Parolaio di Irene Pivetti

Parolaio Parolaio MASCHIETTI... Eufemismo addio. E tanti saluti anche alle convenzioni lessicali che addolciscono e smussano le asprezze nel rapporto tra i sessi. Giorgio Soavi, sulla Voce, rimembra ancor avventure mancate da Anni Cinquanta: «Quando mi spostavo» per gli Usa con i Greyhound «non cercavo spinelli, mi lavavo tutti i giorni ed oro così in ordine che dovevo essere o sembrare ripugnante agli occhi dei beatniks che stavano tutti sudici» e «riuscivano a infilarsi in qualche casa dove, beati loro, trovavano qualche topetta che gliela rifilava allegramente». Beati loro. Come Vittorio Sgarbi e Umberto Bossi i quali, usciti a braccetto da una gozzoviglia per festeggiare la nascita del nuovo governo, hanno risposto così al cronista di Repubblica che chiedeva come mai avessero fatto pace dopo tanti insulti sanguinosi: «La figa unisce». Irene Pivetti ... E FEMMINUCCE. Intanto, sul fronte opposto a quello dei maschiacci impenitenti, è tutto un intrecciarsi di narcisismi, rancori e sdilinquimenti. Pialuisa Bianco intervistata da Epoca: «Non sono stata partorita né da destra, né da sinistra. Ma dalla mia bravura». Accipicchia. Sul Messaggero Maria Antonietta Macciocchi dedica amichevoli pensieri a Ida Magli, definita la «pretessa femminista anti-Papa, esaltata dai media di sinistra» e la cui «opera di antropologa era destinata a sancire l'"antropologica inferiorità" non delle donne ma del Papa». Altrimenti, che «anti-Papa» sarebbe? Lamentazione surreal-politicopsicanalitica di Livia Turco sull'Unità: «All'Io deciso di Irene Pivetti non possiamo più contrapporre un'identità collettiva generica». Ecco il problema. SMEMORANDA. Mai riscrivere la (propria) storia: il rischio è di fare una bratta figura. Come è accaduto al cantautore Ernst Nolte Roberto Vecchioni che si è sentito in obbligo di «puntualizzare di non aver mai tenuto concerti per Craxi». Ma il Secolo d'Italia puntualizza sulla puntualizzazione e afferma che Vecchioni ha cantato una volta a piazza Navona «per il psi di Craxi dopo il comizio di chiusura della campagna elettorale tenuto dall'architetto Portoghesi». Il tempo, grande scultore. LA BEFANA VIEN DI NOTTE. Il linguista Raffaele Simone narra all'Unità le reazioni fu- I II li I narr ribonde dei colleghi accademici dopo che era uscito un suo velenoso pamphlet sulle nefandezze dei baroni universitari: «Mi hanno raccontato di una riunione straordinaria di un gruppo di notabili che hanno passato qualche mezz'ora a domandarsi se non era il caso di promuovere un'azione punitiva nei confronti dell'autore di questo libro». E visto che ci si trova, Simone rincara la dose: «E' notorio che i fondi di ricerca vengano spesi per pagarsi viaggi di vacanza e che sono frequenti le missioni di ricerca che iniziano il 24 dicembre per finire il 6 gennaio». Di Pietro, pensaci tu. TI SPACCO LA MUSA. Ma che anima sensibile alberga nel petto del poeta Cesare Viviani. Il quale, accogliendo con mirabile senso della tolleranza le osservazioni critiche di Alfonso Berardinelli su quel «dolce dir nulla» in cui pare si sia JM persa la giovane poesia italiana, dichiara a Tut- tolibri che quello del critico è soltanto «malanimo» ancorché «denigratorio» e venato di risentimento: «Berardinelli ha pubblicato un libro di poesie nel 1975 che non ha avuto alcuna fortuna». HEIMAT. Sull'Espresso lo storico «revisionista» Ernst Nolte si lamenta perché in una intervista rilasciata al settimanale sono scomparsi quei prudenziali «ho l'impressione che» e «mi sembra» che avrebbero fatto capire in quale misura lo studioso tedesco fosse non proprio «ben informato sull'attuale posizione politica italiana». E definisce Gian Enrico Rusconi «la mia istitutrice permanente di sesso maschile in Italia». NEMO PROFETA. Sul Giornale Gianfranco Morra mette perfidamente in rilievo la sentenza che conclude una ponderosa ricerca sulla «geometria politica in Italia» condotta nei mesi scorsi dal sociologo Luca Ridolfi e malauguratamente pubblicata dalla rivista II Mulino solo all'indomani del 28 marzo: «La destra non può vincere le elezioni». Appunto. PARTITO PRESO. Confessione amara del direttore del Tg2 Paolo Galimberti sull'Europeo: «A pensarci bene, sì, qualcosa qui dentro è cambiato. Prima, nelle riunioni di redazione, qualunque stronzata dicessi, tutti annuivano vigorosamente. Ora, anche se non dico stronzate, c'è chi dissente». Pierluigi Battista sta | JM Ernst Nolte Irene Pivetti

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