«Churchill non salvò 70 mila ebrei» di Fabio Galvano

Londra, documento del '43 svela un caso Schindler al rovescio e condanna il governo inglese Londra, documento del '43 svela un caso Schindler al rovescio e condanna il governo inglese «Churchill non salvò 70 mila ebrei» Bocciò piano di salvataggio americano LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Fu un caso SchincUer alla rovescia. E i documenti finora venuti alla luce accusano l'Inghilterra di avere impedito un piano per il salvataggio di 70 mila ebrei romeni. Londra temeva gli effetti di una loro emigrazione in massa, temeva che fosse l'inizio di un flusso disordinato. Li condannò, di fatto, a morte. E secondo numerosi storici condannò a morte, con quella decisione, un altro milione e trecentomila ebrei (ungheresi, romeni, bulgari, slovacchi e anche italiani) che - se quell'esperimento fosse riuscito - sarebbe forse stato possibile salvare. E' una pagina buia, una pagina di vergogna. Del piano per il salvataggio dei 70 mila ebrei si era saputo circa un mese fa grazie a un programma della tv americana: «L'America e l'Olocausto: inganno e indifferenza». Henry Morgenthau, segretario al Tesoro e confidente del preside..^io Franklin Roosevelt, ha parlato di una «satanica miscela di freddezza britannica e doppiezza diplomatica, equivalenti a una condanna a morte». Ora alcuni documenti scovati negli archivi londinesi di Kew confermano i peggiori timori. Fu il governo di Churchill, nel 1943, ad affossare in pratica il piano di salvataggio. Il governo romeno, forse per crearsi meriti in caso di una vit- toria alleata, si era detto disposto ad assecondare un piano lanciato dalla potente lobby ebraica americana, che consisteva nel pagamento di una cifra irrisoria (12 scellini a testa, poche migliaia di lire) in cambio del permesso di espatrio. Il governo americano era favorevole ad autorizzare il pagamento di quella somma al rappresentante ginevrino del Congresso ebraico mondiale, Gerhart Riegner, il quale avrebbe fatto da intermediario; ma Londra, sebbene ormai vagamente al corrente dello sterminio in corso, si oppose. Temeva, come rivelano i documenti del Foreign Office, che quel progetto avrebbe permesso «alla Germania e ai suoi satelliti di scaricare sugli alleati tutti i loro cittadini indesiderati»: «Una volta aperta la porta, potrebbe risultare un'inondazione incontrollabile». Molti erano in favore del piano: Lord Halifax, ambasciatore britannico a Washington; John Winant, l'ambasciatore americano a Londra, che al ministro degli Esteri Anthony Eden affermò trattarsi di «ur questione a cui il nostro go\ ittribuisce una grande im> tdiiza». Alla fine lo stesso Eden, nel gennaio 1944, sostenne apertamente il piano; ma ormai era troppe tardi. Quasi tutti i 70 mila erano ormai morti; in tutto morirono anche quasi 400 mila degli 800 mila ebrei romeni. Alla fine - ricorda Riegner, che ha oggi 82 anni - gli americani ignorarono i britannici; ma questi, fino all'ultimo, si opposero». Fabio Galvano

Persone citate: Anthony Eden, Churchill, Franklin Roosevelt, Gerhart Riegner, Henry Morgenthau, Schindler

Luoghi citati: America, Germania, Inghilterra, Londra, Washington