Rupert un mito in kilt Ron: 8 anni con Ridge
Everett e Moss oggi protagonisti ai Telegatti Everett e Moss oggi protagonisti ai Telegatti Rupert, un mito in kilt Ron: 8 anni con Ridge MOLANO. Eccoli i due miti delrimmaginario femminile, anche se ovviamente esistono donne con altri gusti: Rupert Everett, tormentato scozzese protagonista di film anticonformisti, e Ron Moss, bell'americano al centro di «Beautiful». Tutte e due a Milano per essere protagonisti, stasera, della serata dei «Telegatti». Lo show sarà mandato in onda domani, in differita, su Canale 5. Everett indossa pantaloni verde scuro, scarponi neri con stringhe, e anche una gonna scozzese di sghimbescio più maglietta bianca. Moss è in pantaloni cachi, gilet di camoscio, camicia bianca, cravatta a tinte pastello e cerchio d'oro all'orecchio destro. Everett, dove ha studiato la nostra lingua? «In Russia, mentre giravo un film. Nessuno conosceva l'inglese, e il russo è troppo difficile; dovevo pur trovare ima lingua per comunicare. Così, visto che in Russia ci sono numerosi italiani, ho chiesto' a uno di loro di insegnarmela». C'è stata una lunga pausa fra i fìbn che lo resero celebre, «Ballando con uno sconosciuto», «Cronaca di una morte annunciata», «Gli occhiali d'oro» e il recente «DellaMorte DellAmore». Per quale motivo? «Non c'è stata pausa, è che ciascuno ritiene il proprio Paese unico al mondo. In quel lasso di tempo ho fatto teatro in Inghilterra, un film in Russia e un altro negli Stati Uniti, che però non sono usciti né da voi né in Francia». L'ultimo impegno? «Con Altman, in uno dei 5 episodi che compongono "Prèt-à-porter"; interpreto il figlio, molto cattivo, di uno stilista». Quando non recita cosa fa? «Scrivo. Il mio primo romanzo raccontava di attori, puttane, droga, transessuali. Si intitola "Hallo darling are you working?"; terzo in classifica in Inghilterra, 52° negli Stati Uniti. Il secondo, appena finito, è "Il parrucchiere di SaintTropez"; nella zona ho la mia casa per le vacanze, vicino a quella di Brigitte Bardot». Ma lei dove vive? «Fra Parigi e Londra». Si dice che in Inghilterra l'idea monarchica sarebbe ormai minoritaria. Cosa ne pensa? «Non lo so, non m'importa». Cosa le piace dell'Italia? «Il calore umano, l'arte. Ma mi preoccupa la situazione politica, con un presidente del Consiglio cui fanno capo tante televisioni e giornali. In nessun altro Paese potrebbe succedere». Ron Moss è diventato padre da 10 settimane, la piccola si chiama Creason Cardo (il secondo è il cognome della suocera). Ha assistito al travaglio della moglie, 9 ore, e, racconta, ha avuto modo di riflettere sul «coraggio delle donne». Le figure femminili di «Beautiful» sono più determinate di quelle maschili. Un omaggio alle donne americane? «No, una realtà. Le donne sono più forti anche emotivamente, perché non sono state educate a reprimere i loro sentimenti». Non c'è pericolo di fossilizzarsi, recitando da 8 anni lo stesso personaggio? «In teatro, ad ogni recita bisogna infondere un accento nuovo, e qui è ancora più difficile. Ma lo stereotipo non sta tanto nell'attore quanto nel modo in cui il pubblico lo vede». Ha tempo di occuparsi di altro, di fianco a Beautiful? «Le mie vacanze sono di 2 settimane all'anno. Ho preso anche un paio di permessi per girare, in Italia, prima il film "I paladini", poi "Il Barone" per la tv. Di recente, con mia moglie Shari Shattuck abbiamo prodotto un lavoro scritto da lei, "In progress", storia del come nasce una commedia». I lati comuni fra lei e Ridge? «Molto pochi, ma con il tempo riesco forse a sentirlo più vicino. Appena in studio, sbrigo in fretta il trucco e tolgo l'orecchino che sarebbe incompatibile». Perché incompatibile? «Ridge è più conservatore di me e poi l'orecchino, sotto i riflettori, "sparerebbe"». Come evolverà il personaggio? «Diventerà molto fedele alla moglie». Secondo lei perché tutte le donne si innamorano, inesorabilmente, di Ridge? «Non lo so». Se lo sarà pure chiesto, in tutti questi anni. «No, davvero no». Rupert Everett è impegnato nel film di Altman Sopra: Ron Moss, fresco padre di una bimba
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