Tatarella
Tutnrellu Tutnrellu IIpiù de dei missini POSTE E TELECOMUNICAZIONI. Giuseppe Tatarella, il meno fascista dei fascisti, il più democristiano dei missini. E corre già una piccola leggenda post-partitocratica su «Pinuccio», gli occhiali sulla pelata, gli abiti eternamente macchiati e stazzonatissimi che gli valgono una seconda identià da «pervestito», l'abilità manovriera frutto più che maturo della politica universitaria degli anni d'oro, il cervello brillante e totus politicus, le scorribande culturali alla conquista di Di Vittorio, Moro, Sturzo, perfino quel presunto lascito di Giorgio Almirante ai suoi successori: «Mai contro Tatarella». Già il cognome, in effetti, che riecheggia balli folcloristici dell'Italia meridionale e che Cuore ha efficacemente ritmato in coppia con il suo collega ministro post-missino Fisichella (Tatarella e Fisichella/ zumpappero, zumpappà...», lascia immaginare che il personaggio c'è: 58 anni, da Cerignola, una moglie bella, colta ed elegante, missino da sempre, ma alieno da ogni idea degli scontri di piazza, è il vero inventore - e il grandissimo venditore - di Alleanza nazionale, che ancora non si capisce bene che cosa sia, comunque ha funzionato meglio di una lavatrice e meglio di qualsiasi veteronostalgia. «Pinuccio» ci deve essere arrivato con l'intuito de) politico meridionale un po' populista e un altro po' genialoide. Con la stessa scaltra approssimazione con la quale a casa sua ha spolpato una de tutt'altro che remissiva, la de di Lattanzio, adesso Tatarella vorrebbe inaugurare «la via pugliese alla destra produttiva». Che è formula abbastanza vaga per contraddire quella politica di piccoli slittamenti e accorgimenti e accomodamenti progressivi che è la sua specialità. E che nelle trattative i (poveri) leghisti hanno definito «democristiana», senza capire che è in realtà molto più antica della de.
Persone citate: Fisichella, Giorgio Almirante, Giuseppe Tatarella, Moro, Sturzo, Tatarella
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