Governo l'ultimo scambio di pedine

Il monito di Scalfaro a Berlusconi: «Si rispetti l'unità del Paese». Il Cavaliere: «Garantisco io» Il monito di Scalfaro a Berlusconi: «Si rispetti l'unità del Paese». Il Cavaliere: «Garantisco io» Governo, l'ultimo scambio di pedine Giustizia, Biondi scalza Previti ROMA. Berlusconi ha presentato a Scalfaro la lista definitiva dei suoi ministri alle 19 di ieri sera con un finale mozzafiato (via Previti dal ministero della Giustizia, avanti Biondi). E, soprattutto, lasciandosi alle spalle una coda di incomprensioni e di tensioni col Quirinale. Il presidente del Consiglio incaricato ha sciolto la riserva dopo una serie di rinvìi, dovuti proprio alle garanzie sui futuri comportamenti dei ministri (dell'Interno, degli Esteri) che Scalfaro chiedeva in modo sempre più perentorio. Sino a rendere pubblico uno scambio di lettere con Berlusconi dal quale risulta evidente un forte richiamo a vigilare sulla intangibilità dell'unità del Paese e sulla continuità della politica estera. «Richiami così allarmanti alla tenuta democratica del Paese - ha rilevato Occhetto, segretario del pds - non possono essere considerati di normale amministrazione». A quanto si è capito, Scalfaro avrebbe voluto che il ministro dell'Interno, il leghista Maroni, garantisse pubblicamente che non avrebbe lavorato per ledere l'unità dell'Italia. Maroni, come Bossi, erano a Milano e non si sono fatti trovare al telefono. In mancanza della lettera di garanzia, Scalfaro ha deciso di rendere pubbliche le sue preoccupazioni. «Un atto di cautela a futura memoria» secondo Urbani, di Forza Italia. Un atto che Berlusconi non deve aver gradito molto, stando alla faccia che mostrava all'uscita dopo l'ultimissimo colloquio con Scalfaro. La sua risposta alla lettera di Scalfaro è stato un sostanziale: «A controllare i miei ministri ci penso io». Ma, intanto, dopo quell'incontro ha tolto il suo Previti dal ministero della Giustizia per spostarlo alla Difesa. Troppe erano le critiche e i timori che la nomina dell'avvocato della Fininvest stava sollevando tra i magistrati e tra le opposizioni. Così il presidente del Consiglio si trova dove la Lega voleva portarlo: a non ottenere il ministero dell'Interno e neanche quello della Giustizia. La dura partita che si è giocata in queste ultime ore tra gli alleati di governo e tra Scalfaro e Berlusconi ha fatto rientrare in circolo voci su richieste a Scalfaro di lasciare il Quirinale. Interrogato in proposito, il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Raffaello Della Valle, ha risposto: «Non credo che Scalfaro debba fare le valigie. Mi pare che abbia esercitato un diritto-dovere, opinabile ma, comunque, nell'ambito dell'esercizio dei suoi doveri». Comunque, ora il governo è fatto. I ministri sono 25, uno in più del governo Ciampi e ben 23 sono matricole al loro primo incarico. Forza Italia di Berlusconi ha 8 ministri, Lega e Alleanza nazionale 5 ciascuno, e due ciascuno gli ex de cristiano-democratici e gli ex liberali dell'Unione di centro. Da aggiungere al totale tre ministri «tecnici». Di fatto si è formato un nuovo «pentapartito». Con la rovità che al governo ci sono ora anche i missini di Alleanza naziona¬ le. Non ci sarà, invece, Pannella che aveva sperato, sino all'ultimo, di ottenere il ministero degli Esteri. Magari sull'onda delle preoccupazioni manifestate da Scalfaro. I riformatori pannelliani dovrebbero, però, votare a favore e ottenere la presidenza di un paio di commissioni parlamentari. Più che soddisfatto Fini: «Non dico che è una giornata storica, ma sicuramente importante». La sua squadra ha ottenuto la vicepresidenza del Consiglio e lo strategico ministero delle Poste, che ha a che fare con la Rai (ma non l'ingresso di Tremaglia). Soddisfatto Bossi che ha quel che aveva chiesto e, in più, è riuscito ad imbrigliare in parte Berlusconi. Soddisfatto ma stanco il presidente del Consiglio che ha deciso di rispettare la tradizione presentando il suo governo prima al Senato, lunedì prossimo, per chiedere la fiducia. Oggi giuramento al Quirinale e poi Consiglio dei ministri per scegliere i sottosegretari. «E' una buona squadra, irreprensibile sotto ogni punto di vista» ha detto Berlusconi dopo aver sciolto la riserva, con una implicita risposta a Scalfaro. «I frutti credo che si vedranno presto ma nessuno ha la bacchetta magica» ha avvisato accennando ai primi atti del suo governo: semplificazione delle leggi, rendere efficienti gli organi dello Stato. E, piccato per le ironie sulla lunghezza delle trattative: «Sono passati soltanto undici giorni». Onorevole presidente, Desidero - anche a chiarimento di interpretazioni errate o che possano dar luogo ad equivoci richiamare la sua responsabilità su alcuni problemi, una cui eventuale non chiara soluzione potrebbe recar danno alla Repubblica dentro e fuori i suoi confini. 1 ) Coloro ai quali Ella riterrà di affidare responsabilità attinenti alla politica estera dovranno assicurare piena fedeltà alle alleanze, alla politica di unità europea, alla politica di pace. 2) Colui che sarà proposto quale responsabile del ministero dell'Interno - ministero che ha ruolo preminente nel preservare l'unità dell'Italia e il rispetto della legalità repubblicana - non dovrà assumere po¬ Alberto Rapi sarda LA LETTERA DEL QU A sinistra il leader radicale Marco Pannella, che ha guidato la delegazione dei Riformatori all'incontro con Berlusconi IRINALE sizioni politiche in contrasto con i principi di libertà e di legalità, nonché con il principio dell'Italia «una e indivisibile», che sono fondamento e anima della nostra Carta costituzionale. 3) Il governo che Ella si accinge a formare dovrà, altresì, essere rispettoso del principio di solidarietà sociale, che si sostanzia, innanzitutto, nella tutela dell'occupazione, con particolar riguardo alla possibilità di assicurare il lavoro ai giovani. Ho sentito e sento questo dovere nel mio compito di garante della Costituzione. Confido che Ella possa dare ogni personale garanzia circa queste preoccupazioni che toccano la vita dello Stato democratico. Con viva cordialità. Oscar Luigi Scalfaro A lato, il neoministro dell'Interno, il leghista Roberto Maroni LA RISPOSTA Signor Presidente, La ringrazio per le sue attente e cortesi osservazioni relative alla composizione del governo. Le confermo che, su tutte le questioni oggetto della sua lettera (politica estera, unità della patria e difesa dei principi di solidarietà sociale), ho intenzione di esercitare senza riserve il potere e la responsabilità di coordinamento e di guida dell'esecutivo che la Costituzione assegna al presidente del Consiglio dei ministri. Le confermo altresì che nessuna delle personalità da me considerate, tra le proposte di nomina a titolari dei dicasteri del mio governo, esprime orientamenti contrari ai principi cui Ella ha voluto richiamare la mia attenzione. Con viva cordialità. Silvio Berlusconi PALAZZO CHIGI LONTANO DAL COLLE dreotti, arrivò a dare l'incarico a un triumvirato. Ma la conclusione della vicenda - e la nomina puntuale dei ministri contestati senza altre obiezioni del Quirinale - forse si spiega diversamente: s'è trattato in realtà del secondo round dello scontro cominciato subito dopo i risultati elettorali e il successo del centro-destra il 28 marzo. Un conflitto politico chiarissimo, non risolto, ma non del tutto istituzionale, tra quel po' (sempre meno), della Prima Repubblica ancora rimasto in piedi, e la Seconda che avanza incalzando, con la forza della recente vittoria elettorale. E una partita dura, tutta aperta, che dopo aver fatto al Senato la sua prima vittima illustre con la sconfitta di Spadolini, ora cinge d'assedio il Quirinale. Ma se la resa di Scalfaro è spiegabile con la crescita del suo isolamento e con la pretesa sconfitta del Vecchio da parte del Nuovo, la vittoria di Berlusconi - è innegabile - proprio per questo aveva bisogno di un tasso maggiore di novità. Perché se è vero che in politica le mediazioni contano, all'interno di una compagine di tecnici e di neoeletti provenienti dalla società civile, non potrà non avere un peso la riproposizione di un bel po' di ministri riciclati, provenienti dalla vecchia politica professionale, e inseriti in omaggio alle regole obbligate (e ai ricatti) del modo sobìto di comporre le coalizioni. Né potrà considerarsi risolta la questione delle origini post-fasciste di una buona parte della delegazione al governo proveniente daU'ex-msi, sollevata da molti osservatori e partner stranieri, approdata alla controversa votazione dell'Europarlamento, e rinufeta senza risposte soddisfacenti. Resta poi da chiarire perché, all'ultimo momento, il presidente del Consiglio abbia deciso di spostare uno dei suoi legali, Cesare Previti, eletto presidente dei senatori di Forza Italia, dal ministero della Giustizia alla Difesa. S'intuisce un segnale di distensione verso le proteste dei magistrati contro la linea di politica giudiziaria enunciata dal candidato ancora prima della nomina. Ma un presidente del Consiglio impegnato personalmente a distinguere il suo ruolo pubblico dalla sua vita privata di imprenditore, forse avrebbe dovuto riflettere meglio sull'inserimento al governo del legale che ha curato fin qui i suoi interessi. Berlusconi è ottimista, si sa, ed è convinto che il suo arrivo a Palazzo Chigi introduca di per sé un cambiamento così forte da far premio sui problemi e i dubbi rimasti aperti. E' possibile: in fondo, all'inizio, lo pensano tutti i presidenti del Consiglio. Ed è per questo che da oggi, per davvero, Berlusconi si gioca tutto. Marcello Sorgi LA STAMPA Quotidiano fondato nel 1867 DIRETTORE RESPONSABILE Ezio Mauro VICEDIRETTORI Lorenzo Mondo, Luigi La Spina Gad Lemer REDATTORI CAPO CENTRALI Vittorio Sabadin, Roberto Bellato EDITRICE LA STAMPA SPA PRESIDENTE Giovanni Agnelli VICEPRESIDENTI Vittorio Caiggotti di Chiusano Umberto Cuttica AMMINISTRATORE DELEGATO E DIRETTORE GENERALE Paolo Paloschi AMMINISTRATORI Enrico Autori Luca Corderò di Montozemolo ■las Gawronuki Giovanni Giovannini Francesco Paolo Mattioli Albetto Nicolello STABILIMENTO TIPOGRAFICO La Stampa, via Marenco 32, Torino STAMPA IN FACSIMILE * La Stampa, v.G. Bruno 84, Tonno STT sri, v. C. Peaenti 130, Roma STS spa, Quinta Strada 35, Catania Nuova SAME spa, v. della Giustizia IL Milano L'Unione Sarda spa, v.le Elmas, Cagliari CONCESSIONARIA PUBBLICITÀ' Publikompass Spa v. Carducci 29, Milano, tel. (02) 86470.1 c. M. d'Azeglio 60, Torino, tel. (Oli) 65.211 (altre filiali inizio annunci economici) © 1994 Editrice I-a Stampa SpA Rcg. 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