Bellocchio: la vita è adesso il ribelle sceglie il silenzio

Bellocchio; !a vita è adesso il ribelle sceglie il silenzio Bellocchio; !a vita è adesso il ribelle sceglie il silenzio e professionalmente legato. Dall'adolescenza, un ragazzo ha scelto il silenzio, il mutismo; ha deciso di non accettare più il discorso normale per atto simbolico di rifiuto della realtà e dei rapporti normali; ha voluto seguire la carriera d'attore per poter parlare senza parlare, per comunicare con gli altri soltanto attraverso il linguaggio dell'arte. La sua scelta superba, pura e violenta, il suo orrore di quei compromessi utili a sopravvivere, vengono combattuti e avversati da tutti coloro che lo amano e che lo vorrebbero simile a loro: il padre archeologo, che vive nel passato studiando la civiltà cretese; il fratello, un fisico che affida 1 avvenire alla scienza e alla tecnologia; la madre poetessa, alla quale la sensibilità artistica consentirebbe di capire il figlio se l'inesplicabile profondo legame materno non le rendesse impossibile separarsi da lui; la ragazza innamorata perdutamente e discretamente, che nella fusione amorosa imita il silenzio di lui ma che a poco a poco viene invasa dall'angoscia, non regge più quel rigore e lo tradisce. Rappresentazione simbolica TRE giorni prima d'inaugurare al festival di Cannes la rassegna «Un certo sguardo», esce nei cinema italiani «Il sogno della farfalla» di Marco Bellocchio: film bello e difficile sulla resistenza al conformismo e alla normalizzazione; su un rifiuto della società esistente che non si esprime più nella lotta politica ma nella ricerca e salvaguardia di sé; sull'accettazione del fatto che il mondo è quello che è e non può cambiare, che desiderare e perseguire un passato perduto o un futuro migliore è sterile, che la vita è adesso e occorre viverla nel presente «senza predicare né proclamare nulla». Il sogno della farfalla del titolo è infatti quello di chi dura un giorno come appunto la farfalla, il sogno d'una esistenza precaria rna pienamente vissuta; il percorso di Bellocchio pare compiersi; il film applica l'ammirevole bravura del regista nel raccontare per immagini a un testo criptico e insieme banale del professor Massimo Fagioli, l'anomalo neuropsichiatra e psicoanalista autore del soggetto e della sceneggiatura al quale Bellocchio è da anni personalmente Nella fotografia gli attori Simona Cavallari e Thierry Blanc in una scena della pellicola «Il sogno della farfalla» di Marco Bellocchio, di cui sono i giovani e difficili protagonisti priva di struttura narrativa, il film segue tuttavia il protagonista in un viaggio in motocicletta compiuto con l'amata. Il viaggio li porta tra vecchi sapienti e affettuosi, donne e uomini, depositari d'un messaggio religioso e della consapevolezza dell'immutabilità del mondo. Li porta tra deformi, storpi, nani e folli che sono, dice il regista, «gli sconfitti del Sessantotto, quelli che hanno creduto di poter cambiare il mondo, che portano le mutilazioni del fallimento e che si sono reclusi in un ghetto di vinti: la loro amarezza viene esasperata dalla bellezza e dalla giovinezza della coppia, dalla sua arroganza vitale ("Noi siamo belli, non abbiamo nulla da darvi"), tanto che finiscono col lapidarla». Il viaggio li porta infine ad affrontare un terremoto che esprime tutta

Persone citate: Bellocchio, Marco Bellocchio, Massimo Fagioli, Simona Cavallari, Thierry Blanc

Luoghi citati: Cannes