Ferrara
Ferrara Ferrara «Ritiro tutte le querele» RAPPORTI CON IL PARLAMENTO. Giornalista di lotta e adesso pure di governo. Stupefacente, quasi un sogno, più da film che da romanzo, il tragitto che in una quarantina d'anni ha portato Giuliano dalle ginocchia di Palmiro Togliatti alla poltrona di ministro, per i Bapporti con il Parlamento, figurarsi, nel primo governo di destra. In mezzo a questi due estremi, che comunque non danno l'idea di esser vissuti come estremi, un'avventura forse più esistenziale che politica. Una storia intellettuale e una biografia che mettono insieme, secondo un destino complesso, ma certo affascinante, una grande famiglia borghese e liberale attraversata dal comunismo, un'educazione moscovita, un precoce Sessatotto, gli anni del funzionariato, delle fabbriche torinesi e dei riti comunisti, la crisi politica, l'isolamento, la laurea presa in ritardo, quasi in clausura, e la disoccupazione, il cane. Quindi, tutto insieme, e all'improvviso, Craxi, la tv, il successo, i miliardi, l'autista, gli insulti per strada e sui giornali (tutti ri¬ cambiati, con gli interessi), la faziosità rivendicata come una virtù esplicita, il Parlamento europeo, e quelle «Lezioni di sesso», con moglie, censurate proprio da Berlusconi. E ancora, senza Craxi, orfano di un psi graffiato via dal sistema politico, il sudore sotto le lampade, con milioni di telespettatori davanti, le urla, le diete, i sigari, la romanza cantata, la frittata girata, i travestimenti, perfino nel bidone della spazzatura... Molti, forse tutti si sarebbero fermati qui, si sarebbero arresi. Non quell'implacabile bruciatore di esperienze, l'avido consumatore di vita propria e di altrui vitalità che è Giuliano Ferrara. Faceva impressione, ieri sera, sentirlo promettere che avrebbe ritirato le querele, ora. Un Giuliano nuovo. Un ministro buono. Un personaggio, appunto.
Persone citate: Berlusconi, Craxi, Giuliano Ferrara, Palmiro Togliatti
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