Per il giudice «Cittadini non tutelati»

Per il giudice Per il giudice «Cittadini non tutelati» La Stampa è quello di Ciro Bergamo, arrestato nei giorni scorsi e subito scarcerato. All'Amedeo di Savoia lo conoscono bene: «E' venuto più volte da noi, ogni volta se n'è andato prima di quando avrebbe dovuto». L'ispettore sanitario ricorda il caso ancora più disperato di un giovane di 33 anni: una volta ha minacciato due infermiere con flebo insanguinate. Altre volte ha spaccato una vetrata dell'ospedale, danneggiato l'auto di un medico, spaccato una sedia in testa a un malato. «Chiamiamo la polizia - dice Pasquale Ciaramella -, ma non possono fare nulla». Lia Varesio: «Se non rinunciano all'eroina, per queste persone c'è solo la strada. Li raccogliamo quando sono all'ultimissimo stadio, e li portiamo a morire in ospedale». Pietro Fornace, presidente del Tribunale di sorveglianza di Torino, ha tra le mani il fascicolo di Ciro Bergamo. E di altri casi come il suo: una ventina di torinesi malati di Aids, che commettono reati, ma non possono essere arrestati, in virtù del decreto approvato nel novembre '92. Fornace non intende rinnovare polemiche, ma non nasconde la sua amarezza. Subito dopo l'entrata in vigore del decreto dalle carceri piemontesi uscirono 16 detenuti malati: Giovanna Favro

Persone citate: Amedeo Di Savoia, Ciro Bergamo, Giovanna Favro, Lia Varesio, Pasquale Ciaramella, Pietro Fornace

Luoghi citati: Torino