Radu Lupu tenero poeta di Giorgio Pestelli

Unione Musicale Unione Musicale Radu Lupu tenero poeta TORINO. Per l'Unione Musicale Radu Lupu ha suonato Schumann e Schubert, con una scelta molto attenta di pagine che si rincorrevano una con l'altra: pur penetrando negli abissi del romanticismo, Schubert e Schumann (e più tardi Brahms) costituiscono un mondo armonioso di salde convinzioni e di serene e intime confidenze: e proprio in questa prospettiva Radu Lupu trova i suoi addentellati in uno stile tutto nutrito d'interiorità e tenerezza. A Lupu piace incominciare e chiudere il concerto nella mezza luce di un pianissimo, entrare e uscire dalla musica in punta di piedi; quando è il' caso sa avvampare in qualunque fortissimo (ma sempre senza durezza) e dominare qualunque bestiaccia tecnica, ma il suo centro è nel canto sommesso, in una fantasia che mentre sembra sviarsi dietro mille particolari ci riporta sempre più al cuore di quelle musiche. Le «Scene infantili», diceva Schumann a Clara, erano state scritte «per i piccoli fanciulli da un fanciullo grande»: così le racconta Radu Lupu, condividendo la giornata dei suoi piccoli amici: tenerissimo nell'immortale melodia di «Tràumerei», eloquente senza alzare la voce nel «poeta parla» in epilogo. Dove finiscono le «Kinderszenen» incomincia l'«Humoreske» op. 20, con il poeta che parla o sogna; «scene» anche queste, ma stese in quadri più ampi e contrastati, dove talvolta, quando l'humour schumanniano balza più estroso, il nostro pianista poteva anche trascorrere a velocità e sonorità fin troppo veementi. Esemplare e da ricordare in ogni momento la Sonata in re di Schubert op. 53: con la pienezza poetica dell'andante, lo Scherzo e il suo petulante valzerino Biedermeier, l'incantevole rondò finale: Lupu carica il piccolo congegno, come nella «pendola» di Haydn: tic tac, tictac, e via sui passi leggeri di una marzialità fiabesca e maliziosa; infantile, ma saggia come le «scene» da cui era partita la serata. Giorgio Pestelli ntrasto ato, 6 lingue,

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