Adesso Capanna fa il maestro di etica e amore

Adesso Capanna fa il maestro di etica e amore L'ex leader del Movimento Studentesco insegna ai giovani come coltivare «Speranze» per una rivincita della Sinistra Adesso Capanna fa il maestro di etica e amore . Un dialogo socratico, nell'Italia da Tangentopoli a Berlusconi EA trama è questa: ex capo carismatico del Movimento Studentesco (Milano, 1968, Formidabili quegli anni) incontra giovane militante di Jurassic School (Milano, 1994). «C'è in giro una gran confusione, un marasma, siamo nella melma, ma io non intendo rassegnarmi», dice il diciassettenne Andrea al vecchio Mario, giunto alla vigilia del suo mezzo secolo. E ancora: «Tu sei tra i pochi politici onesti che han preferito gli ideali di libertà e progresso alle poltrone e ai soldi, aiutami a capire. Ma voglio ragionamenti veri, non prediche, non pizze teoriche». Siamo appena all'inizio del nuovo libro di Mario Capanna, Speranze, in uscita da Rizzoli, rosario pedagogico su «giovani, etica, politica». Nel primo capitolo doloroso si contempla Tangentopoli, «un verminaio, la cleptomania come nevrosi collettiva, la corruzione come lievito». Alle radici, la versione italica del reaganismo, la cultura dell'egoismo rampante. Finché gli industriali non ce l'han fatta più a sopportare quelle «sanguisughe dei loro padrini politici». Il secondo capitolo non è meno doloroso. Ci si attendeva una liberazione, un'alternativa, ed invece il popolo sovrano ha votato il passaggio dal Caf al Bbf, dalla padella di Craxi, Andreotti, Forlani alla brace di Berlusconi, Bossi, Fini. Perché la Sinistra ha perso? Semplice, prevedibile: perché non è stata abbastanza Sinistra, ha «annacquato il vino». Insomma, troppo moderata, troppo «ciampista». Si illudeva di andare al governo, dicendo: «Tranquilli, se entro nel Palazzo, cambio solo la vernice dei mobili». Comunque, ragazzo mio, non disperare. Il tuo socratico maestro è uso a ben altre sconfitte, «non tutti i mali vengono per nuocere». Si può, si deve ripartire verso la costruzione di un nuovo Polo Progressista, non quel caricaturale assemblaggio di sigle alle elezioni di marzo, una nuova Politica, fondata sulla Partecipazione, la Solidarietà, la Tolleranza, la Non Violenza, la Multipolarità. Quest'ultima affascinante parola-bandiera è l'esatto contrario dell'Ideologia Unipolare: «Non c'è altro mondo all'infuori di questo», fondato sull'avere, lo sfruttamento, la miseria, la xenofobia, la guerra, e tutti, per primi i più poveri, i diversi, quelli che stan fuori dall' Occidente protetto, debbono adeguarsi. Qui siamo ormai arrivati oltre metà, sul cammino delle Speranze: iniziano i misteri gaudiosi, nel nome di Kant, Fromm, Russell, spigolando tra Epicuro e Epitteto, Aristide il Giusto e Simeone Stilita il Vecchio, rendendo omaggio ai maestri Ludovico Geymonat ed Emanuele Severino, senza concedere la benché minima citazione a Marx, Lenin, Mao. Ti dico, ragazzo mio, che noi, insieme, riaffermeremo il primato dell'Essere, le ragioni della Morale, la Responsabilità. Perché «l'unico modo di es¬ ser felici è l'equilibrio con gli altri». E tu, Andrea, lo sai bene da quando hai incontrato la tua Alice, occhi azzurri verdi, lunghi capelli biondi: «Al mondo non c'è niente di più bello di una donna bella... l'amore fa miracoli». Anche se. ricordati, nell'amore la bellezza non è tutto: te lo dico io che ho per concittadina la tifernate Monica Bel¬ lucci, al cui confronto «una Claudia Schiffer è di modesta gradevolezza». Con stile ispirato (comunque sempre meno pomposo del risvolto di copertma) si sgrana il volontarismo pedagogico di Capanna. Esprime senza dubbio un bisogno, soggettivo e oggettivo, di non rinnegare e disperdere una sincera testimonianza di vita, di assolvere al proprio ruolo di adulti: lo confermano, a modo loro, precedenti tentativi, da Savater (Etica per un figlio) a Franco Ferrucci (Lettera a me stesso ragazzo) e Lidia Ravera (In quale nascondiglio del cuore), fino all'ultimo bestseller della Tamaro, Va' dove ti porta il cuore. Purtroppo qui il sermone si inzuc- chera di «Baci Perugina» di alberoniana primogenitura. Quanto al «progetto politico», con tutto il rispetto per la serietà dei dati e degli argomenti sul sottosviluppo, la fame, le malattie, l'inquinamento, ecc., resta anch'esso affidato a una generica buona volontà. Se proprio ci si deve richiamre alla Speranza, senza la pretesa che tutti vadano a leggersi Bloch (il caso editoriale vuole che arrivi in libreria il suo Principio Speranza, 2000 pagine a centomila lire), almeno converrà riflettere sulla frase di Barth: «La speranza si attua nel fare il passo successivo». Far credere ad Andrea che «le rivoluzioni autentiche sono il risultato di idee semplici», rischia di farlo andar d'accordo anche con Mike Bongiorno e Berlusconi. E Mario si ritrova - in un libro del suo stesso editore, ora in vetrina, Vip & Vipere - bollato come «Il tribuno illustrato». Luciano Genia Un nuovo libro per riscoprire il far politica Florilegio di consigli, da Kant ai maestri Geymonat e Severino saltando Marx, Mao e Lenin ma ricordando Monica Bellucci Mario Capanna pubblica da Rizzoli «Speranze» pamphlet pedagogico rivolto ai giovani

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