I'altro Berlinguer

Cossiga: Sergio? I/altro Berlinguer Ifratelli separati della politica IL MINISTRO E IL PIDIESSINO CROMA ONTINUA dunque la saga Berlinguer. Continua all'insegna del più classico rinnovamento nella continuità, con il capitolo «I fratelli separati». Separati e assai diversi, anche nel modo in cui vivono e divulgano questa insolita condizione che è insieme politica ed esistenziale. Uno, Sergio, diplomatico, segretario generale del Quirinale con Cossiga, è stato appena nominato ministro del primo governo di centro-destra: «Preferisco non fare dichiarazioni su questo», risponde cortese, ma gelido, con la solida determinazione di un ambasciatore anglo-sassone. L'altro, Luigi, deputato del pds, è da qualche giorno il capo dell'opposizione parlamentare di sinistra. E su questa curiosa situazione ha trovato del tutto ovvio concedere un'intervista al Tg5: «Veramente la pecora nera è lui», ha esordito del tutto a suo agio. Quindi, con la più sincera indulgenza del primogenito, ha spiegato: «Mio fratello Sergio ha sempre seguito una strada diversa da quella della stragrande maggioranza della mia famiglia, che è di sinistra». Questo è «anche un segno di democrazia e di tolleranza». I rapporti d'affetto, beninteso, rimangono gli stessi. Naturalmente, anche quelli politici. Perciò: «La polemica con il governo Berlusconi non perde neanche un millimetro del suo spessore». Il governo, alzava il tiro Luigi, «è brutto», «un pasticciaccio», «una specie di intruglio fatto di vecchi. Ci hanno messo dentro - insisteva di buon mattino, spiegando più tardi che si riferiva soprattutto a D'Onofrio - un pezzo di uomini di Cossiga...». Cossiga, appunto, anche lui lontano parente di questi e degli altri cugini Berlinguer, Enrico, segretario comunista scomparso nel 1984, e il fratello Giovanni, medico e anche lui parlamentare del pds ritiratosi nel 1992. Il Cossiga, appunto, che Sergio l'ha sempre avuto accanto come consigliere fidatissimo nello studio ovale di Montecavallo, eminenza grigia, ministro della Real Casa e perfino consocio di un ideale, csclusivissimo England Watchers' Club. Il presidente che motteggiava: «C'ò sempre un Berlinguer nella mia vita». Mica solo nella sua. E poi un solo Berlinguer? Adesso sono due... Anche Cossiga, perciò, ha voluto esprimersi in giornata sugli ultimi, sorprendenti sviluppi di questa saga che prende le sue mosse da quella ineffabile Sassari che tra via Cavour, piazza Italia e viale Umberto s'intreccia con 150 anni di storia politica e istituzionale italiana. E' partito da lontano, l'ex presidente, anzi da lontanissimo, richiamando le radici più profonde della famiglia Berlin- guer, «giacobina, repubblicana, radicale, cavallottiana». Sempre al Tg5 ha ricordato certi suoi leggendari, aristocratici antenati «che fuggirono con le figlie del barbiere e finirono in prigione». Ha definito Luigi, il pidiessino, «un intellettuale prestato alla politica» e Sergio, l'ex collaboratore divenuto mi- nistro «un comis d'Etat» pure lui in prestito al primo governo Berlusconi. I Berlinguer, dunque; ancora vecchi e nuovi Berlinguer. E così, proprio in questo giorno a suo modo simbolico, proprio quando sembra che tutto stia cambiando, vorticosamente, tocca riaprire questo straordinario romanzo dinastico e rinfrescarsi la memoria con il l'eroico capostipite, Gerolamo Berlinguer, e il primo Enrico, fondatore della Nuova Sardegna, e la zia Mariuccia, l'oculista Zanfarino, l'oculista Loriga, il deputato Mario, papà di Enrico e Giovanni, e l'avvocato Aldo, padre di Luigi, il pidiessino, Sergio, il ministro, Paolo, avvocato ex assessore regionale del pei, Franco, avvocato internazionalista, Caterina, che però vive a Madrid, sposata al figlio di un ex ministro di Franco... E ancora, per scoprire le più varie e complicate congiunzio- ni parentali tra i Berlinguer e i Cossiga, i Segni, padre Antonio e figlio Mariotto, i Siglienti, padre Stefano e figlio Sergio, compagno di regate di Enrico a Stintino con la vela latina, ecco, forse anche i giornalisti della Seconda Repubblica eviteranno di farsi venire il mal di testa grazie ai preziosi alberi genealogici ricostruiti dal benemerito signor Vasco Doveri, direttore dell'anagrafe sassarese. E ancora torneranno utili le puntuali, sagaci valutazioni dello storico Manlio Brigaglia sulla «sassaresità» da intendersi come dimensione culturale, antropologica di una borghesia che da sempre si nutre di «pane e politica» e sempre, nonostante i matrimoni, è riuscita a tener separati politica e affari, politica e famiglie. Perché «nella nostra famiglia - ha spiegato con un lampo di orgoglio negli occhi Luigi Berlinguer - nessuno è uomo di nessuno». Del resto «con i parenti si mangia l'agnello - disse una volta Enrico -, non si fa politica». Filippo Ceccarelli Cossiga: Sergio? Un diplomatico imprestato al governo del Cavaliere Luigi, deputato della Quercia «La pecora nera è lui, non io» Mario Segni A sin. l'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga A sinistra, il neoministro Sergio Berlinguer Sotto, Luigi Berlinguer capogruppo dei progressisti alla Camera

Luoghi citati: Madrid, Nuova Sardegna, Sassari, Stintino