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Privatizzazioni: sotto accusa gli «usurai internazionali» E si ripete un vecchio copione Privatizzazioni: sotto accusa gli «usurai internazionali» E si ripete un vecchio copione re la natura del Far We stiene che l'episodio rinvia a un progetto più ampio e ambizioso: «La Lega e i suoi alleati ex socialisti, tramite la cessione dell'Aein, permetteranno al capitale finanziario del Nord Europa (Rotschild, Paribas, Warburg, Rwe, ecc.) di penetrare nel mercato italiano della produzione e distribuzione elettrica. La Lega si accredita sui mercati finanziari del Nord Europa come il soggetto politico che permetterà il saccheggio dei comparti strategici dell'industria italiana». Il «cattivo» cambia a seconda della prospettiva e può essere a volta a volta la Lega, il «grande capitale», l'establishment socialista o i suoi avversari. Ma la trama del romanzo è sempre la stessa: un piccolo gruppo di uomini potenti, appollaiati sul ponte di una nave o nei salotti di un albergo greco, sta complottando per dare l'assalto all'industria statale italiana. Manca, per completare il quadro, il tocco indispensabile delle due parole - «giudeo» e «massonico» - che accompagnano generalmente la tesi del complotto. Ma «giudeo» emerge come una strizzatina d'occhio dal compiacimento con cui le cronache allineano i nomi delle banche straniere Rotschild, Warburg, Lazard, Goldman Sachs - che si preparano a inghiottire i migliori bocconi dell'industria italiana, mentre la massoneria entra in scena prepotentemente in un articolo di Carmine Mancuso, senatore della Rete, pubblicato da Terza Rete del novembre 1993. «Nel mondo bancario scrive Mancuso - tutti sanno che nessuno è ammesso ai massimi livelli della finanza internazionale senza far parte di qualche loggia massonica segreta. Le grandi banche di Londra, come le Barclays, i Lloyds, e la Natwest, o potenti banche d'affari come la Lazard Frères o West: lo scrittore pellerossa di «Strade Blu» ci pa