Vercelli e Provincia

Vercelli e Provincia LA STAMPA VERCELLI. E il pomeriggio, si parlò dell'appalto dello scandalo. Deposizione rapida, ieri, per Eros Folli, direttore generale della Sangalli, una delle ditte che vennero escluse dalla gara dell'estate '92: secondo l'accusa, per favorire Celtica ambiente e Termomeccanica, che pure avevano presentato requisiti falsi. L'interrogatorio. Il pm Luciano Scalia ha cercato di dimostrare che il Comune volle tener fuori le imprese che si erano presentate al bando di concorso per la gestione dell'inceneritore. Primo testimone utile per illustrare il teorema, il rappresentante della Sangalli srl di Monza. Pochissime, però, le novità. Ieri Eros Folli ha raccontato le varie fasi della trattativa: i preliminari informali, la nascita del «gruppo di lavoro» voluto da Danieli e la commissione tecnica che doveva valutare le aziende. La Sangalli partecipò alla prima gara (17 ditte invitate), che praticamente andò deserta: «Ci dissero che non avevamo i requisiti», ha detto ieri Folli. Ma il passaggio interessante, per l'accusa, era un altro: la riapertura del bando, con una modifica del capitolato d'appalto (sempre secondo la ricostruzione di Scalia). La Sangalli si ripresenta, questa volta in raggruppamento d'impresa con una ditta tedesca. Ha detto ieri Folli: «Siamo rimasti sconcertati: ci aspettavamo di ricevere l'ultimo capitolato ufficiale, che invece non arrivò mai». La difesa, da parte sua, ha insistito sul periodo di trattativa durante il quale la Sangalli si era dimostrata «perplessa» per le condizioni dettate dal Comune: «Volevano che chiedessimo noi le autorizzazioni regionali, e questo non ci stava bene», ha aggiunto Eros Folli. E rispondendo al difensore di Anadone: «In ogni caso, non abbiamo mai detto che l'affare non ci interessava più. Restammo intesi che il Comune ci avrebbe fatto avere il nuovo capitolato, e poi avremmo deciso che cosa fare». Scaliajha citato una lettera di sollecito al sindaco, scritta dalla Sangalli, datata 3 luglio '92 (cioè a gara già finita). L'avvocato Gallenca (difende Dattrino e Fiore) ha precisato che la Commissione che escluse le ditte dall'appalto era presieduta da Pizzimbone, e non c'entrava nulla con il gruppo di lavoro di Danieli. Il Comune resta fuori. Anche ieri, il sindaco Mietta Baracchi, citato fra le parti offese, non è venuto in aula, mandando una seconda giustificazione. Ma a parte la presenza del sindaco, tutt'altro che determinante, è stata la decisione del Comune di non costituirsi parte civile a provocare un certo clamore. La notizia ha segnato un punto a favore per la difesa: «E' un'assenza pesante - ha commentato qualche avvocato -: se l'amministrazione è vittima della cosiddetta truffa e non partecipa neanche al processo, Oggi le quattro confe Vercelli e Provincia

Persone citate: Danieli, Dattrino, Eros Folli, Gallenca, Luciano Scalia, Mietta Baracchi, Pizzimbone, Scalia

Luoghi citati: Monza