Se tra moglie e marito metti un'altra moglie

«Giù dal monte Morgan», divertente commedia all'Alfieri «Giù dal monte Morgan», divertente commedia all'Alfieri Se tra moglie e marito metti un'altra moglie TORINO. Se amate le sorprese, potete andare con tranquilla fiducia all'Alfieri, dove è in scena fino a domenica «Giù dal Monte Morgan» di Arthur Miller, commedia sul matrimonio, anzi sulla bigamia, diretta da Marco Sciaccaluga e interpretata nei ruoli principali da Paola Gassman, Ugo Pagliai e Gea Lionello. La sorpresa, qui, non risiede nell'argomento, ma nel tono della commedia, che è di una leggerezza e di un umorismo del tutto inattesi. A ottant'anni, Miller scopre di sapersi divertire e i risultati sono scintillanti. Sulla durata di due atti costruiti con tecnica raffinatissima, lo spettatore segue la singolare vicenda dell'assicuratore Lyman Felt che, costretto all'immobilità a causa di un disastroso incidente stradale, rivive un doppio e felicissimo rapporto coniugale. Ha sposato Leah, ma senza divorziare da Theodora, detta Theo. Perché ha agito in modo così riprovevole? Per immoralismo? per cinismo? per incontenibile appetito sessuale? Forse per generosità, o forse per un acuto senso della paternità. Non a caso decide dì sposarsi una seconda volta quando scopre che Leah aspetta un bambino di cui vorrebbe liberarsi. Credete che Lyman si senta in colpa per il guaio combinato? Nemmeno per sogno. Lyman è contentissimo e non capisce perché le due donne non lo siano altrettanto. In uno dei suoi frequenti deliri, le vede andare d'amore d'accordo, dividendosi il peso della casa e il lavoro in cucina. La realtà, purtroppo per lui, è diversa. Le due signore non solo si detestano, ma cercano, almeno per un po', di affermare la legittimità della propria condizione. Come se non bastasse, Lyman sente su di sé rnabuoni il disprezzo della figlia Bessie e rifiuta la pressione dell'amico avvocato, che vorrebbe convincerlo a scegliere tra le due donne. Ma poi perché? Negli ultimi dieci anni, inconsapevoli l'una dell'altra, sono state felicissime, soddisfattissime, coccolatissime. Perché cambiare? Dicevamo da Bergamo, dove lo spettacolo esordì l'anno scorso, che «Giù dal Monte Morgan» volge in paradosso le ossessioni del sogno americano incarnate dal commesso viaggiatore Willy Loman (e Lyman sembra fin dal nome una variante di quel personaggio). Aggiungiamo che lo TORINO. Proseguono con il concerto di Isabelle Faust (violino) e Maria Sofianska (pianoforte), le «Soirées del Circolo della stampa» organizzate dalla Nuova Arca, con il loro intento benefico (i proventi sono andati alla fondazione Specchio dei tempi). La giovane Usabelle Faust è la vincitrice del Concorso internazionale Niccolò Paganini 1993 e ha trovato ad accoglierla in Conservatorio un pubblico poco numeroso ma competente. L'esordio non ha brillato per lucentezza e incisività; più convincente il cullante secondo movimento della «Sonata K 296» che Mozart scrisse a Mannheim per la bella Thérèse Pierron. Il programma, sovvertito in alcune sue parti, ha affiancato alle giocosità di Mo¬ spettacolo, rispetto al debutto del '93, ha acquistato una fluidità ammirevole e una forza provocatoria che gli attori padroneggiano con assoluta naturalezza. Pagliai, pur sacrificando un poco le ombre drammatiche di Lyman, è bravissimo a cambiar di tono, a esporre anche il lato buffonesco e infantile del personaggio. Paola Gassman dà a Theo orgoglio e fragilità, Gea Lionello fa di Leah una creatura guizzante e seducente. Completano il quadro Elsa Bossi, Carlo Allegrini, Kadigia Bove e Mario Chiocchio. Meritatissimi gli applausi. [o. g.] Per le «Soirées» organizzate dalla Nuova Arca

Luoghi citati: Bergamo, Torino