Mitterrand, Rocard, Tapie veleni e pugnali all'Eliseo di Barbara Spinelli

Mitterrand, Rocard, Tapie veleni e pugnali all'Eliseo Mitterrand, Rocard, Tapie veleni e pugnali all'Eliseo Il padrone del Marsiglia è un uomo nuovo ma garantisce che non ci sarà mai la replica francese di Mani pulite SS* A destra SS* l'ex premier Rocard : dai desideri di Berlusconi. Tapie è una macchina anti-rivoluzionaria, per il momento. E' il garante che non ci sarà, qui, qualcosa di analogo a Mani pulite. Qui è la sua forza, e anche la sua debolezza. Gli amici di Rocard lo paragonano a Sta- visky, l'avventuriero truffatore che naufragò con i radicali della Terza Repubblica dopo averli corrotti, negli Anni Trenta. Alcuni della sinistra mitterrandiana si sono aggrappati a quest'ancora di salvezza. Strana sinistra tapista, scrive sul Nouvel Observateur Laurent Joffrin: «Una sinistra per cui l'efficacia conta più della giustizia, la vittoria più della convinzione, la forza più del diritto». Strana sinistra che giudica irrilevanti gli scandali che l'hanno portata alla scon- fitta. Se solo fossero stati più furbi, se avessero imitato la sfacciataggine di Tapie, e denunciato come lui «il complotto giornalistico-giudiziario»... Ma Tapie è soprattutto una macchina contro Rocard. Attraverso di lui, la scena di duello tra Mitterrand e Rocard può perpetuarsi, come in un immobile museo delle cere. Il ridicolo copre le due statue, ma chi ne patisce non è più Mitterrand, è solo Rocard. Se Tapie raccoglie molti voti Rocard potrà difficilmente divenire candidato dell'intera sinistra, alle presidenziali del '95. Né sarà cosa semplice l'intesa fra di loro: fra il rigore protestante di Rocard, e il «tutto è permesso» di Tapie, fra la puntigliosa oratoria del primo e il libertinismo verbale del secondo. Anche l'intesa fra Mitterrand e Rocard è stata sempre difficile, se non impossibile. Mitterrand è stato spesso paragonato a Machiavelli. In realtà sembra aver appreso la politica dal gesuita Baltasar Gracian, o dagli imperatori di Roma decadente, popolata di Uomini Nuovi: più importante del contenuto è sempre l'apparenza, la forma, e soprattutto l'astuzia oratoria. Tutte le alleanze sono lecite e tutti gli intrighi e i giochi di illusioni, pur di raggiungere il potere. Per Mitterrand il problema è la conquista del potere: non l'esercizio del potere, arte che Rocard preferisce, a proprio rischio e pericolo. Mitterrand privilegia infine, da sempre, la tattica del divìde et impera, del dividere gli amici, gli avversari, la nazione, per meglio imperare. Questa passione dissolutrice perdura anche oggi, e prima di andarsene, Mitterrand si offre ancora una volta il piacere delle faide paesane, non esita a mettere in forse equilibri e consensi creati negli anni, con fatica. Lo fa nei confronti del proprio partito, Barbara Spinelli

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