Il bisturi si chiama commissario

Le organizzazioni agricole temono un congelamento dei fondi per il settore Le organizzazioni agricole temono un congelamento dei fondi per il settore Il bisturi si chiama commissario «L'Aima va curata, ma bisogna fare in fretta» ROMA. Cura d'urgenza per l'Aima. A scegliere il bisturi per questa malata tenuta sotto osservazione da tempo è stato il neo ministro delle Risorse agricole Adriana Poli Bortone. «Un commissario subito - ha detto il ministro - appena varato il decreto che ristrutturerà l'Azienda di Stato per gli interventi sul mercato agricolo». E per questo decreto bisogna solo attendere domani. La mira è dunque aggiustata sullo sportello che eroga ogni anno migliaia di miliardi al settore. Un rubinetto che molti accusano di essere «ammaestrato». Una specie di cassaforte di cui si è occupata anche la magistratura, compresa quella della Corte dei conti. Certamente la faccenda è delicata: si deve far chiarezza, senza però privare i produttori di uno strumento che garantisce una via d'uscita nelle situazioni difficili. Ma il ministro ha chiarito che la sua intenzione è di riformare, non di distruggere: «Voglio - ha detto che i soldi arrivino agli agricoltori e solo agli agricoltori». Come hanno reagito gli imprenditori agricoli? Complessivamente si sono schierati con il ministro, anche se qualcuno si pone domande tipo: «il ministro è anche presidente dell'Anna, cosa fa, si autocommissaria?». Oppure: «Perché intervenire sul vertice quando è la struttura operativa che funziona male?». Poi c'è il timore che l'arrivo di un commissario possa bloccare gli interventi al settore. «Ci auguriamo che il commissaria¬ mento non comporti ritardi nell'erogazione in corso dei contributi comunitari - dice il presidente della Coldiretti, Paolo Micolini - l'azione del ministro deve essere vista come strumento di rapida applicazione della riforma dell'agenzia». Insomma, il futuro dell'Alma è nella sua ristrutturazione, in cui, aggiunge il presidente della Coldiretti, «si auspica il coinvolgimento del mondo agricolo e delle Regioni». Una nuova struttura è comunque indispensabile e deve essere, conclude Micolini, «agile, moderna ed efficiente». Da Palazzo Della Valle, sede della Confagricoltura, il presidente Augusto Bocchini commenta: «E' certo che da tempo per l'Aima si richiede un'attenta e rigorosa riorganizzazione, tant'è che il ministro Diana aveva già predisposto un disegno di legge di riforma dell'Agenzia. L'iniziativa del nuovo ministro delle Risorse agricole sembra collocarsi nell'ambito di questa esigenza, accelerandone i tempi di attuazione per assicurare l'efficienza e la funzionalità richieste dagli imprenditori del settore». Alla Confederazione italiana agricoltori il presidente, Giuseppe Avolio, aspetta per dare una valutazione dell'iniziativa di via XX Settembre: «Non conosco le ragioni addotte dal ministro - dice Avolio -, desidero tuttavia affermare un'esigenza di fondo e, cioè, che sia convocata, in tempi brevi, una riunione con la partecipazione delle organizzazioni professionali agricole per compiere un esame approfondito della situazione e concordare gli interventi necessari volti a garantire un giusto reddito agli agricoltori e il progresso nelle campagne». Per il Copagri l'Aima deve tornare a fare il suo mestiere originario, cioè l'intervento sui mercati agricoli per stabilizzare i prezzi, tutelando i produttori agricoli dalle speculazioni. «Per fare questo lavoro - dice il presidente, Sante Ricci - bisogna valorizzare il ruolo delle organizzazioni economiche dei produttori. Le competenze dell'Aima legate a vari adempimenti nazionali e comunitari dovranno invece passare alle Regioni. Andrà anche separato il ruolo di gestione, da affidare ad un Consiglio di amministrazione molto ristretto, con un preciso ruolo di indirizzo e di controllo». Decisamente positivo il giudizio sul commissariamento che dà Rocco Tiso, presidente dell'Eurocoltivatorì: «Da anni l'Eurocoltivatori si batte e chiede a gran voce la chiusura dell'Azienda di stato, che tanti danni ha causato con la sua gestione dubbia e fuori mercato. Questo segnale fa sperare in un reale cambiamento». Vanni Cornerò li ministro delle Risorse agricole Adriana Poli Bortone vuole arrivare in tempi stretti ad una riforma dell'Aima

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