Vittime pure di se stesse di M. App.
Vittime pure di se stesse Vittime pure di se stesse L'avvocato: lo Stato non le aiuta Il filosofo: Vuomo non ha anima EQM'E' in Italia la situazione della donna sposata? Ecco l'opinione flash della psicologa Silvia Vegetti Finzi, dell'avvocatessa ora parlamentare Tina Lagostena Bassi e del filosofo e antropologo Umberto Galimberti. Silvia Vegetti Finzi. Atlete della vita, campionesse di pentathlon nella battaglia per l'autoaffermazione: le donne di oggi stanno vincendo nel matrimonio. Figura dominante nell'ambito familiare resta lei, la madre: leader culturale, tessitrice di tutti i sistemi di comunicazione interni. Se i figli oggi pronunciano più spesso la parola «casa» che la parola «mamma» è perché «casa» è semplicemente lo spostamento simbolico di «madre», sottolinea l'esigenza di stabilità, la paura del bambino di fronte alla trasformazione della famiglia. La donna sposata ha oggi di fronte a sé due momenti cruciali: i conflitti di carriera con il coniuge e il problema (altrettanto valido per le nubili) del «figlio dell'ultimo minuto». Ma le maggiori difficoltà le incontra fuori della famiglia, nell'organizzazione di quelle «reti» orizzontali, amicizie, relazioni che, proprie del potere maschile, sono state precluse di fatto per secoli alle donne. Operazione che purtroppo spesso s'incaglia di fronte al grande limite dell'universo femminile: l'invidia delle donne verso le donne. Allora, lamentiamoci, ma con noi stesse... Tina Lagostena Bassi. La donna è ancora vittima del matrimonio, i figli oggetto di ricatto, le donne economicamente autonome tuttora una minoranza: il rapporto tra i partner non è ancora tra eguali benché l'approccio alla vita comune appaia, nelle coppie giovani, molto maturato. Alla donnamadre si continua a chiedere il contributo maggiore specie al momento della rottura del matrimonio: nel 94% dei casi i figli continuano a venire assegnati alla donna, la civilissima figura dell'affidamento congiunto è pochissimo frequentata dai magistrati. La «crescita zero» che tanto preoccupa nel nostro Paese viene di lontano ed è fortemente a carico di un «falso» Stato sociale che non ha sinora fornito strutture pubbliche a sostegno della famiglia. Ora noi ci batteremo per raggiungere subito due traguardi: l'assegno di 6 milioni l'anno alle famiglie per ogni figlio; l'eliminazione dai contratti di lavoro della clausola che rende praticamente automatico il licenziamento alla futura madre. Umberto Galimberti. Grande la disparità uomo-donna essendo la psiche un evento solo femminile, mentre l'uomo non ha l'anima se non mediata. L'uomo ha il suo terreno d'azione «maschile» nel «pubblico», lì conduce il suo gioco, lì recita il suo «teatro»; la donna lavora nel «privato» che è «femminile», il luogo attraverso cui passano tutte le stratificazioni psicologiche, base di ogni riferimento antropologico. E' chiaro quindi che nel matrimonio la donna è vincente e lo squilibrio nell'unione resterà forte sino a che il rapporto a due uomodonna non diventerà un rapporto a quattro, vale a dire sino a che i partner non riconosceranno la loro doppia natura, maschile e femminile e non impareranno, per così dire, a usarne. Per ora è certo la donna quella che ha migliore consapevolezza del proprio dualismo, l'uomo invece continua a prendere il proprio femminile e a farlo portare dalla donna. Solo quando il gioco delle bisessualità sarà perfezionato, i rapporti diventeranno autentici. [m. app.]
Persone citate: Silvia Vegetti Finzi, Tina Lagostena, Umberto Galimberti
Luoghi citati: Italia
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