Studenti ignoranti? La colpa è nostra

Studenti ignoranti? La colpa è nostra tETTERE AL GIORNALE IL LUNEDI' DI O.d.B. Studenti ignoranti? La colpa è nostra Voto & giovani Caro signor Del Buono, cedo alla tentazione di inserirmi nelle considerazioni che appaiono sempre più numerose su La Stampa attorno al problema dei giovani col Cuore a sinistra e il voto a destra. Dal mio osservatorio di vecchia (termine che. ingiustamente, si usa poco: e, invece, che bel suono, sonoro e onesto ha la parola «vecchio» - depositario di saggezza, rispetto al malinconico «anziano» target c' servizi sociali -. A me, da bambina, hanno insegnato a rispettare i vecchi!) ho notato anch'io la tendenza di destra dei giovani. La differenza di composizione delle due Camere lo testimonia. Ma... Innanzitutto, non mi sento di valutare come un'incongruenza il fatto che i giovani leggano Cuore e poi votino destra, perché il po.ere è sempre, per sua natura, oggetto di dileggio da parte dei governati. Anche ai tempi in cui non era una verità, ma solo un paradosso, si diceva: «Piove, governo ladro!». Dunque, non e detto che tutti i giovani che si divertono con la satira di sinistra siano di sinistra. Oltre tutto, la destra oggi in Italia non fa satira: essa è, ontologicamente, una satira. In secondo luogo, terrei molto conto delle mode, alle quali i giovani si abbandonano. Il punto nodale a me sembra piuttosto la loro riluttanza a schierarsi politicamente. La presa di posizione come imperativo etico dell'esistenza appartiene ai nostri giorni, caro signor Del Buono, non ai loro. E questo è positivo e negativo insieme, perché da un lato abbatte ideologie e posizioni preconcette, ma dall'altro abitua all'indifferenza. Molto acuta l'analisi di Barbara Spinelli su La Stampa di ieri (4 maggio): essi non hanno fatto una scelta politica, hanno optato per la sicurezza e il benessere anche a scapito di qualche libertà. Abbiamo allevato una generazione che non ha più cognizione del sacrificio. Temo che la Storia si farà carico di restituirci questa cognizione. E io, da vecchia, pur consapevole dei pericoli insiti nella nostra attuale situazione, ritengo che il periodo duro che abbiamo davanti - e spero che sia duro soltanto economicamente - costringerà anche le generazioni più ] giovani a schierarsi per delle idee, e non soltanto per delle «griffes». Paola Buzzola Palermo Gentile signora Buzzola, la ringrazio per il suo inserimento nelle considerazioni. La sua è la risposta più illuminante alla piccola provocazione che avevo proposto qualche settimana fa a chi si sente ancora di sinistra e si illude che il successo popolare testimoni la bontà delle sue idee, e non, invece, la sua abilità nel condurre il gioco, ingannando un poco anche se stesso. Una piccola, ingenua provocazione per gli addetti ai lavori, e i giovani, infatti, si sono ben guardati dal partecipare. Cavoli nostri. [o.d.b.l Scuola & Storia Gentile signor Del Buono, la proiezione sulle reti Rai di Combat-Film americani prima, la ricorrenza del 25 aprile poi, nel mutalo clima post-elettoiale hanno riacceso l'annoso dibat¬ tito sull'ignoranza storica degli italiani. In particolare il professor De Felice, dalle colonne di Tutlolibri di un paio di settimane fa, ha puntato l'indice contro le carenze scolastiche, soprattutto dei manuali, che spesso usano una lingua «poco comprensibile... quasi archeologica», oppure che dall'eccesso di nozionismo sono caduti in quello opposto. La questione può apparire accademica oppure soltanto scolastica, invece non lo è. E' di portata ben più generale: poiché la conoscenza storica, soprattutto del proprio più recente passato, è fondamentale per formare nei cittadini una matura coscienza civile, è molto importante discuterne e soprattutto è importante che alla discussione partecipino anche i non specialisti, coloro che storici o insegnanti non sono. Vorrei fermarmi su pochi punti molto concreti: I ) E' evidente che é errata la suddivisione temporale seguita da tutti o quasi i manuali e finora pedissequamente riproposta, salvo constatare costernati a fine anno, in quinta superiore, che al più si arriva alla prima guerra mondiale. E il fascismo, e l'ulti- ma guerra? Buio assoluto, altro che la «finezza» di conoscere Pietro Badoglio! Qualcosa, però, si sta muovendo. Recentemente ho sfogliato un manuale Zanichelli (autori Bellucci e altri) che stravolge la prassi pigramente seguita finora: volume per la terza, dal XII secolo alla guerra dei Trent'anni; volume per la quarta, fino all'Ottocento; volume per la quinta, tutto il Novecento. Può darsi che, adottando una simile divisione vi sia qualche sfasamento nel passaggio dal biennio al triennio, ma credo che il gioco valga la candela. Si può discutere della qualità del manuale che ho ricordato, ma la proposta resta innovativa e interessante. 2) Le ore a disposizione dell'insegnamento della Storia sono penosamente poche: due per settimana. Si possono fare ben pochi miracoli in due ore. E, se se ne trovasse una terza, magari abolendo qualche altra materiucola come l'Educazione Civica e annettendola senza esitazione alla Storia contemporanea? Oppure aumentando puramente e semplicei mente l'orario? Resta poi la comples- sa questione della sudditanza di fatto della Storia dalla Letteratura italiana e dalla Filosofia, ai cui insegnamenti è sempre legata. Credo che la possibilità di rendere indipendente, per così dire, l'insegnamento della Storia valga un'approfondita riflessione di un ministro di buona volontà. 3) Un semplice provvedimento tecnico potrebbe, però, da subito, ridare alla Storia il peso che merita, almeno nella fondamentale quinta superiore: renderla obbligatoria per la maturità. Si eviterebbe cosi quel perverso, ma inesorabile meccanismo che porta all'accantonamento delle materie escluse. Quest'anno non è toccato alla Storia, ma potrebbe capitare al prossimo. Finché resterà in piedi un simile «mostro» è inutile stupirsi se i giovani ignorano praticamente tutto di questo secolo. Ed è anche sbagliato e superficiale credere, o sperare, che l'Università possa colmare le lacune precedenti. Quanto tale ignoranza costituisca un vero e proprio buco nero civile, è facile da capire. F. Contaretti Montalto Dora (Torino) Gentile signor Contaretti la ringrazio per aver riassunto chiaramente la situazione, difendendo per di più i giovani dall'ingiusta accusa di ignoranza. Non che non siano ignoranti, ma la colpa non è certo loro dato il niodo in cui è fatto l'insegnamento della Storia. E' facile rimproveiare qualcuno di non sapere quello che non gli è mai stato insegnato. E' troppo facile. Andiamo sul difficile: speriamo nell'«appunto di riflessione», [o.d.b.]

Persone citate: Barbara Spinelli, Bellucci, Contaretti, De Felice, Del Buono, Pietro Badoglio, Zanichelli

Luoghi citati: Italia, Montalto Dora, Palermo, Torino