«Presto l'Italia avrà Priebke»

E: Rd LE PROMESSE DEL LEADER ARGENTINO Siamo pronti a collaborare con tutti e valuteremo in fretta la richiesta di estradizione» «Presto l'Italia avrà Priebke» Menem: «E' un criminale di guerra» E: BUENOS AIRES RICH Priebke è un criminale di guerra e sarà estradato immediatamente in Italia». La dichiarazione del presidente argentino Carlos Menem, all'indomani dell'individuazione a Bariloche dell'ex capitano delle SS accusato di essere stato uno dei responsabili dell'eccidio delle Fosse Ardeatine, è stata veloce quanto inedita. In mezzo secolo, sarebbe solo il terzo gerarca nazista ad essere estradato dall'Argentina, dopo Gerhardt Bohne nel 1966 e Joseph Schwammberger nel 1990. Menem tra l'altro si recherà domani a Bariloche, dove è agli arresti domiciliari l'ex capitano: ufficialmente per partecipare all'inaugurazione d'un congresso di informatica, ma a nessuno sfugge che egli giunge nel momento più delicato della vicenda. Signor Presidente, quanto tempo occorrerà perché Priebke venga effettivamente estradato in Italia? «Il tempo necessario sarà senza dubbio il minimo indispensabile perché possano essere rispettati i requisiti legali vigenti nel nostro Paese». Per mezzo secolo, l'Argentina è stata un rifugio sicuro per migliaia di gerarchi e criminali di guerra nazisti, ed in passato le richieste di estradizione avanzate da diversi governi europei sono state respinte quasi sempre. Qual è il motivo di questo positivo cambiamento di atteggiamento? «Il governo di cui sono a capo ha definito chiari obiettivi di accentuazione e approfondimento dei valori democratici, che abbiamo recuperato da poco più di dieci anni, dopo molte sofferenze e dolori del nostro popolo. In questo quadro, la permanente difesa dei diritti umani fondamentali, dentro e fuori le nostre frontiere, occupa il posto centrale. Questa decisione è presente non solo nelle azioni della giustizia argentina, ma anche nelle linee direttrici delle nostre relazioni internazionali, inclusa la presenza delle nostre Forze armate nelle missioni di pace delll'Onu». Cosa farà concretamente il governo argentino per facilitare la localizzazione di altri criminali di guerra che possano ancora essere rifugiati nel Paese? «Il governo argentino porrà in marcia con identica fermezza tutte le azioni che gli siano richieste dai magistrati di altri Paesi, ovviamente nell'ambito delle decisioni del nostro potere giudiziario». Gli archivi segreti sulla presenza di nazisti in Argentina, dei quali lei ha determinato l'apertura nel '92, hanno già permesso la localizzazione di qualche ricercato? «Credo che la domanda abbia già ottenuto una risposta dai fatti di questi giorni, anche se forse sareb- be più appropriato rivolgerla ai magistrati di altri Paesi che hanno in mano questo tipo di processi». Il suo governo è quindi intenzionato a collaborare in questa direzione con la magistratura di altri Paesi, oltre a quella italiana? «Di fatto, la giustizia argentina collaborerà con tutti i suoi mezzi di fronte alle richieste che le vengano formulate dai tribunali di qualunque nazione». L'opinione pubblica italiana ha apprezzato il suo annuncio sull'imminente estradizione di Priebke. Ma in molti, signor Presidente, avrebbero desiderato nei mesi scorsi un'analoga collaborazione con l'inchiesta della procura di Roma sulle centinaia di argentini di origine italiana «desaparecidos» durante la dittatura militare. Una collaborazione che in questo caso non c'è stata affatto: secondo i giornali argentini, il suo governo ha fatto di tutto per ostacolare le indagini. Perché c'è stato un atteggiamento diverso in questi due casi? «Non è vero che il governo argentino abbia avuto atteggiamenti diversi. In entrambi i casi, come è corretto, le decisioni relative sono state prese dagli stessi protagonisti, che sono i magistrati di un potere giudiziario indipendente. Quello che succede è che la situazione che lei menziona, per i tribunali argentini possiede la condizione di cosa già giudicata (per la quale non è quindi possibile venga celebrato un nuovo processo, in patria o all'estero: i militari responsabili per i crimini commessi durante la dittatura sono stati amnistiati dallo stesso Menem nel dicembre 1990, ndr)». Gianluca Bevilacqua «Snideremo i nazisti che si sono rifugiati nel nostro Paese» A sinistra il presidente argentino Carlos Menem Qui sopra Kappler e Wiesenthal L'ex capitano delle S. S. Erich Priebke, imputato per l'eccidio delle Fosse Ardeatine

Luoghi citati: Argentina, Buenos Aires, Italia, Roma