Molestie sessuali Provincia dà l'alt di Gianni Bisio

Giunta nella bufera, tra attacchi politici e accuse del mondo imprenditoriale Codice per tutelare dipendenti Molestie sessuali Provincia dà Palt «E' vietato ogni comportamento indesiderato a connotazione sessuale o qualsiasi altro tipo di comportamento basato sul sesso che offenda la dignità di uomini e donne sul luogo di lavoro, ivi compresi atteggiamenti sconvenienti e offensivi per chi li subisce, di tipo fisico, verbale o in qualsiasi altra forma manifestato». Così recita l'articolo 3 del «Codice di comportamento per la tutela della dignità delle donne e degli uomini sul lavoro», che il Consiglio provinciale di Torino, primo in Italia, si appresta ad approvare in linea con una raccomandazione Cee del '91. Più semplicemente a Palazzo Cisterna viene definito «regolamento contro le molestie sessuali»: è la prima vittoria concreta del Comitato pari opportunità della Provincia, nume tutelare dell'iniziativa, e delle cinque consigliere che hanno presentato la proposta di deliberazione: Mariangela Rosolen, Valeria Galliano, Magda Negri, Franca Coisson e Maddalena Corsiatto. In sette articoli, il «Codice» tutela dalle molestie sessuali uomini, donne, lesbiche e gay (categorie queste ultime che la Cee giudica «particolarmente vulnerabili») e invita l'ente a dotarsi di sanzioni disciplinari che possano essere graduate in relazione alla gravità della condotta rispetto ai doveri di legalità e rettitudine che gravano sul dipendente, maschio o femmina che sia. Tutto ciò ferma restando l'eventuale rilevanza penale o civile dei fatti. E' particolarmente garantita l'informazione, l'assistenza e soprattutto la riservatezza a chi è oggetto di «attenzioni moleste» e il Comitato pari opportunità si pone come servizio di consulen¬ za ed assistenza a chi lo chiederà. E' altrettanto tutelata la sicurezza del posto di lavoro contro ogni forma di ritorsione o rappresaglia verso chi denuncia abusi, una pratica che purtoppo contribuisce a far rimanere nascosti molti episodi di disturbo o addirittura di violenza. Mariangela Rosolen, che ha seguito fin dall'inizio la gestazione del «Codice», prevede un dibattito in consiglio (6 donne, 39 uomini) non del tutto tranquillo: «Prenderò il Valium il giorno prima - dice - per non reagire troppo vivacemente: di sicuro c'è da attendersi qualche sarcasmo e qualche banalità scontata, ma spero che i miei colleghi consiglieri restino nei limiti del tollerabile». Se è vero che i sette articoli sono stati concepiti su raccomandazione della Cee, che considera le molestie sessuali un «problema grave» per un gran numero di lavoratrici, alla loro nascita ha contribuito molto un'indagine fra le dipendenti della Provincia che nell'89-90 venne compiuta dal Comitato pari opportunità sulla condizione femminile nell'ente. Fra i dati raccolti in modo anonimo venne fuori un caso di denuncia di molestie sessuali subite (che non venne pubblicato su richiesta dell'interessata) e alcuni episodi di molestie sessuali «per sentito dire». Quanto bastava per provare che il problema esisteva. Peraltro già all'inizio degli Anni '70 ci fu un caso di esibizionismo a Palazzo Cisterna finito davanti al magistrato: ma erano altri tempi e molti si adoperarono a soffocare il cosiddetto «scandalo». Così tutto finì nella sabbia. Gianni Bisio Il Consiglio provinciale di Torino si appresta ad approvare il «codice» contro le molestie sessuali «a tutela delle donne e degli uomini sul lavoro»

Persone citate: Franca Coisson, Maddalena Corsiatto, Magda Negri, Mariangela Rosolen, Valeria Galliano

Luoghi citati: Italia, Torino