Parolaio di Corrado AugiasPierluigi BattistaAdriana Zarri

Parolaio Parolaio Lj INNOMINATO. Con chi ce l'ha Corrado Augias? Sull'lfoùó si arrabbia con la «tv di sinistra» principale responsabile della vittoria della destra: «Sfoggiava grande ironia, un disincanto al limite del cinismo, in una parola "decostruiva"». Sì, ma con chi se la prende Augias? Scrive che la «tv di sinistra» si è fatta «portatrice di cinismo frivolo» e «si è sfrenata in una rincorsa all'audience che l'ha resa in tutto simile alla tv commerciale»? Sarà, ma a chi sta mirando Augics? La «tv di sinistra», spiega, «ha perso perché non credeva niente». Non ne dubitiamo, ma d l dove vuole andare a parare Augias? Il quale asserisce che «la sinistra ha applicato in tv lo stesso procedimento demolitorio usato trentanni fa dalle avanguardie letterarie». Accidenti, ecco chi era il mai nominato bersaglio di Augias: Angelo Guglielmi. Al quale il severo critico della «tv di sinistra» non perdona di avergli sottratto Babele, un tempo ospitata dalla vituperata «tv di sinistra». Quando si dice la confusione tra interessi particolari e interessi generali. L'ABISSO DEL NULLA. Sul Giornale Nicola Matteucci giudica con estrema severità uno dei filosofi più corteggiati d'Italia «Prendiamo Emanuele Severino: se uno parlasse di Parmenide con la abissale ignoranza con cui lui parla della filosofia politica contemporanea, avrebbe ragione di indignarsi». PIO XIII. Come deve essere l'i l'ingegnere chiamato ad aiutare il chirurgo che ha operato il Pontefice al policlinico Gemelli? Deve essere naturalmente abile, preciso, attento e scrupoloso. Ma forse anche pio. Tanto è vero che il Messaggero titola così un articolo dedicato alle disavventure del Papa: «Wojtyla non ha un'anca d Di creata da Dio ma da un pio ingegnere». Poi si legge nel testo di una «protesi bioingegneristica e biocompatibile». E sorge il fondato sospetto che l'ingegnere in questione, ancorché pio come suggerisce il titolo, sia soprattutto un bio-ingegnere. Tanti auguri a Giovanni Paolo II. FORCHETTONI. La Seconda Repubblica si siede a tavola. E nella sua settimanale rubrica gastronomica sull'Espresso Federico U. D'Amato narra la metamorfosi di «Fortunato» al Pantheon, il ristorante «che Pant aveva l'esclusività dei clienti del Palazzo» e che adesso vede «le sue sale riaffollarsi» di centinaia di «neo deputati e senatori leghisti, italoforzisti, alleati nazionali» di «robusto appetito» e «spendaccioni». A questa gente ignara «di buona cucina» Fortunato rifila «concessioni a mode di salmone e rughetta», paste «troppo crude», pesce «troppo cotto», il tutto «secondo i gusti di certa ovvietà romanesca» al fine di «sedurre e secondare i nuovi venuti». VADE RETRO. Con tutta evidenza, il fascino deve essere di destra. Almeno secondo la teol (di iita) loga (di sinistra) Adriana Zarri che su Avvenimenti confessa: «Dicono che Berlusconi ha fascino. Non lo posso valutare perché al fascino sono refrattaria». INDICE PUNTATO. Narcisi ed egocentrici come sono, i giornalisti leggono i libri solo per appurare che tra le pagine si parli di loro. Esce I venl di Ci tanni del Giornale di Cervi e Biazzi Vergani (dove si rivela che Alberto La Volpe, negli Anni Settanta, tuonava contro l'azione «diseducativa» e antieuropea di Perry Mason) ed ecco, secondo quanto riferisce Beppe Severgnini sulla Voce, come è stato letto da tanti collaboratori del quotidiano fondato da Montanelli: «Sono corsi speranzosi all'indice dei nomi e hanno scoperto di non esserci». PRETI OPER Al. Ma non sarà che Mario Tronti, l'intellettuale che negli Anni Sessanta scandalizzava la sinistra perbene inneggiando alla classe i d operaia «rude razza pagana», stia meditando di rompere col passato e di farsi monaco? Il sospetto nasce dalle pieghe di un articolo apparso sull'Unità in cui Tronti scrive di ammirare «don Giuseppe Dossetti», una persona «con cui condi- che una scelta di governo, addirittura una scel ta di vita». Una «scelta di vita»: nella cella di un convento. CALCIO DI RIGORE. Neoministro delle Finanze in pectore, Giulio Tremonti sul Corriere della Sera adotta con tempismo straordinario il gergo sportivo tanto caro al suo presidente del Consiglio, e risolve così un'antica querelle filosofica: «La sconfitta della sinistra, e la sua triste pur se temporanea discesa nello spogliatoio della storia, segnano la fine del derby tra Hegel e Kant». Pierluigi Battista Adriana Zarri Giulio Tremonti

Luoghi citati: Italia