Barcellona verso Atene con il quarto scudetto di Marco Ansaldo

Barcellona verso Atene con il quarto scudetto QUATTRO GIORNI ALLA FINALE DI COPPA CAMPIONI Verdetto allo sprint: i catalani battono il Siviglia (5-2) mentre il Deportivo pareggia in casa Barcellona verso Atene con il quarto scudetto Intanto Cruyff contesta il cambio dell'arbitro: è una fesseria BARCELLONA DAL NOSTRO INVIATO I maestri del brivido ce l'hanno fatta a confezionare ancora una volta un finale da campionato del terrore: per il terzo anno consecutivo il Barcellona ha vinto lo scudetto superando all'ultima giornata gli avversari che la precedevano. Ed è il quarto titolo dell'era Cruyff. Dopo le due esperienze con il Real Madrid, ieri la beffa è toccata al Deportivo La Coruna che ha pareggiato in casa (0-0) con il Valencia. Grande, irripetibile suspense da vivere al Camp Nou. Il Deportivo a 1' dalla fine sbagliava il rigore-scudetto: il Barcellona batteva 5-2 il Siviglia; arrivo alla pari, ma scudetto ai catalani per la migliore differenza reti. Di brivido in brivido ci si è messa pure una partita dai risvolti incredibili. Per due volte il Siviglia è andato in vantaggio (al 12' con Simeone, al 44' con Su- ker), ma in entrambi i casi (al 20' e al 50') Stoichkov ha rimontato con gol bellissimi, soprattutto il secondo, un sinistro basso e più tagliente di un rasoiata. Il successo è giunto al 70' con la rete di Romario, fino a quel momento del tutto assente dal gioco. Laudrup, in ottima serata nel ruolo di ala sinistra, e Bakero hanno completato il punteggio. Le indicazioni per Galbiati, l'osservatore del Milan, sono contrastanti. Ha visto una difesa che senza Koeman (entrato solo nel finale) ha patito l'indicibile sui traversoni lunghi: in entrambi i gol sivigliani la responsabilità dei difensori e di Zubizarreta è stata evidente. In attacco però il Barcellona dimostra di essere vivo. L'unico dubbio, in vista della finale con il Milan, è come Cruyff possa rinunciare a Laudrup, il vero ispiratore di tutte le offensive. La partita di Atene parte inoltre con la polemica per la desi¬ gnazione dell'arbitro inglese Don al posto di Blankestein, che era sgradito al Milan e che l'Uefa aveva in un primo tempo designato. La favoletta delle mùiacce che l'olandese avrebbe ricevuto dall'Italia e che avrebbero indotto al cambiamento lascia perplessi. Koeman l'ha definita una «tonteria», è non c'è bisogno di tradurre. «Se l'hanno sostituito perché è olandese come me e Cruyff sono veramente degli stupidi», ha detto il difensore. E Cruyff ha espresso lo stesso concetto: «Una fesseria. Sul nuovo arbitro si concentrerà una pressione terribile». Le accuse piovono sull'Uefa ma naturalmente si appiccicano all'immagine dei campioni d'Italia. Il Barcellona ne contesta lo stile, ne teme la potenza politica. «Se questo è davvero il frutto del potere milanista c'è da preoccuparsi» ha detto il vicepresidente Mussons. Marco Ansaldo

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