Edda Ciano: «Rappresaglia legittima» di Alain Elkann

Edda Ciano: «Rappresaglia legittima» Edda Ciano: «Rappresaglia legittima» «E probabilmente è stato lui ad aiutarci a fuggire» LA VEDOVA DI GALEAZZO FU il capitano Erich Priebke in persona a organizzare la fuga in Germania di Galeazzo ed Edda Ciano. Lo racconta lo scrittore Silvio Bertoldi, nel suo libro «I tedeschi in Italia», riportando la testimonianza di Eugen Dolmann, il capo delle SS a Roma. «Edda volle incontrarsi con il capitano Priebke, uomo di Kappler, per concretare la fuga», rivelò Dolmann. La contessa per questo motivo vide in più occasioni il carnefice delle Ardeatine. Fu anche acompagnata da Dolmann a casa di Priebke per concordare i dettagli e ultimare i preparativi per il trasferimento dei Ciano in Germania. La contessa Ciano risponde al telefono del suo appartamento romano ai Parioli. «La storia non mi interessa, non ho più voglia di ricordare nulla, vorrei stare tran- ultime notizie qualche modo quilla», è la sua prima rea zione. Però le l'hanno in scossa. Ha saputo dell'individuazione in Argentina, da parte di una rete televisiva americana, dell'ex capitano nazista Erich Priebke, che fu uno dei responsabili della strage delle Fosse Ardeatine? «L'ho sentito dire, però non è assolutamente possibile. Il capo della milizia tedesca in Italia era un altro e quindi non è lui il responsabile, mi pare chiaro». Il capo della milizia era Kappler? «Mi pare avesse un altro nome ma non lo ricordo; e poi spesso i tedeschi cambiavano i loro nomi in quel momento». Dunque lei non ritiene che Priebke possa essere il responsabile di quell'eccidio? «Io le ho già detto che non ho ancora letto niente. Ho solo sentito raccontare di questa storia. Ma in ogni modo, dopo l'attentato i tedeschi avevano fatto appendere i manifesti in tutta la città di Roma, ed eravamo in tempo di guerra!». Che cosa vuol dire esattamente, contessa? «Ma sì, voglio dire che dopo via Rasella, se i gappisti che avevano fatto esplodere i camion delle SS si fossero presentati entro le ventiquattr'ore alle forze di polizia tedesche, non vi sarebbe stata nessuna strage. La rappresaglia tedesca era legata a una convenzione di guerra, credo. In particolare, credo che si trattasse di un trattato stipulato all'Aia. Insomma, non capisco perché oggi debbano accusare quell'ufficiale che in fondo faceva il suo dovere di soldato e probabilmente nient'altro». Dicono che il capitano Priebke abbia aiutato lei, suo marito e la sua famiglia a scappare in Germania dopo il 25 aprile. E' possibile? «Lo è e non lo è». In che senso lo è e non lo è? «In effetti quando andammo in Germania con mio marito e i miei figli fummo scortati da militari tedeschi, ma non ne ricordo assolutamente il nome e come le ho detto, allora i nomi dei soldati tedeschi erano spesso cambiati». Dunque non è escluso che potrebbe anche essere stato lui? «Non lo so, non voglio ricordare niente, non posso. E' possibile che Priebke fosse uno degli ufficiali tedeschi che ci accompagnavano. E poi sono passati troppi anni!». Alain Elkann «Se i partigiani si fossero costituiti non ci sarebbe stato quell'eccidio» La contessa Edda Ciano

Luoghi citati: Argentina, Germania, Italia, Roma