«Io non sono antisemita, però...»

«Io non sono antisemita, però...» LETTERE AL GIORNALE IL LUNEDI' DI O.d.B. «Io non sono antisemita, però...» Razzisti e no L'argomento razzismo è sempre uno dei più scottanti, anche se molte lettere che ne trattano cominciano con una specie di formula. «Io non sono razzista, ma...». Qualcosa del genere. A ogni modo, questo lunedì trascrivo alcuni dei messaggi ricevuti e spero che ci sia un seguito, ovvero una risposta anche dei lettori ai dubbi che queste lettere esprimono o cercano di far nascere. [o.d.b.] Una proposta imbarazzata Egregio Signor Del Buono, sono un affezionato lettore della sua bella rubrica in cui si dà realmente spazio a tutte le opinioni. Il discorso che sto per •' ire è molto delicato e, per sgombrare il impo da possibili sospetti di razzismo o altro, le anticipo che ho sempre considerato l'argomento da «uomo della strada», associandomi sinceramente alle condanne di ogni forma di persecuzione o di violenza Entro nel merito di questa mia. Non sarebbe possibile chiedere alla redazione della Stampo di non parlare per almeno un mese di Olocausto e di fatti relativi agli ebrei? La sistematica pubblicazione di articoli e scrini su questo tema mi ha fatto nascere un sospetto che non mi sarei mai sognato di nutrire. Cui prodest? mi sono chiesto. Capisco le commemorazioni o le condanne per fatti esecrabili di razzismo. Ma il non perdere occasione per citare l'argomento fa sorgere in me il quesito: non sarà che l'internazionale giudeo-massonica esiste per davvero? Non sarà che Lo Stampo fa parte di questo complotto e svolge azione deliberata di «infezione» delle coscienze alimentando un ricattatorio senso di colpa negli europei? Al di là delle battute, non le pare che insistere troppo su questo delicato argomento possa provocare una reazione contraria nei lettori e nei cittadini? I quali non hanno proprio capito perché il non far votare in Italia alcune migliaia di ebrei (quanti di loro sono praticanti?) sia un episodio di intolleranza razziale, mentre se accade in Francia un analogo episodio rientra nell'ordinaria amministrazione. Inoltre non si capisce perché si debba continuamente parlare di una minoranza che nel mondo conta meno di 15 milioni di membri, mentre ci si limita solo ad accenni «di maniera» rispetto ad altre minoranze più numerose altrettanto perseguitate. Penso ai curdi o agli armeni ai cristiani libanesi e ai sudanesi. Non si capisce nemmeno perché il monopolio del genocidio debba spettare agli ebrei, mentre lo stesso crimine è stato commesso in Russia, in Cambogia oltre che contro i popoli succitati. Non so se potrà pubblicare questa mia, vista la delicatezza dell'argomento, ma sarebbe interessante e utile conoscere la sua opinione in proposito. Non volendo essere iscritto nelle liste della Lega di Antidiffamazione Ebraica, le chiedo, in caso di pubblicazione, di omettere il mio nominativo. Grazie. I. e, Torino Il bisogno di scrivere Gemmo sig. Del Buono, mi scuso innanzitutto per la fretta e la forma con cui le scrivo. Il bisogno di scriverle, e subito, ha prevalso su tutto. Cosa accade quanto un professore di religione, autodefinitosi «non antisemita)' (nella Stampa di venerdi 29 aprile in cro¬ naca di Torino: liceo D'Azeglio), si lamenta del fatto che il film Schindkr's List «non è un'apertura sul mondo, ma è un film prodotto da ebrei»; e che: «Quel benefattore non ha regalato biglietti pei documentare le stragi nei gulag né per dimostrare ciò che fanno gli ebrei ai palestinesi»? Ogni individuo ha diritto di esprimere liberamente il proprio giudizio, ma io resto spiacevolmente sorpreso di come una persona possa non venire profondamente scalfita dall'assolutezza di certi accadimenti (e dal pudore con cui sono stati raccontati: il regista, infatti, non ha osato narrare esplicitamente l'Evento, ossia la morte nelle camere a gas), come non si senta rinfrancata nel profondo dell'animo dal fatto che esistano persone cerne il lettore di Torino che ha offerto milioni per permettere alle scuole di assistere gratuitamente al film di Spielberg. Il professore di religione, dopo un fatto del genere sente il bisogno di collocare l'Olocausto in un fotogramma del grande film degli orrori della Storia: ma questo francamente mi sconcerta. Sarebbe come dire, banalizzando (ma qui mi pare necessario), che un delitto tremendo come quello del piccolo Simone non è poi cosi grande perché ci sono stati quelli del mostro di Firenze... E' possibile in buona fede assimilare l'Olocausto ai rapporti israeliani-palestinesi? Forse il professore di religione farebbe meglio a ripassare la storia o solamente i quotidiani dal 1946 in poi. Sarebbe lungo spiegare concetti come terrorismo, accerchiamento e guerra difensiva e penso che sarebbero comunque energie sprecate. Ritengo che un film come Schindler's List non porterà nessuna «redenzione personale»: parlerà solamente a chi ha sensibilità, mentre rafforzerà i preconcetti di coloro che non sentono il nazismo e le sue persecuzioni, comunque, come accadimenti tremendamente unici. Per fortuna il professore del «D'Azeglio» insegna religione e non storia o chimica... Marco Melloni, Vimodrone (Milano) Gradirei sapere Gentile signor Del Buono, gradirei fosse quantificato in lire il danno patito dallo Stato, causato dalla pretesa degli ebrei di prolungare di un giorno le operazioni elettorali in Italia. Cosi facendo, lo Stato sovrano si è sottomesso a un'imposizio- ne confessionale, soggiacendo alle pretese altrui, calpestando i suoi diritti di autonomia, e accodandosi ai voleri di una minoranza. Creando, inoltre, in tal modo un precedente pericoloso. Cosa succederebbe, infatti, se i testimoni di Geova imponessero di votare immersi dentro una piscina come per il battesimo? Oppure se i musulmani pretendessero che le schede elettorali non fossero mai state toccate da mani infedeli, oppure di votare solo di notte nel mese di Ramadan, e cosi via, per i buddisti, gli induisti e gli scintoisti? Sarebbe l'anarchia. Gli ebrei obietteranno che la proroga di una giornata non è stata chiesta da loro, ma accordata dal Capo dello Stato, e io obietto che il polverone sollevato dagli ebrei italiani e stranieri ci ha praticamete costretti a questa proroga costosissima, dietro pesanti minacce quali la loro astensione generale dal voto ecc. lo contro gli ebrei non ho nulla, anzi mi sono sempre chiesto il perché di tanto accanimento e persecuzioni contro di essi. Ma dopo questa loro ultima, pesante apparizione sulle scene, e aggiungendo a ciò quel loro comportamento schivo, quasi asociale, con la loro religione prima di tutto, costi quel che costi a danno della società, comincio a trovar spiegazioni di come essi riescano a crearsi nei secoli tante antipatie semplicemente lasciando testardamente deteriorare qualsiasi situazione... Luigi Martino, Torino Gueste lettere si commentano da sole. Il signor Martino si augura, alla fine, che io non sia ebreo. Non sono ebreo, ma non vorrei essere come il signor Martino, il signor L. C. e anche il signor professore di religione del D'Azeglio. Comunque non c'è proprio da stare allegri, [o.d.b.)