In Ungheria la rivincita rossa di Tito Sansa

Gli ex comunisti tornano il primo partito: abbiamo spazzato via il governo Gli ex comunisti tornano il primo partito: abbiamo spazzato via il governo In Ungheria la rivìncita rossa Horn ha superato il 32% dei voti Crollo al 12% del Forum al potere BUDAPEST NOSTRO SERVIZIO Gli ex comunisti ungheresi di Gyula Horn, ora partito socialista, hanno vinto con un buon margine, come previsto alla vigilia, il primo turno delle elezioni politiche nella Repubblica magiara. 1 primi dati sull'81 per cento dei voti scrutinati, forniti nella notte, dicono che hanno ottenuto all'incirca il 32,2 per cento dei voti, segu J dai liberaldcmocratici con circa il 19,4 per cento, dal Forum democratico, con l'I 1,9 per cento, il partito dei piccoli proprietari coll'8 per cento, i giovani liberali al 7,4 e i democristiani col 7. Tutti gli altri partiti, compresi quelli di estrema destra e sinistra, non sono riusciti a superare lo sbarramento del 5 per cento dei voti. Fino a tarda sera si era creduto in una vittoria meno netta degli ex comunisti. I giornali, usciti in edizione straordinaria, li davano intorno al 27 per cento, molto al di sotto del 34-36 previsto alla vigilia. La responsabilità di questo errore va attribuita a un istituto demoscopico che ha diffuto i dati degli «exit polis» (le cifre raccolte interrogando gli elettori all'uscita dai seggi). A Budapest, in seguito a queste cifre, molti avevano tirato un sospiro di sollievo. La verità ò stata una delusione. A mezzanotte poi è venuta la sorpresa. Solo i liberaldemocratici, oltre naturalmente ai socialisti, hanno espresso una certa soddisfazione. Il loro presidente, Ivan Peto, ha detto durante un'affollatissima conferenza stampa che «l'obiettivo di spazzare via il governo è stato raggiunto». Ha aggiunto di sperare che nel secondo turno di ballottaggio, che si terrà fra tre settimane, il 29 maggio, l'elettore ungherese si dimostrerà saggio. Ieri comunque sono già stati assegnati ai socialisti ex comunisti circa 150 dei 386 seggi del Parlamento di Budapest. Ogni decisione circa la composizione del futuro Parlamento di Budapest è in ogni caso rimandata al secondo turno elettorale, fissato per il giorno di Pentecoste, tra tre settimane. Data la estrema complicazione del sistema elettorale ungherese, (una fusione tra uninominale e proporzionale) solo pochissimi candidati sono passati al primo turno che ha deciso assai poco. Un turno che in sostanza ha soltanto segnalato la forza dei diversi partiti. Nelle tre settimane a venire le carte verranno rimescolate di nuovo, la vera decisione sulla composizione del Parlamento verrà presa soltanto il 29 maggio. Allora si ripresen- teranno per il ballottaggio quei candidati non eletti nella prima tornata di ieri che abbiano ottenuto più del 15 per cento dei voti. Dovrebbero essere 104 socialisti, 40 liberaldemocratici, 23 del Forum, 2 dei Giovani liberali e alcuni indipendenti. La votazione è stata ovunque tranquilla, con una partecipazione record di circa il 70 per cento degli iscritti. Unici incidenti la morte di due vec¬ chi elettori, colti da malore al momento di deporre la scheda nell'urna. Contrariamente al solito, ieri le città, anziché essere deserte come le altre domeniche, erano affollate da gente emozionata e compunta. Curiosamente, tuttavia, il voto non è stato segreto. Benché in tutti i seggi vi fossero a disposizione cabine elettorali, ovunque molti cittadini hanno votato in pubblico sotto lo sguardo vigile di chi li accora¬ pagnava, donne controllate dai mariti, figli guidati dai genitori, vecchi che si facevano fare la croce da gente più giovane. Un'altra curiosità delle elezioni ungheresi: sulle schede è permesso scrivere commenti, il proprio nome, perfino slogans o proteste come «governo ladro» o «viva Stalin». Basta che ci sia la crocetta, la scheda è valida. Le analisi sul voto mettono in rilievo che gli elettori non hanno avuto troppo timore di una vittoria netta degli ex comunisti. Questa paura potrebbe invece venire fuori nel ballottaggio del 29 maggio, quando vi sarà una lotta a tre fra socialisti, liberaldemocratici e giovani liberali. In realtà sarà una lotta a due, perché è probabile che molti elettori giovani liberali voteranno per i liberaldemocratici. E gli esclusi del Forum, dei piccoli proprietari, dei democristiani, per chi voteranno? Di sicuro non per i socialisti (ex comunisti), dopo che per settimane è stato agitato lo spaventapasseri del «pericolo rosso». Favoriti diventano pertanto automaticamente i liberaldemocratici di Gabor Kuncse. I giochi sono aperti, ma un governo di coalizione tra socialisti e liberali sembra oggi quanto mai probabile. Tito Sansa li premier ungherese Peter Baross leader del Forum democratico sconfitto alle elezioni [foto reuterj

Persone citate: Gabor, Gyula Horn, Horn, Ivan Peto, Stalin

Luoghi citati: Budapest, Ungheria