Schindler's List è peggio tacere
Un violento articolo del settimanale diocesano e una lettera dell'insegnante di religione del liceo Un violento articolo del settimanale diocesano e una lettera dell'insegnante di religione del liceo Sdiindler's List, è peggio tacere Il D'Azeglio non può chiudersi in se stesso Il settimanale diocesano «La voce del popolo» torna sulla polemica che ha coinvolto il D'Azeglio per il caso Coppellotti e per la proiezione di Schindler's List con un duro articolo contro i giornali e una lettera dell'insegnante di religione di quel liceo, don Umberto Casale. Sul caso Coppellotti il settimanale scrive che le sue riserve sull'Olocausto sono «una posizione certamente discutibile e discussa sul piano scientifico e difficile da condividere, ma pur sempre legittima sino a quando l'autorità scolastica non deciderà se sia incompatibile con i compiti educativi». Su Schindler's List afferma che «i giornali (e quello più diffuso a Torino con maggior velenosità) si sono concentrati su un gruppo di docenti che hanno manifestato alcune riserve circa i modi e i tempi con cui gli studenti del liceo sono stati invitati a partecipare alla proie¬ zione del film». Dichiara che «il giornale ha criminalizzato il dissenso» e che «il provveditore agli studi si è di buon grado prestato a dar man forte». Infine il settimanale si domanda perché «si vuol screditare una scuola» e non si danno notizie di quegli istituti «dove purtroppo prevalgono docenti impreparati, capi istituto confusionari e parolai». Nella sua lettera don Umberto Casale accusa il cronista di «petulanti interventi», di «falsificanti scritti», di un vecchio modo di far giornalismo «congenito a Tangentopoli» e «di agire in maniera sotterranea e corrotta». Agli insulti dell'insegnante di religione non replichiamo. Sui tre punti che abbiano ricordato ci limitiamo a brevi osservazioni. Se le tesi del prof. Coppellotti sono «discutibili sul piano scientifico» perché debbono essere «legittime» sino a quando non si pronuncia l'autorità scolastica? E se per inerzia non si pronunciasse? O si pronunciasse tardi? Chi pone rimedio all'eventuale danno? Ora è in corso, ma solo perché i giornali ne hanno parlato, una ispezione del ministero. Attendiamo il giudizio. La Costituzione (art. 33) riconosce la libertà di insegnamento ma - almeno nelle scuola media e secondaria - ci deve essere chi vigila, visto che i ragazzi non hanno ancora una maturità critica e non sempre i genitori sono in grado di intervenire. Abbiamo più volte parlato del prof. Coppellotti perché siamo stati sollecitati da genitori e da dibattiti interni alla scuola. Un liceo - che vanta la tradizione del d'Azeglio - non può chiudersi in se stesso e temere di essere oggetto di discussione. Se l'insegnamento è libero, è libera la critica. La Stampa non ha criminalizzato nessuno: ha riportato le Il preside del D'Azeglio con gli allievi dav osservazioni di 14 docenti (anzi tredici perché uno ha ritirato la firma) su una settantina contenute in una lettera. «L'opera del benefattore (?) - si legge che regala biglietti per Schindler's List da vedere in orario scolastico è inopportuna: chi vuol vedere tale film può farlo oltre le ore di lezione, che altrimenti la scuola farebbe vedere soltanto una parte delle tragedie della storia senza una visione complessiva delle cose con una operazione davvero diseducativa». Ci siamo limitati a rispondere che vedere quel film e discutere il tema rientra nell'insegnamento delia storia, e che per le altre tragedie, se non ci seno film in proiezione, è dovere della scuola far conoscere con libri, articoli, lezioni. Il peggio è tacere. In quanto alle possibili deficienze di altre scuole ne parliamo quando ne siamo a conol scenza. anti al Palasport
Luoghi citati: Torino
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