La prima volta di Silvio

Il discorso del presidente del Consiglio: dalla politica estera agli auguri per la salute del Papa Il discorso del presidente del Consiglio: dalla politica estera agli auguri per la salute del Papa La prima volta di Silvio «Occhetto offende l'onore del Paese» di legge che riguarda la tutela dell'ambiente. Il governo considera suo patrimonio l'insieme di ricerche e proposte dei Verdi italiani». SANITÀ'. «I cittadini sanno che si spende troppo e male. L'obiettivo? Una gestione manageriale degli ospedali improntata ad una efficienza competitiva del sistema sanitario». TROPPE LEGGI. «Abbiamo prodotto e immagazzinato, e produciamo tuttora, troppe leggi. Cercheremo ogni volta che sarà possibile di ridurle, ricorrere a regolamenti, semplificare la tassazione». LE RIFORMI. Il governo mira a un «rafforzamento del potere di decisione diretta dei cittadini sul governo, pur nei limiti di una democrazia che è e resta una democrazia rappresentativa». LE TELEVISIONI. «Nel settore dell'in¬ formazione e della comunicazione radiotelevisiva va assicurata una presenza pubblica qualificata accanto ad una pluralità di soggetti operanti sul mercato». IL CONFLITTO DI INTERESSI. «Il problema è stato sollevato talvolta con equilibrio e talvolta con punte di malevolenza propagandistica fin troppo evidenti. E' nostra convinzione che sia vigente in Italia un forte sistema di garanzie e di controlli: il Capo dello Stato, a cui ci lega un rapporto di fiducia e a cui va il nostro deferente saluto, l'autorità antitrust, del Garante per l'editoria, della magistratura, il carattere collegiale del Consiglio dei ministri e delle sue procedure decisionali, e naturalmente lo specialissimo ruolo dell'opposizione». I FATTI. «Il governo chiede, soprattutto su questa materia, di essere A) ridurre gli oneri contributivi per le imprese che creano, al netto, nuovi posti di lavoro; B) liberalizzare le assunzioni per chiamata nominativa; C) introdurre l'assunzione diretta per le imprese con più di tre e fino a quindici dipendenti; D) modificare in senso più incentivante per le imprese i contratti di formazione-lavoro; E) introdurre l'Istituto del lavoro interinale con modifiche alle proposte del precedente ministero; f) introdurre norme che favoriscano il tempo determinato ed il part-time (soprattutto per gli impieghi femminili), nonché altre misure che accrescano la flessibilità del mercato del lavoro; G) rivedere le normative sugli appalti pubblici per evitare il protrarsi del blocco dei contratti della pubblica amministrazione. giudicato dai fatti e non in base ai pregiudizi. Tutto è possibile, tranne una cosa: stabilire che un imprenditore non ha gli stessi diritti politici di ogni altro cittadino». LA MAGISTRATURA. «Questo governo è dalla parte dell'operazione di moralizzazione della vita pubblica intrapresa da valenti magistra¬ I CENTO Nei primi cento giorni di attuazione del progle proposte legislative Il governo si impegna altresì: gpg1) ad accelerare il processo di privatizzazione delle imprese pubbliche, partendo da Ina, Stet, Enel ed Eni; 2) ad eliminare l'imposta sui redditi inferiori a 10 milioni, anche per rispondere alle attese di milioni di cittadini in età di pensione, che hanno diritto a una tutela e a una difesa del potere d'acquisto del loro reddito; 3) ad introdurre incentivi fiscali per il rilancio degli inve- ■ ■ stimenti, con particolare riferimento alle piccole e me- 5 JÈ die imprese w w O GIORNI di governo, ovvero nella prima fase ramma, ci impegniamo a presentare necessarie per: ti... L'indipendenza dei magistrati non sarà messa in discussione». FALCONE E BORSELLINO. «Due grandi magistrati hanno dato la vita nel segno della legalità e contro la mafia. E' nel loro nome, il nome di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che il governo si sente vincolato a proseguire l'opera». A sinistra, il banco del governo durante la lettura del programma Qui accanto, il presidente del Senato Carlo Scognamiglio PAROLE A CACCIA DI VOTI quella parola - antifascismo - che è un po' un pezzo di fondamenta del malandato edificio della Repubblica, quanti aggrovigliamenti, sottintesi, giri di parole! Fino al tortuoso riconoscersi nel «leale rispetto verso la nostra architettura costituzionale», una formula vuota, ma forse - ne ha tutta l'aria - concordata al millesimo con gli alleati e per blandire gli oppositori. Così, sulla mafia, altro punto controverso e argomento principe degli avversari nei suoi confronti, Berlusconi ha voluto prendere solennemente un impegno, con l'aggiunta di parole chiare e l'evocazione di Falcone e Borsellino applaudita da tutti. Ma non ha rinunciato a riproporre nel suo programma la modifica della legge sui pentiti che, in mancanza della stessa chiarezza usata per altre proposte, rischia di mettere in allarme sia i pentiti, sia gli operatori antimafia che avvalendosi della collaborazione degli ex mafiosi hanno raggiunto importanti risultati nella lotta alla criminalità. Inoltre, Berlusconi è stato assai franco, per non dire spregiudicato, nel riconoscere che l'ombrello del liberalismo, sotto il quale indifferentemente si presentano tutti i nuovi attori della politica, in Italia è una grande tradizione e insieme una grande incompiuta: «Un gigante culturale e un nano politico». Come dire che tra il dire e il fare... Ma appunto, se questa è la situazione - come lui stesso ha voluto riconoscere - che senso ha enunciare nel «programma per i cento giorni» un perfetto decalogo liberista, meno tasse per le imprese, meno contributi, meno vincoli, più assunzioni nominative, più part-time, più appalti, per poi dover riconoscere che il Paese non si governa «dogmaticamente», senza un pizzico d'assistenza, senza cassa integrazione e senza «il necessario dialogo» con i sindacati? Per non dire - alla fine, quando Berlusconi è tornato a essere Berlusconi - del richiamo alla solidarietà, alla famiglia, a prosperità e serenità, perfino al Papa, e a quella conclusione - anch'io ho fatto un sogno - che nel mondo rievoca la suggestione di Martin Luther King, ma che in Italia, purtroppo, è finita in bocca anche a Claudio Signorile. Naturalmente, è del tutto comprensibile, e fa parte del gioco politico, che Berlusconi, a caccia di voti per la fiducia in un Senato in cui non ha la maggioranza, cerchi di conquistare consenso in tutti i modi. E non c'è da meravigliarsi che il senatore Grillo, uno di quei de sospettati di non voler passare all'opposizione con il suo partito, abbia detto che Berlusconi gli è sembrato «democristiano». Forse non c'è neppure da sorprendersi che il leader di Forza Italia, una volta indossato l'abito presidenziale, abbia perso lo slancio di novità che lo ha reso attraente per la maggioranza degli elettori. Basta prenderne atto, è così magari Berlusconi pensa che questo è l'unico modo di governare l'Italia. Marcelo Sorgi LA STAMPA Quotidiano/ondalo nel 1H67 DIRETTORE RESPONSABILE Ezio Mauro VICEDIRETTORI Lorenzo Mondo, Luigi Iji Spina Gad Lerncr REDATTORI CAPO CENTRALI Vittorio Sabadin, Roberto I tei lato EDITRICE LA STAMPA SPA PRESIDENTE Giovanni Agnelli VICEPRESIDENTI Vittorio Caissotti di Chiusano Umberto Cuttica AMMINISTRATORE DELEGATO E DIRETTORE GENERALE I'aolo Paloschi AMMINISTRATORI Enrico Autori Luca Corderò di Monlezemolo Jas Gawronski Giovanni Ginvannini Francesco Paolo Mattioli Alberto Nicolello STABILIMENTO TIPOGRAFICO La Stampa, via Marenco 32, Torino STAMPA IN FACSIMILE * La Slampa, v.G. Bruno &4, Torino STT srl, v. C. toniti 130, Roma STS spa, Quinta Strada 35, Catania Nuova SA ME spa, v. della Giustizia 11, Milano L'Unione Sarda spa, v.lc Elmas, Cagliari CONCESSIONARIA PUBBLICITÀ l'ublikompass Spa v. Carducci 29, Milano, tel. (02) 86-170.1 c. M. d'Azeglio 60, Torino, tel. 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