Telegatti per dodici milioni lo specchio dell'Italia in video di Alessandra Comazzi
r r TIVÙ'& TIVÙ' Telegatti per dodici milioni lo specchio dell'Italia in video GAFFE, cretinate, momenti di comicità, spesso involontaria, sovrapposizioni di parole, domande banali, imbarazzi, vanitas vanitatum, paradossale imitazione dell'America, retorica, abiti impossibili, affannosa ricerca del «glamour» internazionale. Davanti al disciplinato e oceanico pubblico di Canale 5 (esattamente dodici milioni 247 mila persone) è andata in onda l'altra sera la consegna dei Telegatti, quelli che vengono pomposanente definiti gli Oscar della televisione italiana. E agli Oscar (a parte il ridicolo nome) si ispirano fin dall'arrivo dei divi, tra ali di folla festante, al teatro, che certo non è l'Oscar Pavillon di Hollywood, ma più modestamente il Nazionale di Milano. Poi ci sono le categorie, le nominations, la proclamazione del vittorioso fatta da un'altra stella. Ne fanno venire molte da fuori, di stelle, in modo da stendere una patina dorata sull'intera manifestazione. L'altr'anno si era visto addirittura Dustin Hoffman, quest'anno abbiamo trovato Mia Farrow, Peter Falk, Rupert Eve1 rett, che dividevano lo stesso ■ ruolo con i nostri Cuccarmi, Zuzzurro e Gaspare, Gino Paoli, Leo Gullotta. Divario? Ma per carità, va bene tutto. Ancora una volta conduceva Corrado, il veterano, e accanto a lui Alba Parietti, notevole soprattutto per i suoi due vestiti da Cenerentola al ballo, uno argento, l'altro azzurro polvere. Complimenti al coraggio. Accanto ad altre incredibili mises, si stagliava Alessandra Martines che si è presentata, lei sì molto chic, con un pigiama palazzo marrone e i capelli raccolti a crocchia. Elegantissima anche Lorella Cuccarmi in perfetto prémaman nero. Le cronache ci hanno già raccontato che la Rai è stata pochissimo premiata, che le reti Fininvest si sono accaparrate quasi tutto, che Fiorello, Ambra e Castagna sono gli indiscussi personaggi dell'anno. L'unica infiltrata Rai in mezzo a questo scelto manipolo di eroi è Mara Venier, accorsa alla ribalta nel consueto bianco che le esalta il grande seno. E' anche vedendo lei che Alba Parietti deve aver pensato alle ingiustizie del mondo, chi troppo e chi niente, decidendosi per la famosa operazione. Tra i numeri migliori, la solita gag tra Corrado e Bongiorno, che ha vinto il ventesimo riconoscimento (praticamente; «Sei il solito vecchio scemo, vecchio scemo sarai tu»); la Parietti che si profuma le ascelle con il deodorante sponsor; Funari che chiede alla platea di alzarsi tutta in piedi perché lui sta dedicanto il suo Telegatto al Paese (sì, proprio l'Italia), che ne ha tanto bisogno; Fiorello che si impadronisce della platea e fa cantare, da non credere, il karaoke a Castagna, Scotti, eccetera; ancora Parietti che chiede a Mia Farrow come fa a gestire tutti i suoi figli; Katia Ricciarelli che racconta come prima di cantare avesse anche lavorato in un circo: «E non facevo l'elefante»; Massimo Lopez che fa l'imitazione degli americani premiati con la Statuetta, ma lui è bravo davvero. Una rassegna lunga e noiosa, interrotta senza pietà dagli spot, ma con una sua fascinazione: ti mettevi lì e la guardavi, e pensavi che quella è la televisione, quindi quella è la realtà, quindi quello è uno specchio e chi c'è dietro lo specchio? Oh santo cielo, non ci saremo mica noi? Alessandra Comazzi
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