Nel supermarket la sedia della fertilità di Fiamma Nirenstein

Israele, le donne che toccano lo scranno di un rabbino riescono ad avere un figlio Israele, le donne che toccano lo scranno di un rabbino riescono ad avere un figlio Nel supermarket la sedia della fertilità STEL AVIV UCCEDE ad Ashdod, rude cittadina portuale di Israele: lo scenario è quanto di meno poetico, e tuttavia di più simbolico si possa immaginare, un supermarket. I protagonisti, o meglio le protagoniste, sono decine di donne che giorno dopo giorno attendono in coda di mettersi a sedere («per non più di 10 minuti», impone il manager del supermercato) su una sedia magica. E' la sedia dove pose il suo onorato deretano due anni fa il rabbino marocchino Yitzhah Kaduri, un'autorità indiscussa in fatto di religione, di Talmud e anche, sembrerebbe, di fertilità miracolosa. Infatti, dopo la sua visita, tutte le impiegate del supermer- 4 0511 9771122176003 cato sono rimaste incinte. E la stessa sorte tocca anche alle clienti. Tanto che il tasso di fertilità fra le donne che si accomodano sulla sedia di ràv Kaduri è altissimo. E in maggioranza, si asserisce ad Ashdod, i nati dal miracolo (che contempla tuttavia l'intervento del marito) sono in maggioranza maschi. Così si approfitta dell'improvvisa popolarità del negozio - dicono i laici impenitenti - per mettere bene in testa alle donne che stanno in coda davanti alla sedia quali sono i dettami della religione ebraica. E' un misto di prosa e di poesia che molto spesso troviamo nella letteratura dello shtetl, nei racconti chassidici dominati dal bisogno, dai miracoli dei santi rabbini e anche da un quasi ossessivo desiderio di figliolanza diffuso in Israele. «O noi o loro», ha scritto qualche giorno fa un autorevole scrittore israeliano, Zeev Chafez, riferendosi a quello che sempre, di più nella società israeliana si configura come un conflitto aperto: non è solo un problema di osservanza del sabato, oppure di atteggiamento verso i Territori occupati. E' piuttosto l'accento ansioso e settario che parte della società israeliana, sempre più secolarizzata e anche deideologizzata sulla via della pace, pone su certi personaggi carismatici che prendono il posto della gerarchia religiosa ufficiale e creano sette, superstizioni, movimenti violenti. Le cronache sono zeppe di nomi come quelli di rav Uzi Meshulam, che si è asserragliato con la sua setta in una specie di fortezza resistendo alla polizia, o del famoso fu Meir Kahane, oppure del miracoloso Babà Baruch, del bellicoso rabbino Goren, o semplicemente di rabbini locali che alle volte si oppongono nelle loro pratiche al comandamento essenziale che l'ebraismo ha dato al mondo intero: non fare idolatria. A spiegazione del seggiolone magico resta la passione israeliana per i bambini, legata al trauma dell'Olocausto e al continuo stato di guerra che abbisogna del rifugio della famiglia numerosa. E un po' anche alla tradizione di un piccolo popolo che ama, ovviamente, divenire un po' più numeroso. Comunque, fra tutte le follie della superstizione è meglio questa, volta verso la vita, di quelle che mescolando politica e religione fanno pasticci creando movimenti e sette. Se un tasso di superstizione deve esserci, meglio seduto che marciante. Fiamma Nirenstein

Persone citate: Goren, Kaduri, Meir Kahane, Zeev Chafez

Luoghi citati: Ashdod, Israele