Carla Fracci deportata in un lager di Sergio Trombetta

Per il «Maggio» Per il «Maggio» Carla Fracci deportata in un lager FIRENZE. «Pulizia e onestà. Ho puntato su queste due vie di uscita per affrontare un doppio personaggio così ingombrante come quello di una ebrea in campo di concentramento e quello addirittura della Madonna. Non mi è dato di volta il cervello e non mi sono montata la testa. Semplicemente la composizione di Hindemith " Das Marien Leben" su liriche di Rilke è talmente toccante e la vicenda di Etty Hillesum è talmente commovente che non si poteva non portarli sulla scena». Carla Fracci prova in questi giorni a Firenze "La vita di Maria", un lavoro molto impegnativo, concepito dal marito Beppe Menegatti che la vedrà in scena al teatro La Pergola oggi, il 13 e 15 maggio per il Maggio Musicale Fiorentino. La vita di Maiia è un ciclo di liriche di Rilke che in due diversi momenti della sua vita, negli Anni 20 e successivamente negli Anni 40, il compositore Paul Hindemith mise in musica per pianoforte e soprano. «Intorno agli Anni 50 si ascoltava questo ciclo con interesse e stupore per la novità, la bellezza del testo, la secchezza della musica. Allora era musica d'avanguardia e tutti ne eravamo entusiasti. L'idea di farne uno spettacolo di danza per Carla mi girava per la mente sin da allora. Si trattava di trovare l'occasione giusta», racconta Beppe Menegatti. E l'occasione è venuta quando il sovrintendente del Maggio, Massimo Bogianckino, e direttore artistico, Cesare Mazzonis, hanno offerto l'opportunità di uno spettacolo nel Maggio a Nostra Signora della Danza, Carla Fracci. Ma che cosa c'entra l'ebrea Etty Hillesum con la Vita di Maria? «C'entra - spiegano Fracci e Menegatti entusiasti del loro progetto perché proprio nell'ottobre scorso ci è capitata fra le mani una nuova traduzione delle liriche di Rilke con la introduzione di Davide Maria Turoldo in cui si fa cenno al diario della Hillesum che rinchiusa nel lager di Auschwitz preferì non portare con sé vestiti e coperte, ma la Bibbia e le liriche di Rilke». Di qui l'idea di montare uno spettacolo di danza e prosa che mescoli le due vicende, quella umana di Etty e quella divina di Maria. Il meccanismo è abbastanza semplice: Carla Fracci compare in scena all'inizio dello spettacolo nei panni della deportata mentre sta per entrare nel lager: i capelli già tagliati, gli abiti stazzonati. Fracci recita alcune poesia, cita dei brani dal diario della Hillesum e la danza prende il via come visione: «Un prigioniero acrobata può trasformarsi in Angelo - aggiunge la Fracci - un rivoluzionario condannato al campo può essere Cristo, un gruppo di prigionieri che trasportano legna diventano San Giuseppe». Al testo che racconta la vita reale si alterna dunque la danza che racconta le visioni, insomma la danza per dire l'indicibile con lo strumento della parola. Una danza di cui Fracci è molto soddisfatta. Accanto a lei nei ruoli principali ci saranno Eric Vu An, Gheorghe Iancu, i solisti e il corpo di ballo di Maggio Danza. Ma è la prima volta che la danzatrice collabora con Gianfanco Paoluzzi, coreografo della generazione italiana fra i trenta e i quaranta che incominciano finalmente ad essere invitati dagli enti lirici e che ha già dato ottime prove in passato: «Conosco Gianfranco dai tempi di New York quando ero stella ospite dell'American Ballet Theatre e lui danzava nelle compagnie contemporanee americane. Ci incontravamo spesso come colleghi, lui veniva a vedermi danzare: ora lavorare insieme è una soddisfazione, quasi il compimento di un destino» Sergio Trombetta

Luoghi citati: Firenze, New York