« Mi cercherò un avvocato »

« « Mi cercherò un avvocato » // braccio destro di Kappler rassegnato all'estradizione ROMA. Tutti lo vogliono, e lui adesso entra e esce dall'ospedale e passa il tempo a ricordare. «Non ho mai ucciso un ebreo, con loro non ho problemi», dice Erich Priebke. La richiesta di estradizione intanto comincia ad avvicinarsi. «Lo so, dovrò cercarmi un buon avvocato», sussurra l'ex braccio destro di Kappler. Il viceministro degli Esteri argentino, Fernando Petrella, promette tempi brevi, anzi «rapidi», come afferma rispondendo ai giornalisti: «In assenza di vizi formali la richiesta verrebbe immediatamente trasmessa all'autorità giudiziaria». Chissà se son solo promesse. L'ex capitano delle Ss, braccio destro di Kappler, rintracciato in Argentina dalla rete televisiva americana Abc, lo rivuole indietro l'Italia. La strage delle Fosse Ardeatine (alla quale lui ha sempre ammesso di aver partecipato: «era guerra, e io ho obbedito a un ordine») non ò stata dimenticata. «E io mi auguro che l'Argentina conceda l'estradizione», dice alla tv il ministro della Giustizia Giovanni Conso. «Il fatto è avvenuto in Italia, e questo crimine orrendo, questa tragedia immane per cui tanti, tanti innocenti, inermi italiani a Roma sono stati trucidati, dà all'Italia di fronte al mondo una posizione assolutamente prioritaria. Mi auguro che l'Argentina e gli altri Paesi sappiano capire. Questo è un dramma che ha bisogno di giustizia». Dal canto suo, il viceministro degli esteri Petrella manifesta «la piena disponibilità argentina a esaminare l'eventuale richiesta di estradizione». Ma si può temere una prescrizione dell'eventuale reato di Priebke? «Non so. Bisognerebbe vedere il capo di accusa, ma ci sono reati, quali i crimini contro l'umanità, che non si prescrivono mai». Ma al di là delle parole, delle promesse e delle assicurazioni, qualche polemica resiste. L'Argentina ha un importante presenza di ex nazisti. E a Bariloche, il centro invernale più noto dell'America latina, i tedeschi sono la comunità straniera più numerosa. Controllano una grande attività commerciale (Priebke è proprietario di una clinica e preside del liceo tedesco) e si calcola che un centinaio di famiglie abbiano a che vedere con un passato nazista. Lì tutti sanno che vive l'ex gerarca nazista Reinhard Kops, che gestisce un ristorante sotto l'identità di Richard Mahler. Negli anni scorsi, poi, l'Argentina si occupò di due casi di estradizione. Una volta per Walter Kutschmann, ex ufficiale delle Ss, disse di no. Concesse invece quella di Jozef Schwamberger, vicecomandante di campi di sterminio, richiesta dalla Germania. In ogni caso, da Roma ora si cerca di muo-' ■versi in fretta. Oggi il gip del tribunale militare deciderà sulla richiesta della Procura militare di emettere un ordine di arresto internazionale per Erich Priebke. E si muove anche la magistratura ordinaria, che ha aperto un'inchiesta per vedere quali reati possono essere contestati all'ex ufficiale nazista. Subito dopo, partirà la richiesta di estradizione. E da Bariloche l'ex capitano delle Ss confessa di essere stressato. Priebke ha ancora parlato con i giornalisti. Al Clarin ha ricordato il giorno della strage: «Ero lì, all'ingresso della grotta, avevo l'elenco in mano. Era buio, e non potevo vederli in faccia. Kappler fu il primo a sparare, poi seguimmo noi. Lui dava l'ordine e noi sparavamo. La lista fui proprio io a redigerla, anche se vi lavorarono altri camerati», [r. cri.] Erich Priebke, 81 anni, il braccio destro di Kappler, il comandante che ordinò l'eccidio delle Fosse Ardeatine