che i buchi neri della democrazia non si affrontano con i libri di filosofia. E' pure possibile che il nostro "spontaneismo" sia riuscito ad inceppare il meccanismo dei fascisti stragisti e al servizio dello Stato, e ora è arrivata la ritorsione». Ma se non siete stati voi, chi ha messo quella bomba? S'è fatto un'idea oppure pensa anche lei, come Gelli, che qualcuno ha buttato una sigaretta accesa vicino all'esplosivo dimenticato? «Io continuo a pensare che, se una logica esiste, è quella della vicinanza temporale della strage con Ustica e con l'attentato a Palazzo Marino, un altro mistero. Bisognerebbe cercare tra queste due cose, ma non credo che uscirà qualcosa, visti i magistrati che indagano». Che farà adesso? ((Adesso sento molta stanchezza, ma poi spero che prevarrà la nostra capacità di resistere e di ricominciare. Speriamo in una Cassazione più civile, anche se ci vorrà almeno un altro anno. E speriamo anche che arrivi il giorno che non si accontenteranno più di due ex ragazzini stragisti, e prevalga un po' di onestà». ritrovamento di una valigetta sul treno Taranto-Milano: conteneva documenti ed esplosivo uguale a quello usato in stazione. Scopo dell'operazione: indirizzare le indagini verso i neofascisti francesi e tedeschi per proteggere quelli italiani. Per il pg Franco Quadrini, che aveva presentato ricorso per Cassazione contro la sentenza d'appello assolutoria, l'obiettivo ultimo era utilizzare lo sdegno per gli attentati per imporre nel Paese una svolta autoritaria. Un impianto accusatorio che ha retto l'esame dell'appello bis. Marisa Ostolani