Tornatore: vi racconterò la mafia

Tornatore: vi racconterò la mafia Tornatore: vi racconterò la mafia «Si disprezza la cultura. Io vorrei girare in Sicilia» CANNES DAL NOSTRO INVIATO L'idea «angosciosa di non essere padroni del proprio destino»; la «crisi creativa» che coinvolge l'artista ogni volta che ha finito un suo lavoro e inevitabilmente si sente «svuotato e privo di stimoli»; la valutazione secondo cui «la più importante arma di difesa a disposizione dell'uomo sia la capacità di dimenticare e che questa aumenti con l'aumentare della gravità dell'esperienza vissuta»; la riflessione sull'attimo del «passaggio tra la veglia e il sonno che tanto somiglia a quello tra la vita e la morte»: Giuseppe Tornatore definisce «anomalo» il modo in cui è nato il suo ultimo film «Una pura formalità» (in concorso oggi al Festival) con Gerard Depardieu e Roman Polanski protagonisti. «Sono stato portato per mano da un'idea, dal desiderio di descrivere uno stato d'animo. La storia è venuta fuori solo in un secondo momento ed è rimasta sempre in secondo piano. Al centro della narrazione ci sono un interrogatorio e un suicidio e questo ha fatto subito pensare che io abbia voluto porre l'accento su due eventi contemporanei della nostra società. Di questa coincidenza mi sono accorto solo durante le riprese anche se, pensando alla situazione politica italiana, credo che il problema della memoria corta e l'ossessione dell'interrogatorio siano molto attuali». Trentotto anni, nato a Bagheria, siciliano «nell'awertire la presenza costante della morte e nell'attaccamento al sogno, al mito, alla fantasia», Giuseppe Tornatore è, oltre che regista, consigliere comunale a Palermo, eletto nel novembre scorso in una formazione composta dal pds, dai Verdi, dal gruppo Città per l'uomo, dal Movimento cattolico e dal Circolo dei socialisti sfuggiti al psi di Craxi. «Non mi piace pensare che attorno a me si siano create delle forze che invece di portare avanti tirano sempre più indietro. Soprattutto mi preoccupa il disprezzo verso la cultura espresso negli ambienti che oggi sono protagonisti della nuova fase politica. Penso che le tv private abbiano istupidito la gente più di quanto non abbiano fatto a suo tempo vent'anni di fascismo». Per questo annuncia: «Vorrei tornare a girare un film in Sicilia, ambientato negli anni tra il '44 e il '60 per raccontare l'emergere del separatismo e cercare di cogliere il momento in cui è nata la mafia. 1 protagonisti saranno due diciottenni di cui uno solo direttamente impegnato nella lotta politica». «Sicuramente diffidente e certo troppo introverso» per sua stessa ammissione, il regista Oscar di «Nuovo cinema Paradiso» è considerato da alcuni un autore scontroso e solitario. Dice lui: «Mi sono irritato ogni volta che i critici, nel valutare i miei film, hanno confuso il dato professionale con quello personale, usando il mio carattere per avvalorare un giudizio negativo. Anche adesso spero molto che non si dica, come è stato detto in passato, che io sono un calcolatore e che faccio film calcolati. Se fosse vero non sarei stato fermo per quattro anni ma avrei, al contrario, girato a ciclo continuo». Una delusione è già arrivata: un giornale francese giocando d'anticipo ha stroncato l'ultima fatica di Tornatore. «Tutti - commenta il regista - hanno diritto di amare o odiare un film, ma ritengo scorretto che si pubblichi una recensione prima che l'opera sia presentata, e sono contrario all'uso di un linguaggio da taverna che non serve a nessuno». Fulvia Caprera Giuseppe Tornatore «Girerò in Sicilia un film ambientato tra il '44 e gli Anni 60»

Persone citate: Craxi, Fulvia Caprera, Gerard Depardieu, Giuseppe Tornatore, Roman Polanski, Tornatore, Verdi

Luoghi citati: Bagheria, Palermo, Sicilia