Isabelle la salvatrice di Alessandra Levantesi

La Huppert è incantevole nel film «Amateur» di Hartley La Huppert è incantevole nel film «Amateur» di Hartley Isabelle, la salvatrice E' lei la vera regina di Cannes CANNES. In questi giorni si è molto parlato di Isabelle Adjani, regina Margot e regina del Festival, eppure a nostro avviso la vera regina Isabelle fa per cognome Huppert. Versatile e splendida attrice che si muove con la stessa grazia e intensità sullo schermo e sul palcoscenico, nella vecchia Europa e nel Nuovo Continente, con i maestri affermati e gli astri emergenti. E chi più emergente dell'americano Hai Hartley, già considerato autore di culto dopo la presentazione in concorso a Cannes '92 di «Simple Men»? Il primo a esserne consapevole è lui che, a rischio di attirarsi qualche antipatia, dichiara: «La cosa terrificante - e insieme interessante e seria - è che la notorietà crea ostacoli alla maturazione e al cambiamento... Ma gli ostacoli non mi spaventano. Tendo a usarli come punto di partenza per un'attività creatrice». Niente male per uno che firma appena il suo quarto lungometraggio e tuttavia è vero che ((Amateur», in programma alla Quinzaine, conferma la reputazione. Prodotto con un budget di tre milioni di dollari, molto modesto per gli standard Usa, girato a New York, città natale del trentacinquenne cineasta, il film mette in scena una storia paradossale e poetica che si finge noir e invece parla della fragilità dei rapporti umani e dei sentimenti. Isabelle è uno strano tipo. Scriveva brutte poesie e faceva cure dimagranti quando le è apparsa la Madonna per annunciarle due cose: che era ninfomane e che aveva una missione da compiere nel mondo. Per sfuggire al suo destino, lei si è rinchiusa in un convento e dopo quindici anni eccola di nuovo fuori decisa ad affrontare se stessa e il suo compito di salvatrice: ma di chi? Intanto, per sbarcare il lunario, tenta di buttare giù racconti spinti per una rivista pornografica. Lui, invece, l'uomo che Isabelle incontra ferito a un bar e si porta a casa, ignora il proprio nome, nel senso che si è risvegliato amnesiaco sul selciato di una strada. Nel frattempo noi seguiamo le parallele vicende della pornodiva Sofia, inguainata, in pieno giorno, in uno scollato vestitino nero, convinta di aver ucciso il suo amante e sfruttatore Thomas buttandolo dalla finestra; e pronta a ricattare con dei floppy disk incriminatori un potente mercante di armi, senza capire il pericolo che corre. Ci va di mezzo il suo amico Edward, un contabile che, per darle aiuto, finisce nelle mani di sicari che sembrano usciti da un dramma di Pinter. Poco a poco, le strade dei personaggi s'incontrano e tutti finiscono nel convento da cui l'ex suora uscì castamente vestita e dove rientra con un attillato e corto abitino di Sofia. Isabelle che sta cercando la grazia nell'amore, la star porno che una volta liberatasi del perverso Pigmalione vuole cambiare vita, il mite Edward che, con la tortura, tira fuori a sorpresa una natura selvaggia e il diabolico Thomas che si ritrova sensibile e angelico dopo il balzo nel vuoto: chi sono, dunque, che cosa vuol dire conosce e conoscersi? Felicemente contrappuntato da un discretissimo commento musi¬ cale di Jeff Taylor e Ned Rifle, «(Amateur» si svolge sul filo di un umorismo da teatro dell'assurdo che talvolta si scontra con il rigore nitido delle inquadrature di Hartley il quale tende a isolare i personaggi dall'ambiente in un limpido gioco di astrazione. Ed è proprio al livello delle immagini che emerge il sottotesto raccontando l'interrelazione solo apparentemente casuale fra i protagonisti. Isabelle Huppert è incantevole, ma sono molto bravi anche il suo alter ego Elina Lowensohn e l'uomo senza memoria Martin Donovan nell'essere qualcuno che si scopre qualcun altro. Alessandra Levantesi Isabelle Huppert

Luoghi citati: Cannes, Europa, New York, Sofia, Usa