Castellani: «Non sono finito »

Lavoriamo e rispetteremo i nostri impegni Giunta nella bufera, tra attacchi politici e accuse del mondo imprenditoriale Castellani: «Non sono finito » Lavoriamo e rispetteremo i nostri impegni Nella notte tra il 20 e il 21 giugno 1993 fu salutato come il sindaco «del nuovo che avanza». Oggi, ad appena 11 mesi dall'elezione, Valentino Castellani rischia di essere considerato un sindaco «vecchio». Colpa delle elezioni di aprile, colpa dell'inerzia della sua squadra? Forse di entrambe le cose. Ma lui, Castellani, non accetta quest'analisi, la definisce «generica e superficiale». Respinge l'accusa di essere un sindaco di parte. Nega che tra la sua maggioranza e gli schieramenti che si sono scontrati nella campagna elettorale di primavera ci possano essere legami veri. Non vuole sentir parlare di assessori «incapaci». Parla invece della polemica con gli industriali, ma la definisce «presunta». Parla delle opere che non decollano: del metrò, dei parcheggi, del piano d'investimenti per quest'anno e per il prossimo: 921 miliardi nel '94; quasi 1200 miliardi nel '95. Ma dà la colpa alle lentezze della burocrazia romana e ai «lacci» posti dalla legge Merloni. «Come altri sindaci di grandi città - dice ho scritto a Ciampi per chiedere che il suo governo rivedesse una legge che blocca tutto o quasi». Sindaco, gli industriali dicono che l'amministrazione deve fare di più. Lamentano che i parcheggi non decollano e fanno l'esempio di quello previsto in corso Stati Uniti. Come può definire «presunte!» la polemica? «Dico che è presunta perché sto ai fatti. Prima delle elezioni del giugno '93 i vertici dell'Unione mi avevano chiesto di porre in programma alcuni punti prioritari: il "sì"al piano regolatore, l'ingresso di Torino nel consesso della Comunità europea, il rilancio dell'aeroporto, l'utilizzo dei cosidetti fondi strutturali. Ebbene, sono tutte questioni andate a buon fine: in tre mesi abbiamo completato e approvato il prg; siamo in Europa e Torino è sede del Centro per la formazione dei dirigenti dell'Est; abbiamo il volo diretto Torino-New York. L'unico punto nero è il parcheggio di corso Stati Uniti. Ma per quel che ci compete anche là abbiamo fatto il nostro dovere: a dicembre la giunta ha varato il piano che a febbraio è stato approvato dal Consiglio comunale. L' 11 aprile abbiamo dato il via alla gara per il parcheggio di piazzale Valdo Fusi, poi toccherà a quello di corso Stati Uniti». C'è chi la definisce un «sindaco bollito» con alcuni assessori «stanchi», in qualche caso «incapaci». «Non sono finito. La squadra va avanti, lavora. Del resto né io, né i miei più stretti collaboratori non abbiamo mai detto che avremmo risolto in 10 mesi questioni sul tappeto da decenni». Per esempio il metrò... «C'è anche gente che mi ferma per chiedere: perché non l'avete ancora costruito? Anche qui, come per i parcheggi, ci sono ritardi dello State, noi siamo pronti». L'opposizione • non la destra o l'estrema sinistra, ma il centro ex de - accusa la sua maggioranza di «forte ritardo» nell'avvio delle anticipazioni al prg. Il consigliere Chiavarino lunedì in Sala Rossa ha affermato che, pur avendo stanziato 921 miliardi da investire entro l'anno, la giunta non ha ancora preparato i progetti. Lei lunedì era a Bruxelles, oggi cosa risponde? «Come ho detto, c'è una legge, la Merloni, che ostacola l'attività dei Comuni. Ripeto: avevo scritto a Ciampi...». Adesso c'è il nuovo Governo, primo ministro è Berlusconi. E si ritorna da capo: Castellani non si sente delegittimato come il Parlamento appena sciolto, visto che in Sala Rossa "Forza Italia" non è rappresentata, anche se alle politiche ha ottenuto la maggioranza relativa in città? «Ecco, questo è un ragionamento da ancien regime. Vigente con la vecchia partitocrazia che ad ogni elezione verificava se gli equilibri fossero confermati. Per me è diverso: ho stipulato un patto con la città e per rispettarlo rimango in carica 4 anni». Sindaco, ne è passato quasi uno (ossìa il tempo che alcuni suoi predecessori hanno trascorso nell'ufficio che lei oggi occupa) e parte della città l'accusa di immobilismo. Riuscirà nei prossimi tre anni a rispettare quel patto? A far cambiare idea ai critici? «Credo di sì. Del resto in un anno, come hanno appunto dimostrato i miei predecessori, si riesce appena ad impostare il lavoro. In Francia i sindaci hanno tempo sei anni. Anche a Lione». Giuseppe Sangiorgio PARCHEGGI FERMI ► MANCANO I PROGETTI DI OPERE PER 921 MILIARDI

Persone citate: Berlusconi, Castellani, Chiavarino, Ciampi, Giuseppe Sangiorgio, Valentino Castellani

Luoghi citati: Bruxelles, Europa, Francia, Lione, New York, Torino