L'orchestra dà l'addio al frac di Fabio Galvano

Londra, due delle principali formazioni musicali hanno deciso di rivoluzionare il look dei concerti Londra, due delle principali formazioni musicali hanno deciso di rivoluzionare il look dei concerti L'orchestro dà l'addio al frac «Si suona meglio in camicia egilet» LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Addio vecchio frac. Due delle maggiori orchestre di Londra la Royal Philarmonic e la London Philarmonic - hanno deciso di svecchiarsi, di adeguarsi ai tempi e soprattutto a una nuova generazione di amanti della musica. Non è solo questione di repertorio, dicono i loro responsabili, ma anche d'immagine. Via il frac nero, allora, che faceva assomigliare i musicisti a tanti pinguini impacciati: dalla prossima stagione alle code nere potranno sostituirsi giacche colorate, camicie sgargianti, in qualche caso addirittura t-shirts e un giorno, forse, i jeans. E' la liberazione dei musicisti, sempre accaldati nell'abito di gala; ma anche un gioco di moda e armonia. Taluni paralleli vengono automatici. Che ne dite di una «Rapsodia in blu» di Gershwin con i musicisti in una bella giacca azzurra? O della sinfonia «Antarctica» di Vaughn Williams in un pallido azzurro glaciale o addirittura in bianco? Per le «Quattro stagioni» di Vivaldi, poi, c'è già chi suggerisce un gioco di colori con le camicie dei musicisti: giallo, verde, rosso, azzurro, una tavolozza di colori per sottolineare gli umori musicali. C'è da sbizzarrirsi; e non c'è voce, per ora, che lamenti un delitto di «lesa maestà» nei confronti della musica. «Per un musicista - dice Bob Truman, primo violoncello della London Philarmonic - la cosa più importante è la comodità e il frac è tutto tranne comodo. L'ideale sarebbe poter suonare in camicia e gilet». Eccoli, i direttori d'orchestra della London Philarmonic: Klaus Tennstedt, Zubin Mehta, Bernard Haitink, Franz Welser-Moest, Maris Jansons. Eccoli, sul podio, in una giacchetta - non una marsina color ciclamino; e col bavero, forse, color zafferano. 0 più semplicemente in maniche di camicia, jeans e scarpette bianche da tennis, per allietare con la loro arte il pubblico di una domenica mattina in un programma teletrasmesso e ospitato dal Pippo Baudo di turno. Ecco Vladimir Ashkenazy, direttore musicale della Royal Philarmonic, in un vistoso completo bianco, la sua immagine - si pensa anche a una scenografia da concerto rock - proiettata su un megaschermo dietro l'orchestra. 1 primi esperimenti della London Philarmonic cominceranno a dicembre; e il futuro dipenderà molto dalla reazione del pubblico. «Se si cercano nuovi seguaci - spiega il direttore Chris Lawrence - si devono trovare modi per metterli a loro agio». Il frac non è certo l'ideale. Alla Royal Philarmonic sono un passo più avanti: stanno elaborando le nuove tenute da concerto con la collaborazione della Austin Reed, una catena di negozi d'abbigliamento maschile. «Si tratta di diventare elastici, di adottare un'immagine più rilassata e più accessibile», suggerisce uno dei sarti di quella casa: «Pensiamo a blazers e camicie colorate. E se in qualche occasione fosse necessario mantenere il frac, perché non renderlo più vivace con una camicia color fucsia?» C'è già chi sogna, in questa rivoluzione della musica classica. Chi sogna in termini di abbigliamento, come il sarto Bruce Oldfield che suggerisce giacchette all'indiana «simili a quelle che indossava Nehru, lunghe e quindi capaci anche di coprire certi grossi sederi»; 0 come lo stilista Joseph Ettedgui, che suggerisce un jazzlook con t-shirt nere sotto giacchette a un bottone. Ma c'è anche chi sogna - come alla Royal Philarmonic - un palcoscenico di forma diversa, nonché i marchingegni a cui sono abituati i giovani d'oggi: laser, schermi, movimento. «Magari una telecamera dentro il clarinetto», dice un portavoce. E non è una battuta, mentre 1 musicisti provano le camicie rosse per il «Bolero» di Ravel. Fabio Galvano «Sarà più facile conquistare il pubblico dei giovani» «cid Da sinistra i musicisti Emilio Benzi e Franco Gulli A destra orchestrali con il tradizionale frac

Luoghi citati: Londra