« La dodicesima notte» secondo Barberio Corsetti

« L'allestimento, firmato a quattro mani con Renata Molinari, è al Teatro Carignano fino al 21 « La dodicesima notte» secondo Barberio Corsetti Nello spettacolo, una macchina scenica dalle mille sorprese TORINO. Da ieri al Carignano «La dodicesima notte» di Shakespeare, una produzione del Teatro Stabile e della compagnia Barberio Corsetti. Drammaturgia e adattamento sono di Renata Molinari e dello stesso Barberio Corsetti. La traduzione del testo è di Agostino Lombardo. L'allestimento rimane in città fino al 21 maggio. In occasione del debutto romano dello spettacolo il critico de «La Stampa» Masolino d'Amico scriveva: «Cosa spingerà un regista a scegliere, oggi, "La dodicesima notte" di Shakespeare? Fra i motivi elencabili potrà essere il desiderio di giocare con l'ambiguità sessuale alla base delle attrazioni erotiche nel testo; oppure, la volontà di dare un'occasione a un'attrice particolarmente dotata per recita- re "en travesti"; oppure ancora la scommessa di rendere il misterioso umore malinconico della pièce, di solito tanto sfuggente negli allestimenti italiani. Oppure ancoraMa smettiamo di tirare a indovi¬ nare, tanto non ci azzecchiamo; nessuno di questi motivi è stato infatti perseguito da Giorgio Barberio Corsetti; o se sì, è stato in sordina, subordinatamente all'unica grande e vera ragione motri¬ ce. Tale ragione è la possibilità di esibire e quindi manovrare un complesso impianto scenico, firmato da Corsetti stesso con Mariano Lucci e Alessandro Scandurra e sapientemente illuminato da Pier Giorgio Foti, una vera macchina di immagini pittoricamente molto suggestive e ammirevoli per l'ingegnosità con cui si trasformano. C'è all'inizio, per la Corte dove il duca Orsino langue d'amore, un fondale quadrato che è una grande lavagna incorniciata, da cui sporge un piccolo sgabello per il duca, appollaiato sotto un vestito femminile color salmoncino. Poi la lavagna si apre in due diventando un altro ambiente, il cui pavimento praticabile si alza e si inclina ripidissimamente; e le trasformazioni continuano...». Una scena dello spettacolo di Barberio Corsetti «La dodicesima notte»

Luoghi citati: Torino