vV ITP Del Noce e Titti a bocca asciutta di Fabrizio Del Noce
vV ITP Del Noce e Titti a bocca asciutta vV ITP Del Noce e Titti a bocca asciutta EMonorchio ha fatto il «gran rifiuto» ROMA. Povero Fabrizio del Noce. Ancora ieri era convinto di fare il vice di Antonio Martino alla Farnesina. «Berlusconi mi aveva detto che pensava a me per quel posto. Sul mio nome c'è una sorta di indicazione collettiva», dichiarava convinto. Peccato che il sottosegretario agli Esteri per Forza Italia non sia lui, ma il giornalista Livio Caputo. E che dire di Tiziana Maiolo? Il toto-poltroncine la dava da giorni alla Giustizia. Previsione sbagliata. La stessa sorte è capitata a Vittorio Sgarbi. Chi invece ha preferito declinare l'offerta fattagli è il ragioniere generale dello Stato Andrea Monorchio, che Berlusconi voleva al posto di Manzella, a Palazzo Chigi. Quante aspirazioni brutalmente stroncate, ieri, quando il Consiglio dei ministri ha finalmente reso pubblica la lista dei sottosegretari. Però Berlusconi non poteva accontentare tutti (ha sacrificato perfino i fedelissimi di Publitalia: dovevano entrare in quattro-cinque, ce l'hanno fatta in due). C'erano dei criteri da rispettare. Innanzitutto quelli del Cencelli: 13 poltroncine al partito del presidente del Consiglio, 12 ad Alleanza nazionale, 10 alla Lega Nord, e due all'immancabile Ccd Ma non è stata colpa del «famigerato» manuale se nell'esecutivo Berlusconi il Guardasigilli ha ben tre vice, rispetto ai due del precedente governo. La poltrona «eccedente» risponde ad un'altra logica. Ben più significativa. Il leader di Forza Italia ha voluto «blindare» il dicastero di Grazia e giustizia. Prima nominando il garantista Biondi al posto di Previti, che sarebbe stato un facile bersaglio delle opposizioni e dei magistrati. Poi affiancandogli il leghista Mario Borghezio (torinese, guarda caso nemico di antica data dell'ex presidente dell'Antimafia Luciano Violante), il missino Gianfranco Anedda (avvocato), e, soprattutto, Domenico Contestabile, di Forza Italia, penalista che ha fatto visti i «postfascisti». Un buon bottino, infine per i leghisti. Che sono ben rappresentati. Pure nei ministeri di secondo piano. All'Università, ad esempio, per il Carroccio, va uno strenuo difensore di Bossi. Giovanni Meo Zilio, docente di filosofia, che sull'Indipendente riabilitò le minacce e i gesti osceni che il leader dei lumbard rivolse alla Boniver: «Al semiologo non sfugge che il valore del gesto non era interpretabile solo come semplice "rappresentazione" fallica, ma di funzione fallica nel senso di penetrazione anale. I benpensanti dovranno prima o poi prenderne atto», scriveva Zilio. [m. t. m.j parte del collegio difensivo in importanti processi (da quello Sindona al crack del Banco Ambrosiano) e che è stato l'avvocato di Paolo Pillitteri e Francesco De Lorenzo. E' prevedibile che quest'ultima nomina farà discutere. Berlusconi ha puntato anche su un altro ministerochiave. E all'Interno ha voluto un fedelissimo: Domenico Lo Jucco, di Publitalia, collaboratore di Marcello Dell'Utri. Nello stilare la lista dei sottosegretari, comunque, il presidente del Consiglio ha preso pure accorgimenti di altra natura. Per esempio, ha provveduto a riparare al «torto» fatto a Battistina Ombretta Fumagalli Ca¬ ndii, del Ccd, che non era riuscita a «strappare» un dicastero. A mo' di risarcimento l'esponente del Ccd ha ottenuto un sottosegretariato di tutto rispetto. Quello della Protezione civile. L'ex de non ha un ministro sopra di sé e quindi si può dire che ha «strappato» una poltronissima. Lei ne è conscia e si presenta al giuramento con una «mise» degna dell'occasione. Il presidente del Consiglio ha voluto accontentare anche l'alleato più leale, Gianfranco Fini. E ha dato grande spazio ai missini doc. Ne ha mandato uno (Enzo Trantino) persino alla Farnesina, e all'estero si sa con quanto sospetto vengano I VICEMtNISTRI AGLI INTERNI, ESTERI, GIUSTIZIA E AMBIENTE
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