I guai del «marsigliese» di Enrico Benedetto

I guai del «marsigliese» I guai del «marsigliese» Accusa di frode fiscale per il panfilo PARIGI nebulose alchimie finanziarie una società-ombra tahitiana. Non sono accuse gravissime, almeno per chi conosce bene l'ampio dossier giudiziario Tapie. Eppure, oggi il colpo lascia il segno. Per due motivi. Anzitutto Bernard Tapie è in campagna elettorale. Dunque vulnerabilissimo. Il 12 giugno guiderà alle Europee una lista dalle simpatie gauchistes (ma in polemica con quella ufficiale ps). Ma la seconda ragione ò forse ancora più decisiva. Il «Phocéa» non costituisce un panfilo come gli altri. Malgrado possieda nella capitale un sontuoso «hotel particulier» - assai appetito dai creditori - il finanziere ama accogliere i potenti (e prendere le decisioni chiave) sulla leggendaria barca che gli cedette la vedova del navigatore Alain Colas. DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La notizia per ora è solo ufficiosa. Così Bernard Tapie, in vacanza alla Martinica, guadagna tempo nascondendosi dietro un ironico distacco: «Se leggessi sul giornale che mia moglie vuole divorziare, prenderei l'informazione con molta cautela». Ma il quotidiano si chiama «Le Monde», e la spalla di prima pagina offriva - ieri pomeriggio - un titolo apodittico, senza dubbi né interrogativi: «Tapie inquisito per frode fiscale». La denuncia arriva dal ministero del Bilancio. Gli imputano false dichiarazioni sul «Phocéa», il lussuoso panfilo - 72 metri, valore almeno sei miliardi. Per sottopagare Iva e gasolio, Tapie l'avrebbe fatto iscrivere nel registro marittimo quale «cargo». Lo gestirebbe poi con spregiudicatezza e Enrico Benedetto

Persone citate: Alain Colas, Bernard Tapie, Tapie

Luoghi citati: Martinica, Parigi