Heat-Moon l'indiano svela i misteri della prateria

Heat-Moon l'indiano svela i misteri della prateria Heat-Moon l'indiano svela i misteri della prateria Fra mandrie, pascoli e strade polverose: il cuore d'America batte nel Kansas indiani Kow. Ha battuto la minuscola Chase County, dove all'ultimo censimento la popolazione ammontava a soli 3013 abitanti (più o meno la stessa cifra del 1873), e cioè quattro abitanti per miglio quadrato (a Brooklyn ce ne sono quattro per ogni stanza). William Luna del caldo il minore (è questa la traduzione del nom de piume) ci ha messo sei anni per scrivere le quasi 800 pagine di «Prateria», visitando i posti più sperduti, rileggendo i racconti dei primi coloni, fermandosi nei santuari della desolazione dove ci sono un bar, un bancone e dieci sgabelli, una pompa di benzina, quattro abitanti, un marciapiede che finisce nel nulla, e riempiendo minuscoli quadernini rossi, non più grandi del palmo di una mano, di fitte annotazioni. E' lo stesso quadernino che lo scritto¬ re, il cui vero nome è William Trogdon, che ha abbandonato la carriera universitaria per mettersi a scrivere, sfodera a piazza del Pantheon per segnare le sue impressioni, ora che è arrivato per la prima volta nella sua vita in Italia, per partecipare al Salone del libro di Torino. Su quelle paginette ha cercato di chiarire per giorni e giorni a se stesso cosa era andato a cercare, proprio lì nel cuore (in senso geografico il Kansas occupa il posto del muscolo pulsante) degli States. «Io sono nato nel Missouri, uno Stato che pur essendo confinante con il Kansas è molto diverso. Per esempio Missouri e Kansas durante la guerra di Secessione erano su fronti opposti: il primo era per la schiavitù, il secondo si opponeva. Io, ma anche mio padre e mia madre, provavo un sen- so di disagio, guardavo a quelli che avevano ragione dalla parte di chi aveva torto. Oggi il Kansas è un microcosmo che rappresenta facce dell'America del presente, uno Stato conservatore dove tutte le contraddizioni, dal problema razziale a quello ecologico, risaltano con maggiore chiarezza. E poi il carattere più primitivo del Kansas, per l'America che ha tagliato i legami con il passato, rappresenta un fatto positivo. Ci sono ancora edifici che in altri luoghi non sarebbero mai sopravvissuti, esiste una natura che non è stata ancora toccata. Mentre "Strade blu" è stato un libro che era immerso nel presente, "Prateria" affonda lo sguardo nel tempo. E vorrei che questa revisione stimolasse la coscienza ecologica degli americani e che potesse nascere un grande parco nazionale William Least Heat-Moon della prateria per cercare di conservare quello che sta scomparendo». Si considera un erede di Kerouac? «Per nulla, caso mai amo di più Ferlinghetti. Il viaggio per Kerouac è qualcosa di molto interiore, di intellettuale, per me invece è una reale scoperta dello spazio e del tempo». Gli ultranovantenni che abitano nelle case della sperduta contea di Chase, le ragazze prosperose che indossano jeans attillati come una seconda pelle e camicie da cowboy, i tipi un po' strampalati che, all'occorrenza, si dimostrano capaci di resistere a incendi, tornadi e alluvioni, lei li descrive quasi come gli ultimi eroi primitivi. Non li ha idealizzati? «Non si tratta di eroismo, ma di una diversa concezione, molto peculiare della catastrofe.

Persone citate: Ferlinghetti, Kerouac, William Least Heat, William Luna, William Trogdon